Nonostante i lavori del Consiglio comunale di Como siano finiti con una seduta di anticipo (cioè ieri sera poiché l’aula ha votato tutto quanto in programma) la manifestazione di questa sera, rivolta a giunta e maggioranza, non è stata cancellata.
L’associazione Cominciamo da Como è tornata dunque davanti al Municipio. Lo ha fatto con il sostegno dei Fridays For Future, sindacalisti come Matteo Mandressi della Cgil e l’ex deputata e segretario generale della Cisl Adria Bartolich oltre a diversi cittadini.
In primo piano ancora una volta la questione dei senzatetto e del non ancora realizzato dormitorio cittadino (nonostante una mozione votata a inizio luglio 2019 dal Consiglio) e in particolare il tema dei bagni pubblici, essenziali per chi non ha dimora.
Ieri pareva che – dopo essersi incatenati ai servizi del sottopasso di Porta Torre – i ragazzi dell’associazione avessero portato a casa il risultato:
Senzazetto, il Comune fissa nuovi orari per i bagni pubblici. “Per facilitarne l’utilizzo”
Invece no.
In una lettera inviata alla redazione, concetto ampiamente ribadito poi nella manifestazione di questa sera, Cominciamo da Comoevidenzia come non vi sia stato confronto con l’amministrazione:
In un articolo pubblicato ieri sul vostro giornale si dice che “il Comune, dopo i confronti con le associazioni che si occupano delle persone senza fissa dimora, ha concordato con alcuni dei loro rappresentanti i nuovi orari di apertura dei bagni pubblici”.
Vorremmo chiarire che non c’è stata una vera interlocuzione tra noi e il Comune in merito, e che chi ha deciso di partecipare al tavolo proposto dal sindaco lo ha fatto a titolo personale e non in nome di alcuna associazione; inoltre, i provvedimenti presi sono per noi da ritenere assolutamente insufficienti.
Quando abbiamo chiesto all’assessora Elena Negretti di estendere l’orario di apertura, ci ha risposto che ciò non è possibile perché il contratto con la cooperativa che si occupa della gestione dei bagni è scaduto, ed essendo in proroga non è possibile cambiare le condizioni economiche e, di conseguenza, il numero di ore di apertura del servizio.
L’estensione di dodici ore a settimana dell’orario di apertura del bagno di via Sirtori, che riteniamo del tutto insufficiente, è stata infatti resa possibile dalla chiusura delle docce pubbliche di piazzale Anna Frank a Ponte Chiasso, in precedenza aperte per lo stesso numero di ore.
Il servizio di gestione dei bagni pubblici è stato affidato alla cooperativa vincitrice del bando del 2017 fino al mese di maggio 2019. Nella disciplinare di gara di quel bando è scritto che alla scadenza del contratto il Comune avrebbe potuto prorogarlo per “il tempo strettamente necessario alla conclusione delle procedure per l’individuazione del nuovo contraente e comunque per un periodo massimo di sei mesi”.
L’assessora Negretti ha omesso di ricordare questo dettaglio: in barba a quanto scritto chiaramente nel bando, oltre ai sei mesi di proroga previsti (giugno – novembre 2019), il contratto è stato prorogato per altri sei mesi (dicembre 2019 – maggio 2020) e poi per altri sette mesi (giugno – dicembre 2020).
Questo ritardo nella stesura del nuovo bando è inaccettabile, soprattutto se si sceglie di non offrire alternative alle persone che vivono per strada, e mette in luce ancora una volta l’incapacità nell’affrontare i problemi di questa Amministrazione.
Ribadiamo la richiesta di apertura dei bagni pubblici 24 ore su 24 e 7 giorni su 7: senza dimora, residenti e persone che attraversano frequentemente la zona di S. Francesco sono stati portati all’esasperazione dall’incapacità, o dalla deliberata scelta politica di non agire, di questa Giunta.
6 Commenti
Vorrei ricordare all’assessore che a Ponte Chiasso i bagni pubblici di pz. Anna Frank e pz. XXIV maggio, son chiusi da circa una ventina d’anni. Erano un servizio di primaria necessità per le centinaia di camionisti che ne potevano usufruire, è quindi facile immaginare per quale motivo il nostro quartiere sia ormai diventato una latrina a cielo aperto. Tre anni fa, un commerciante si era offerto gratuitamente al Comune per tenere aperti quelli di pz. XXIV maggio provvedendo anche alla regolare pulizia: mai nessuno lo ha contattato. Per contro, quelli in pz. Anna Frank da lunga data sono inspiegabilmente usati da qualcuno non meglio identificato, come dormitorio…e non si tratta di migranti! Questo per correttezza d’informazione.
E la cooperativa che li gestisce non fa niente?
TOTALE stupidità, dobbiamo dare priorità a molte cose che il comune non fa e che ci riguarda tutti …. PULIZIA delle strade, lucidatura regolare degli spazi pubblici, rimozione di coloro che vivono in esse dalla strada (mi disgustano ) risolvi la costa di Como in un buon momento, ecc. ecc. ecc … ma se qualcuno è così interessato ai senzatetto … con letti e docce gratuiti, perché non sono assistiti direttamente da loro … e voilà, è finita il problema … sicuramente la maggioranza può farlo o sicuramente le ONG per cui lavorano … e la questione è risolta
Ma il distanziamento?
…come si scrive friday ?
Per la squadra del Como erano in 200…