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VIDEO Como Nuoto-Pallanuoto Como, la contro-indagine di Rapinese. Anche Mantovani e Ajani chiedono verifiche

Ennesima serata di colpi di scena, in consiglio comunale, sulla vicenda Como Nuoto-Pallanuoto Como.

La potenziale bomba è stata sganciata soprattutto dal consigliere Alessandro Rapinese che in un lungo intervento a corollario di una lettera destinata al dirigente del settore Patrimonio di Palazzo Cernezzi ha affermato di avere recuperato e analizzato i numeri della discordia (ovvero quelli degli effettivi tesserati agonisti di Pallanuoto Como, elenco decisivo per l’aggiudicazione alla stessa società del bando per la gestione del polo di viale Geno, ma su cui Como Nuoto ha chiesto al Comune le famose nuove verifiche rese impossibili dal diniego della Fin).

Nel video che riproduce l’intervento integrale di Rapinese, la ricostruzione che secondo il consigliere potrebbe ribaltare completamente l’esito della vicenda, di fatto portando all’inevitabile aggiudicazione a Como Nuoto del compendio di viale Geno.

Nell’impossibilità della redazione di poter contro-verificare i numeri citati dal consigliere, rimandiamo integralmente al video diffuso da Rapinese relativamente al proprio intervento in consiglio comunale.

Ma anche altri sono stati gli interventi sulla questione.

Il capogruppo della Lega, Giampiero Ajani, ad esempio ha “sollecitato l’amministrazione ad arrivare a un chiarimento sul numero degli atleti agonisti per quanto riguarda la vicenda della Como Nuoto; il mio è un accorato appello perché sono stato a mia volta sollecitato”.

Anche Ada Mantovani (Gruppo Misto) ha affrontato l’argomento.

“Visto il carattere dirimente delle questione chiedo come mai non siano state fatte le necessarie verifiche sui tesserati prima dell’aggiudicazione della gara – ha affermato Mantovani – Quali controlli ora si intende esperire? E come si intende procedere nei confronti di Fin? Non è possibile invitare Pallanuoto Como a chiedere direttamente a Fin l’elenco certificato dei soli atleti agonisti relativamente al triennio indicato nel bando?”.

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10 Commenti

  1. Assolutamente no, quindi la prego ci illumini col suo sapere: le sentenze sono carta straccia e contano le supposizioni?

    Chi ritiene i numeri falsi può fare denuncia (il falso in atto pubblico è un reato), il resto sono solo chiacchiere.

  2. “Se la mia analisi è corretta Como Nuoto tornerà presto in Viale Geno.Se la mia analisi è corretta il Comune di Como… bla bla bla”

    Tanti bei “se” che tralasciano un piccolo aspetto: ci sono 2 sentenze che danno ragione a Pallanuoto Como, ergo vanno applicate.
    Il Comune ha sicuramente fatto un bel casino in generale, ma ora non può che attenersi alle sentenze.

    I “se” di Rapinese e le manifestazione di Como Nuoto non bastano ad annullare le sentenze di TAR e Consiglio di Stato.

    1. C’è poco da sapere, ci sono sentenze che vanno rispettate.

      Se poi si dimostrerà che hanno dichiarato il falso ci saranno le dovute conseguenze: decadenza della concessione, reato di falso, etc..
      Ma roba che a questo punto non compete più al Comune.

  3. La disfida tra Como Nuoto e Pallanuoto Como è l’argomento più importante. Non ci sono dubbi. Se perfino il Capogruppo della Lega si distrae dal quotidiano elenco delle malefatte dei migranti, evidentemente il tema dell’assegnazione degli impianti di Viale Geno, è di vitale importanza. E’ una questione di vita o di morte per i soci di Como Nuoto, che forse avrebbero dovuto scendere dal piedistallo e discutere prima, e per il Presidente di Pallanuoto che forse prima di buttarsi in questa avventura avrebbe dovuto valutare tutti gli effetti anche sulla sua futura gestione. Per intendersi, chissà quanti ex-soci torneranno in piscina con il nuovo gestore? Mah…
    Non comprendo tuttavia la discussione in Consiglio Comunale. Dopo l’assegnazione a Como Nuoto, il ricorso al TAR di Pallanuoto Como, il controricorso al Consiglio di Stato di Como Nuoto e la definitiva assegnazione a Pallanuoto Como è evidente che prima i Giudici del TAR e poi i Consiglieri di Stato hanno stabilito che l’assegnazione del Comune a Como Nuoto era viziata da errori di valutazione. Sono state spiegate le motivazioni, si discute sul dubbio del numero degli iscritti alla FIN ma, non devono discuterne Rapinese o il “guardiano di porta” in Consiglio Comunale dove forse ci sono temi più importanti per la cittadinanza. Devono discutrne gli Avvocati delle due associazioni nelle sedi più opportune. Il prossimo ricorso sarà al Presidente della Repubblica? Se qualcuno non scoppia a ridere prima…..
    Il Comune, ormai, può solo eseguire le sentenze, altrimenti, a fronte si una ri-ri-assegnazione, si sarà un nuovo ri-ri-corso e andremo avanti per vent’anni.

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