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Via San Bernardino, scandalo case comunali. Il Pd: “La dignità degli abitanti non interessa alla giunta”

“Eppure non servirebbero grandi cose. Servirebbe salvaguardare la dignità delle persone, quello sì ma la giunta Landriscina se ne disinteressa”. Elide Greco, già consigliera comunale del Pd e volto conosciutissimo in città, ha efficacemente sintetizzato così lo stato delle case comunali di via San Bernardino da Siena. Immobili che – in particolare al civico 32 e 45 – versano in condizioni disastrose da anni e che oggi sono tornate sotto i riflettori per più aspetti.

I soliti aspetti, invero: intere file di appartamenti murati, perché lasciati liberi e mai rimessi a norma, alloggi tuttora regolarmente abitati ma di fatto senza che il Comune di Como abbia mai garantito una manutenzione accettabile, singoli locali in condizioni disastrose.

“In alcuni casi – ha dichiarato l’ex consigliere dem Vito De Feudis – ho visto situazioni indegne di una città come Como, cose che finora avevo visto soltanto in qualche estremo reportage tv”.

Sul posto anche l’attuale capogruppo Pd, Stefano Fanetti, il consigliere regionale Angelo Orsenigo, e il suo predecessore al Pirellone, Luca Gaffuri.

I problemi degli stabili? Infiniti: dall’assenza addirittura delle cose minime (citofono e cancello al 32) fino a vetri rotti, portoni arrugginiti, luci che non vanno, manutenzione affidata unicamente al buon cuore dei residenti, verde incolto e così via.

C’è anche chi da 5 anni, per gravissimi problemi fisici, chiede di poter cambiare alloggio – magari per non dover fare montagne di scale – ma finora non ha avuto alcun segnale in proposito.

“A Como c’è un patrimonio enorme di cui il Comune non si sta prendendo cura. In via San Bernardino sono tanti gli alloggi che necessitano di ristrutturazione per essere resi agibili. Nel frattempo, in attesa di interventi, questi rimangono sfitti. Così si nega una risposta a chi ha bisogno di una casa e non la trova. Per chi invece vive già negli alloggi popolari è una lotta continua con disagio, parti comuni precari, sporco e topi. Fa indubbiamente riflettere che davanti a questa situazione il Comune di Como non abbia stanziato alcuna risorsa per la riqualificazione degli alloggi di edilizia popolare. Invece crediamo fermamente sia un tema da prendersi a cuore”, ha commentato Gabriele Guarisco.

“Nel pieno della crisi portata dal Coronavirus non sta né in cielo né in terra che ci siano centinaia di case vuote mentre tantissime famiglie comasche hanno bisogno di una sistemazione” ha aggiunto Stefano Fanetti, capogruppo Pd in Comune.

“Quello delle case popolari è un patrimonio di grandissimo valore e molti dei residenti fanno di tutto per preservarlo con i propri mezzi – ha dichiarato ancora Elide Greco – purtroppo però, da parte dell’amministrazione, manca l’intenzione politica di migliorare le condizioni di vita dei comaschi che vivono in via San Bernardino e che chiedono migliorie semplici come citofoni funzionanti, un cancello che possa essere chiuso la sera per garantire la sicurezza di tutti o la possibilità di essere spostati in un alloggio senza barriere architettoniche vista l’invalidità comprovata come nel caso di alcuni inquilini. La dignità è un diritto di tutti ma chi governa Como sembra non avere a cuore il bene della cosa pubblica. Dopo tre anni dall’insediamento abbiamo sentito tante parole ma non abbiamo visto nulla di concreto”.

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