Cresce sempre di più il numero degli albergatori svizzeri – sono 135 – che hanno preso parte all’azione collettiva contro Booking.com. Contro le regole che hanno impedito agli hotel di offrire prezzi o disponibilità migliori sui propri siti web, limitando le vendite dirette e l’autonomia. Opposizione che anche in Italia e a Como sta scatenando discussioni.
In Svizzera si punta con forza a chiedere retroattivamente il risarcimento dei danni causati dalle clausole di parità tariffaria.
“HotellerieSuisse accoglie con favore questo passo legale e invita le strutture interessate a prendere in considerazione la loro partecipazione» ha detto Nicole Brändle, direttrice di HotellerieSuisse.
La causa sarà intentata alla fine di luglio dalla fondazione olandese Hotel Claims Alliance. Possono partecipare tutti gli alberghi in Europa prenotabili su Booking.com – che ha sede ad Amsterdam, ma è di proprietà di una holding americana – tra il 2006 e il 2024. L’azione viene finanziata esternamente, il che significa che gli hotel partecipanti non devono investire soldi propri.
Le associazioni considerano le clausole di parità come una delle principali cause di danno finanziario: a loro avviso Booking.com ha applicato commissioni artificialmente elevate, fino al 18%, ha limitato la concorrenza tra le piattaforme di prenotazione e ha reso più difficile la vendita diretta da parte dei fornitori di alloggi.