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VIDEO Emozione a Como: le sirene della Polizia locale per il vicecomandante Campagnoli in pensione dopo 43 anni

“Quando gli amici giornalisti scrivono ‘lo storico dirigente’, ‘lo storico vigile’, ‘lo storico ufficiale’… E’ un complimento ma ti fa anche capire che ‘lo storico’ vuol dire ‘vecchio'”.

Un po’ sorride, un po’ scherza, un po’ si commuove Luciano Campagnoli appunto storico (perdono!) vicecomandante della Polizia Locale di Como che oggi 30 aprile 2024 dopo 43 anni di onorata (più che onorata, splendente) carriera oggi ha salutato i colleghi radunati per lui, il comandante Vincenzo Aiello, il sindaco Alessandro Rapinese e la vicesindaco Nicoletta Roperto. Per Campagnoli inizia la pensione ma, scopriamo, la Polizia locale lo terrà come prezioso consulente, comunque non se ne starà con le mani in mano viste le mille passioni che coltiva (“ne ho da vendere”).

[Video disponibile anche in 4K]

Ultimo giorno di lavoro per una delle (e mai immagine è stata così perfettamente calzante) colonne portanti del Corpo, dell’Amministrazione e di questa città. Uomo di cui si diceva un tempo “hanno buttato via lo stampo”, ché così non se ne fanno più. Professionalità e competenza enormi unite a doti umane molto rare e preziose come gentilezza, comprensione dell’altro e un’altissima levatura morale. Ha sempre parlato del suo mestiere, e lo ha fatto anche oggi, come di una vocazione. “Una vocazione laica”, come ha ricordato il comandante.

Dopo la leva obbligatoria nel luglio dell’82 è stato assunto dal Comune. Nel 1988 divenne maresciallo sottoufficiale e poi più avanti ufficiale. Quindi sei anni in trasferta come comandante a Lurate Caccivio e il felice ritorno in viale Innocenzo come vicecomandante. E’ uno dei figli del centro storico, di piazza San Fedele per la precisione che è un po’ una piccola enclave nella città murata. Anima dell’oratorio e dell’attività pastorale della Basilica, è un musicista di talento formato alla Scuola di Musica Sacra della diocesi, tuttora organista ausiliario di San Fedele appunto, di Santa Cecilia e di San Donnino. Inoltre è anche campanaro ufficiale. Amante della montagna e dei boschi, dove spesso trova rifugio, da tempo vive a Cernobbio con la moglie con cui ha due figli. E non è raro vederlo partire a piedi dalla cittadina per raggiungere il centro di Como: “C’è messa, vado a suonare e mi faccio una passeggiata”.

A sinistra Luciano Campagnoli negli anni ’80. Quando piazza San Fedele vedeva un costante susseguirsi di eventi, fiere, feste e celebrazioni e vita della comunità

“In queste poche righe abbiamo cercato di sintetizzare quello che Campagnoli rappresenta per la città, per il Corpo e anche per il sottoscritto come amico” ha detto il comandante Aiello consegnandogli una targa con la voce segnata dalla commozione. “Sarà più complesso da domani, lascia tanti insegnamenti a tutti noi e li metteremo a frutto – ha aggiunto – ma ci resterà vicino e sfrutteremo le sue capacità professionali anche nelle prossime settimane, nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Veramente grazie”

Sulla targa si legge: “Interprete dei valori e custode della storia del Corpo di Polizia Locale di Como, con viva gratitudine e sincero ringraziamento per la competenza, la passione, la disponibilità e l’equilibrio testimoniati in oltre 43 anni al servizio della comunità”.

“Come è andato questo viaggio?”, ha chiesto poi il sindaco a Campagnoli (nel video la chiacchierata tra i due). “E’ stata una bella esperienza, affascinante, da ripetere e da consigliare. Bisogna dire ai giovani che bisogna farli questi concorsi”, ha risposto.

Ha poi raccontato: “In questo mestiere c’è sempre da imparare, bisogna capire i cambiamenti. Io ho avuto la fortuna di attraversare almeno tre epoche. Sono entrato come Vigile urbano, poi siamo diventati Polizia municipale e infine Polizia locale. Sono tre filosofie di vita diverse. Il vigile urbano è una figura ormai vecchia, era un tempo in cui le persone portavano ancora i panettoni a Natale ai vigili. Abbiamo voluto diventare Polizia municipale dicendo: ‘non diventiamo gli scimmiottatori delle forze di Polizia dello Stato’. Abbiamo campi di intervento che sono vastissimi e che non sono arati da nessuno se pensiamo al commercio, se pensiamo al concetto di sicurezza urbana che non è ordine pubblico, sono due cose diverse, ecco lì c’è tanto e tanto da fare. Non dobbiamo perdere di vista il motto che ci siamo dati per i 150 anni: “Con la gente, per la gente, tra la gente” è una cosa molto importante in cui io credo molto”.

Poi la cerimonia, gli applausi, l’ultima timbratura di cartellino, l’attenti e le sirene delle auto in onore del vicecomandante (il video rende meglio di ogni racconto).

Per comprendere quanto sia forte il legame di Luciano Campagnoli con questa città, e quanto questa città gli debba, pubblichiamo un estratto da un recente articolo che il vicecomandante ha scritto per il bollettino della parrocchia di San Fedele:

Oggi la “città murata” può essere paragonata ad un gigantesco centro commerciale preso d’assalto in determina te ore della giornata, triste e deserto in altre. Dalle nostre piazze sono scomparsi i tanti ragazzi e ragazze che giocavano per le strade a calcio memorabili le partite sul sagrato di san Fedele che si concludevano quasi sempre con la rottura di un vetro del portone della basilica o il ritiro del pallone effettuato dal sacrestano o dal vigile urbano allertato dai residenti “adulti”. Ho visitato molto prima di entrarci in pianta stabile il Comando della Polizia Locale di Como, ivi accompagnato per gioco abusivo del calcio o qualche al tra marachella o a “mondo” disegna to con il gessetto o con un mattone sull’asfalto.

Oggi il loro posto è preso d’assalto da fiumane di turisti che rendono quasi impraticabili le principali vie del centro. I tradizionali negozi “di vicinato” hanno praticamente cessato di esistere e il loro posto è stato preso da altre tipologie commerciali. La vita, un tempo scandita dagli orologi dei campanili (oggi tacciono di notte e durante il giorno hanno ridotto al lumicino i loro rintocchi) oggi scorre frenetica avendo come “faro” gli orari di apertura dei tanti negozi, guidata dalla “fame” di shopping o più semplicemente dal gusto di passeggiare per il centro parzialmente svuotato dalle auto (chi si ricorda il posteggio a pagamento in piazza san Fedele, in piazza Perretta, in piazza Cavour e piazza Grimoldi?).

Eppure la storia e l’arte si respirano ad ogni angolo, basta pensare alle migliaia di turisti che ogni anno visitano la nostra basilica di san Fedele, per non parlare della Cattedrale. […] Non dimentichiamo che ben tre sindaci di Como del dopoguerra sono nati nel Centro Storico (Botta, Bruni, Landriscina) senza scordare l’attuale che vi risiede, eredi e con il compito specifico, se possibile, di trasmettere alle generazioni future lo “spirito” di questo quartiere che amiamo e che vorremmo vedere rivivere in modo “pieno”.

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