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Trent’anni di solitudine: il grido di Ponte Chiasso. Tra tir e smog, assedio permanente

“L’ultima dimostrazione di quanto poco o nulla interessino i problemi di Ponte Chiasso l’abbiamo avuta proprio qualche giorno fa leggendo che il comandante Ghezzo ha istruito una fascia oraria di divieto transito e sosta per i TIR a Tavernola, molto restrittiva perché ad alto inquinamento atmosferico ed acustico e questo malgrado la quantità di TIR in quel quartiere sia quasi minima rispetto a quanto accade da sempre a Ponte Chiasso; siamo rimasti tutti annichiliti perché mai, in tanti anni, qui siamo riusciti ad avere un intervento della Polizia Locale nemmeno nei casi più gravi”.

Così si conclude il messaggio mandato oggi a ComoZero da Maririta Berti ed Eddie Marconi, rispettivamente referente del Controllo del Vicinato di Ponte Chiasso e degli altri quartieri comaschi e referente dell’Assemblea di zona Como Nord, che denuncia l’immobilismo delle istituzioni davanti al problema che da anni ha con l’assembramento di Tir diretti in Svizzera e l’inquinamento acustico e atmosferico che essi provocano e di cui ComoZero settimanale si è occupato giusto la settimana scorsa.

Il benessere dei cittadini è il parametro più importante per stabilire la qualità di vita di una città. Ebbene esiste un quartiere, a Como, dove i residenti respirano smog e non dormono. Non dormono da circa trent’anni.

“È dagli inizi degli anni ’90 – dice con forza un coro di residenti di Ponte Chiasso – che la zona adiacente alla dogana, l’area di import-export, è piena di decine e decine di camion che sostano durante la notte con i motori accesi. Di giorno, invece, il quartiere è invaso dall’incessante e continuo passaggio di mezzi pesanti. Non dormiamo più, non respiriamo più”.

Durante la notte, i camion sostano con i motori accesi per poter avviare i riscaldamenti e le celle frigorifere che preservano la merce trasportata.

“Subiamo ogni giorno e ogni notte – proseguono i residenti – un ingente inquinamento atmosferico e acustico, un rumore incessante che penetra nel cervello impedendoti di dormire. I nostri figli e nipoti respirano solo smog. Siamo stanchi, esasperati, molto più che arrabbiati: siamo furiosi”.

L’inquinamento acustico abbraccia tutto il quartiere popolato da persone che si alzano per andare a scuola o al lavoro, mattina dopo mattina, dopo interminabili notti in bianco. “Quando passano mezzi particolarmente pesanti – spiegano – le pareti delle nostre case tremano. Ponte Chiasso è un quartiere vibrante, nel senso negativo del termine, giorno e notte”.

Un problema che ha attraversato amministrazioni di ogni colore e che esaspera il quartiere da molti anni.

“Da circa trentanni – commentano Maririta Berti e Eddie Marconi, rispettivamente referente del Controllo del Vicinato di Ponte Chiasso e degli altri quartieri comaschi e referente dell’Assemblea di zona Como Nord – la popolazione di Ponte Chiasso, con varie manifestazioni e proteste, ha segnalato alle autorità competenti comunali, provinciali, regionali e nazionali questa incresciosa situazione. Siamo ostaggi dei mezzi pesanti. Abbiamo segnalato questo grave disagio al Comune e ci è stato risposto che il problema non è solo di loro competenza, ma coinvolge anche Regione e Stato”. Molti i passi fatti in questi anni, senza nessun risultato.

 

“Nel ’95 – raccontano i residenti – fu emessa un’ordinanza dall’amministrazione comunale che vietava la circolazione dei tir dalle 22 alle 4. Nello stesso anno la Prefettura di Como vietò la sosta dalle 14 del sabato fino alle 5 del lunedì. Mai nessuna ordinanza è stata applicata. Nel frattempo la situazione è peggiorata e negli anni l’Arpa (l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, Ndr) ha rilevato alti livelli di inquinamento atmosferico”.

Smog e rumore assordante non sono le uniche problematiche. “La segnaletica è insufficiente – lamentano i residenti – spesso gli autisti non sanno dove andare e compiono rocambolesche manovre che mettono a repentaglio l’incolumità di noi cittadini”.

“Crediamo – continuano Berti e Marconi – che gli assessorati competenti debbano fare una reale pressione politica per trovare una soluzione a questa situazione. Un disagio che raddoppia puntualmente in concomitanza di particolari situazioni meteorologiche o di sicurezza o festività in Svizzera che causano il blocco totale del quartiere”. Un blocco che può essere fatale. “Si creano – concludono i referenti – situazioni di ingorgo tali da impedire persino il passaggio di ambulanze e Vigili del Fuoco. Un rischio altissimo per tutta la comunità”.

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