“Turismo a numero chiuso? No, Como non ne ha affatto bisogno. Serve migliorare alcune cose e impostare un modello più preciso per il futuro. E combattere una maleducazione mondiale”. Simona Rossotti, assessore al Turismo di Como, ha trascorso la domenica in prima linea. Una prima linea tutt’altro che bellica, visto che parliamo del lago e di Brunate in una splendida giornata di sole. Ma in un tripudio di turisti non sono mancati anche i momenti delicati in città.
“Premettiamo una cosa – dice Rossotti – Como e il lago sono ormai mete straordinarie e non da oggi. Non bisogna però eccedere nelle valutazioni, ci sono città più piccole che ospitano ancora più turisti. Mentre sul fronte delle cose e delle attese per i servizi, si possono certamente migliorare alcuni aspetti, ma chi non le ha fatte a Roma, a Venezia o in altre città internazionali? Eppure io stessa sono tornata in quelle città, come moltissimi altri”.
E’ vero, però, che nell’arco di pochi anni l’afflusso di turisti in città è cresciuto esponenzialmente. E tutto fa pensare che il trend proseguirà identico ancora a lungo. “Per questo condivido la vostra riflessione generale circa il fatto che serva individuare un modello, impostare una prospettiva che permetta di gestire al meglio un fenomeno in forte crescita. Non bisogna essere impreparati e per questo l’11 aprile incontrerò i principali stakeholders del territorio per iniziare il discorso. Poi è chiaro che non può essere il singolo assessore a determinare il futuro del turismo a Como e sul lago, serve il famoso lavoro di squadra”.
Uno dei temi che ormai non è più questione di dibattito ma realtà acclarata è che a Como ormai si possa parlare di turismo di massa. Di moltitudini prima mai viste in arrivo in città. Fenomeno che non ha mancato di far storcere qualche naso, dopo anni di litania sulla Como come meta di un turismo d’élite. “Il modello turistico di questo territorio è sicuramente medio-alto, questo è ancora vero – afferma l’assessore Rossotti – Ma sarebbe un errore escludere in qualche modo chi viene a Como anche solo per una gita o per una passeggiata e un gelato in riva al lago. Il lago che ospita i Vip non deve escludere le persone normali. Ieri ho preso la Funicolare ma sono passata anche dai giardini a lago e ho visto tantissimi giovani provenienti da ogni parte del mondo. Ciò che è davvero importante è che il turista, qualunque turista, possa lasciare la città soddisfatto, felice, portando con sé il ricordo di un’esperienza positiva. E per questo possiamo iniziare da subito con alcune migliorie di base”. Starà dunque a tavoli allargati poter prendere decisioni dirimenti su temi essenziali come ad esempio la sosta, la facilità di accesso alla città con altri mezzi, le infrastrutture utili a evitare code lunghissime (Funicolare) o persino pericolose (sul lungolago, per la Biglietteria della Navigazione).
“Le precondizioni minime per accogliere sono la pulizia e l’ordine – sottolinea Rossotti, che è anche assessore all’Ambiente – Ieri Como era abbastanza pulita, ma sicuramente si può fare anche meglio. Il punto, piuttosto, è che per esempio sul fronte dei rifiuti esiste una maleducazione mondiale che va contrastata. E parlo non solo per quanto riguarda il turismo, ma anche rispetto all’esposizione dei sacchi in città da parte di residenti e attività. Ora avvieremo controlli maggiore, apriremo i sacchi per individuare chi non rispetta regole e orari, aumenteremo le telecamere. Si parte anche da queste cose per creare una città turistica in senso pieno e accogliente per tutti. La tutela dell’ambiente e di un paesaggio straordinari vengono prima di tutto”.
A proposito di accoglienza, si dovrà attendere ancora un po’ per il nuovo infopoint in piazza Gobetti. “Il progetto è pronto, ma servirà ancora un mese e mezzo circa per l’apertura – dice Rossotti – Intanto, comunque, le strutture al Broletto e alla stazione San Giovanni resteranno aperte”.
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