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Via Del Dos, il Comune invita (con missiva) a scegliere una struttura alternativa. La lettrice: “Ho criticato il sindaco, ora ha fatto una cosa giusta”

Piscina di via Del Dos, qualcosa si muove. Dopo le infinite discussioni sul futuro di quanti utilizzavano la vasca ormai chiusa da mesi e le polemiche non ancora sopite ( qui tutti gli approfondimenti), sulla necessità di fornire soluzioni adeguate, arriva una voce a favore dell’amministrazione Rapinese che nei mesi scorsi aveva inviato a contattare i Servizi sociali per cercare una soluzione.

A scrivere alla redazione è infatti una lettrice che in passato aveva a lungo utilizzato la struttura ormai serrata per un famigliare e purtroppo, da alcun mesi, la utilizza personalmente per un altro problema (e per questo chiede comprensibilmente l’anonimato). “Ho proprio oggi ricevuto una lettera da Palazzo Cernezzi in cui mi veniva presentata una doppia proposta di strutture, tra cui scegliere, per la mia terapia in acqua. Sono infatti stata informata che potevo da subito chiamare gli uffici comunali per decidere se utilizzare la vasca di Simpatia a Valmorea o l’Eracle a San Fermo – dice  la donna a ComoZero – E sicuramente questo è stato per me un passaggio molto importare”.

Adesso dunque la scelta e poi via libera al servizio. “Nei mesi scorsi ho ampiamente criticato giunta, uffici e sindaco per la vicenda di via del Dos. È dunque mio dovere informare che, inaspettatamente, a me, così sono credo agli altri utenti di via del Dos, è stata inviata comunicazione a firma della dottoressa Luciani, di questa proposta alternativa di riabilitazione in acqua, in strutture accessibili serie e condivisibile. Una cosa giusta in favore dei più fragili il Comune di Como stavolta l’ha fatta, un passo avanti. È giusto comunicarlo”.

La stessa lettera dunque dovrebbe essere stata inviata anche agli altri utenti, come quelli un tempo gestiti dall’associazione Thais. Anche se, già in passato, il presidente di Thais Pia Pulici aveva sottolineato come, per i casi di disabilità grave da loro gestiti, impianti come quelli proposti dal Comune non avevano i requisiti tecnici necessari a garantire un adeguato servizio o erano troppo lontani. Adesso dunque bisognerà capire cosa accadrà per questi casi.

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