Il mercato tre giorni alla settimana, l’antiquariato una volta al mese, la Fiera di Sant’Abbondio una volta all’anno e, per il resto del tempo, un deserto. Ecco cosa sono viale Cattaneo e viale Battisti ma ecco, soprattutto, cosa sono le mura di Como per la maggior parte dell’anno: lo sfondo di nulla.
Eppure altrove, pur con le dovute proporzioni, si organizzano cose come il Mura Festival di Verona (680 appuntamenti tra musica, teatro, cibo e artigianato), la rassegna culturale “La città visibile” sulle mura di Grosseto o le mostre mercato del giardinaggio a Lucca, che però diventa oggettivamente irraggiungibile con concerti come quelli dei Pink Floyd e dei Rolling Stones. E invece Como, al netto delle bancarelle, sembra accontentarsi di viali deserti e mura a cui si appoggiano aiuole trasformate in wc per cani e aree cani trasformate in wc per umani, come se non esistesse una via di mezzo tra cantare “Wish you were here” e il nulla.
Per questo abbiamo chiesto a quattro “menti creative” di Como di provare a immaginare qualcosa per questo angolo di città con un’unica avvertenza: niente tavolini, spritz, finger food, happy hour. E non per una crociata anacronistica contro la movida, ma perché di aperitivi non se ne sente certo la mancanza in città e, a volte, le scorciatoie per portare vita e persone non sempre sono un bene (piazza Volta docet).
Simona Roveda, Teatro Sociale
Direttore editoriale di LifeGate e fresca di nomina a capo del teatro cittadino, Simona Roveda è la figura perfetta con cui iniziare a sognare una vita oltre le mura.
“Il mercato settimanale è non solo un appuntamento irrinunciabile, ma anche il punto di partenza da cui immaginare altre occasioni per far vivere questo spazio oggettivamente deserto”, dice. E così ecco l’idea di mercato declinata in altri modi tutti accomunati dal suo spirito green: “Niente festival, di quelli ce ne sono già troppi in città, ma appuntamenti periodici, iniziative facili capaci di attirare le persone coinvolgendole e creando occasioni di socialità – dice – penso a un mercato dei fiori ma anche, come già avviene in altre città, a mercatini dell’usato e dello scambio che metterebbero in moto un’economia circolare quanto mai preziosa oggi”.
Alberto Cano,
Alberto Cano, Lake Como Film Festival
Le mura come sfondo di eventi come il cinema all’aperto? Un sogno affascinante che però Alberto Cano fa subito schiantare contro la dura realtà. “Dal punto di vista scenografico i viali delle mura sono bellissimi ma, purtroppo, la strada su cui si affacciano è una mezza tangenziale – dice – e se a questo aggiungiamo l’inquinamento luminoso dei lampioni è impossibile utilizzare questo spazio per proiezioni”. Fine, grazie e arrivederci? Non proprio. “Anche se è difficile trovare qui uno spazio protetto, ci sono angoli che invece potrebbero essere sfruttati meglio come il passaggio sotto la torre di San Vitale – spiega – con il Festival abbiamo mostrato quanti luoghi bellissimi si possono utilizzare ma purtroppo, a esclusione della pedonalizzazione di piazza Grimoldi, tutto quello che abbiamo viene dal passato e non dal presente, basti pensare alla passeggiata di Villa Olmo ma, salvo rare eccezioni, da lì in poi è totalmente mancata l’idea di città”.
Sarah Paoletti, Compagnia
Sarah Paoletti, Teatro in Centro
Gli spettacoli della sua compagnia sono da tutto esaurito e fila fuori dal Lucernetta, per intenderci. Quindi chi meglio di lei poteva immaginare come trasformare le mura in una incredibile scenografia? “Penso ad appuntamenti fruibili da tutti come laboratori teatrali per bambini o sul riciclo creativo e spettacoli, magari con cavalieri e principesse – dice – noi ad esempio, quando portiamo in scena lo spettacolo Raperonzolo costruiamo una finta torre come scenografia: non sarebbe bellissimo, invece, utilizzare una vera torre, magari come la torre Gattoni?”. E se poi aggiungiamo “qualcosa di simile agli appuntamenti della fiera L’Isola che c’è ed eventi ad hoc con la possibilità di mangiare prodotti locali”, il gioco è fatto.
Sergio Gaddi, ex assessore alla Cultura e al Turismo, oggi divulgatore d’arte e organizzatore di mostre
E poi arriva Gaddi a infrangere i sogni con una sentenza di morte senza possibilità d’appello. “Il destino di questi viali segue l’agonia delle piazze cittadine – dice – che Como venga violentata da orde barbariche di turisti è la giusta punizione per non aver fatto nulla per attirare un turismo di qualità ma ormai è fatta, è una situazione irreversibile”.
Inutile provare a giocarsi in extremis la carta dei viali sotto le mura che anche lui, nelle dieci edizioni di eventi estivi EsCo, non si era spinto a considerare: “Avevamo proposto una quantità di eventi estivi gratuiti che non si era mai vista prima – chiarisce – se poi non avessero buttato tutto via, i viali sotto le mura sarebbero potuti diventarne la naturale estensione e invece si è fermato tutto per manifesta incapacità personale”. Insomma, per Gaddi più che viali dei sogni questi sono viali del tramonto: “Se in centro non c’è nulla, il punto non è fare qualcosa sotto le mura, la vera emergenza è fare qualcosa in generale”.