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Turismo in crisi e il Canton Ticino studia il modello comasco: “Gli Amici di Como sono l’esempio”

Il Canton Ticino si interroga su una strisciante crisi del turismo (ad aprile arrivi a -13% rispetto al 2023), mentre tra l’altro il resto della Svizzera sembra in piena salute. E una delle voci più importanti del comparto oltreconfine indica in Como e nello specifico nell’esempio dell’associazione degli Amici di Como un modello da imitare. L’intervista a Dany Stauffacher, Ceo di Sapori Ticino, l’agenzia di comunicazione, di consulenza e organizzazione di eventi enogastronomici di alta qualità per la promozione del territorio, è su Tio.ch e le parole non sono tenere poiché, per lui, il turismo ticinese sembra “aver perso slancio, cuore e lungimiranza”, mentre “per ripartire sarebbe fondamentale creare un centro di competenze costituito in minima parte da esponenti del mondo politico e in larga parte da operatori del settore, da chi sa cosa bisogna fare per rendere attrattivo il Ticino”.

Non manca poi qualche indicazione più specifico: “Puntare sul settore enogastronomico [perché] se il turista si trova a Lugano in una giornata di pioggia cosa farà? Certo andrà al Lac ma dopo due ore? Magari si ricorda che al mattino l’albergatore gli ha proposto un tour con degustazione in una cantina”.

Ma poi ecco l’esempio comasco: “Nella vicina Como che, con la bellezza del suo lago, ma non solo, è diventata una meta turistica dal richiamo mondiale. Proprio in riva al Lario da molti anni opera un’associazione che promuove il turismo. Si tratta di “Amici di Como”, che riunisce oltre 100 grandi imprenditori del territorio (ognuno versa una quota annua) per sviluppare progetti turistici e non solo. Ovvio che avere risorse extra – rispetto a quanto fanno e mettono a disposizione gli enti preposti – è decisivo. C’è bisogno dunque di imprenditori coraggiosi e lungimiranti”.

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