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Turismo, il segreto di Varenna la bella: “Vengono da tutto il mondo per panorama e cibo”

“La grande differenza tra le sponda di Como e quella di Lecco è la percezione che si ha del territorio da fuori”.

Così, Mauro Manzoni, sindaco di Varenna dal 2016, a proposito del turismo dei “due laghi” (come spesso lo definiscono i nostri cugini della sponda orientale).
Lo splendido borgo di 750 abitanti si trova a metà del Lario, nel lecchese, di fronte alla perla del Lario: Bellagio.

Oltre alle bellezze della natura, Varenna è un paesino ricco di storia e cultura, con l’affascinante castello medievale di Vezio e le magnifiche Villa Cipressi e Villa Monastero.
“La nostra zona non ha negozi o attività particolari – racconta il primo cittadino – gli stranieri vengono qui per godersi la bellezza del panorama e la bontà del cibo. Offriamo escursioni nella natura, mostre e eventi nei luoghi culturali”.

Insomma, una meta da non farsi certamente sfuggire. Una delle poche realtà, sulla sponda orientale, diventata top sia per i turisti lombardi che internazionali.
“Siamo gli unici con una vera vocazione turistica, nonostante il nostro territorio sia storicamente una zona industriale – spiega ancora Manzoni – al momento ci sono molti tour operator stranieri che inseriscono Varenna come tappa fissa per i viaggi nel Nord Italia, questo ci ha permesso di avere un turismo costante e soprattutto in crescita negli ultimi anni”.

Certo il fenomeno va ancora consolidato: “I turisti hanno una media di permanenza di solo 2/3 giorni a Varenna– dice il sindaco – e inoltre gli alloggi sono ancora pochi. E’ un peccato, soprattutto perché tutta la nostra sponda è ben collegata grazie alla linea ferroviaria, che facilità nettamente gli spostamenti”.

Alcune cose da aggiustare ma le idee per il futuro fanno ben sperare e sono molto chiare. Investire non tradendo le origini e la storia: “Credo fermamente che il prima possibile dovremo per forza investire sulla pubblicità per questo territorio. Detto questo, non vogliamo stravolgerci e non vogliamo perdere la nostra vera identità, è bello restare un piccolo paese”.
Le premesse dunque ci sono tutte anche se l’allentamento delle misure anti-covid (cioè la zona bianca) al contrario di quanto avviene nella sponda comasca, non ha portato un immediato boom: “Probabilmente – conclude Manzoni – siamo tra le zone che hanno più sofferto la pandemia, essendo il nostro turismo basato sugli stranieri e soprattutto sugli americani la ripartenza per ora va a rilento, e la presenza dei turisti non è ancora significativa, puntiamo tutto sul mese di agosto. E’ anche vero che i costi nettamente più economici dei nostri borghi sono un grande vantaggio ed è su questo che puntiamo per il rilancio”.

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