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VIDEO Ecco perché il nostro Sociale è un vero e grande teatro: le parole di Hila, l’Afghanistan e i rifugiati in sala

Quando un teatro è Teatro nell’azione più profonda, totale, nella consapevolezza della propria funzione sociale, politica in senso laico e, sì non è una parolaccia, pedagogica. Non solo poltrona e biglietto ma elemento corporale vivo e carnale della società, del tempo, delle cronache.

Questo sa essere, e non da oggi, il Sociale di Como. Lo ha fatto ancora. Ecco quanto raccontano dal primo palco comasco:

Lo scorso 25 ottobre, in occasione del #WorldOperaDay, abbiamo ospitato in teatro alcune famiglie Afghane rifugiate a Como per offrire loro uno spettacolo speciale.
Nella giornata mondiale dedicata all’opera il nostro pensiero è andato al popolo afghano, che attualmente vive un divieto di fare e ascoltare musica.
Il nostro obiettivo era di regalare alle famiglie una serata di serenità e divertimento, facendo conoscere loro i vari tipi di arte – lirica, canto, danza – che da sempre il teatro si impegna a promuovere, in un’ottica di inclusività e sostenibilità sociale.
Un ringraziamento speciale a tutti gli artisti che hanno preso parte all’evento e a Hila Muhammadi, giovane ragazza afghana che ha presentato lo spettacolo.
Grazie anche a Opera Europa per aver proposto l’iniziativa.

Grazie a: Giacomo Leone e Giuseppe Califano, Davide Alogna, Ákos Barát e Scuola Danza Classica Teatro Sociale, Cristina Quadrio e Adriana Mascoli.

Le parole di Hila, il sorriso, sono un cazzotto potente, pura realtà: “Spero che un giorno potremo ancora ascoltare musica in Afghanistan”.

Giustizia, democrazia, diritti delle donne, arte e cultura, tutto questo in un volto e in una voce. Il video:

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