Prima di scatenare la caccia alle streghe è bene premettere che è tutto in regola e nel pieno diritto della nuova proprietà.
Eppure aleggiano molti dubbi di opportunità e certo viene un sussulto al cuore, dopo 15 anni.
Un tempo ampiamente sufficiente perché l’opera sia diventata parte integrante della città, di quelle abitudini visive rassicuranti, magari talmente metabolizzate da diventare di secondo piano ma che guai a toglierle.
Senza contare l’enorme valore artistico di un’operazione che celebrando Terragni ha poi assunto una propria dimensione e identità acquisendo una collocazione nel tempo, nella memoria e nella storia dell’arte cittadina.
Eppure succede. Succede che in via Ballarini il wall-paint Novocomum di Fabrizio Musa sta per essere cancellato. Lavori in corso, realizzazione di nuove finestre (pare). Così, ponteggio su ponteggio, fra poco il megadipinto che celebra il palazzo di Giuseppe Terragni di via Sinigaglia (noto anche come il Transatlantico) scomparirà.
Voluto per il centenario della nascita di Terragni (il GT04) fu concepito dall’artista comasco e dal comitato organizzatore. L’opera ottenne l’entusiasta appoggio dell’allora assessore alla cultura Sergio Gaddi e della vecchia proprietà dell’edificio.
Tutti d’accordo, tutti contenti. Però. Però sembra che non venne siglata nessuna intesa ufficiale che in qualche modo blasonasse l’opera come di pubblico interesse o di proprietà di qualcuno.
Peraltro, a rileggere la stampa dell’epoca, è abbastanza chiaro come allora il Novocomum avesse carattere di provvisorietà. Insomma, una cosa fatta un po’ in famiglia e poi dimenticata.
Così oggi non vi è un documento che in qualche modo possa proteggere l’immenso dipinto. Voci molto accreditate ci dicono che in Comune, negli uffici, qualcuno abbia fatto i salti mortali per evitare che il lavoro venga cancellato. Al momento però non sono stati trovati strumenti amministrativi.
Meglio fare qualche foto o conservare quelle d’archivio.
Fabrizio Musa, contattato, mantiene la più classica riservatezza d’artista, mentre Sergio Gaddi in questi giorni si trova in Giappone per le sue conferenze sull’arte. Prima o poi sarà raggiungibile e difficilmente, conoscendolo, eviterà di dir la sua.
LA NASCITA DELL’OPERA: