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VIDEO Montano e Lenno, Adele che salvò le prostitute. Paolo Bonolis: “Il miracolo di mia zia”. Esce il doc di Lipari

Era il 1917, a Milano pioveva a dirotto e una bambina, andando incontro a suo papà per portargli un ombrello, si fermò incuriosita a osservare i fiori tra i capelli di una ragazza ferma sotto il temporale all’angolo di una strada.

Era una prostituta e la bambina da quell’incontro inaspettato rimediò uno schiaffo dal padre “perché quelle donne non si guardano” e un pensiero che l’avrebbe accompagnata lungo tutta una vita costellata di scelte coraggiose capaci di brillare ancora oggi, a 41 anni dalla sua scomparsa: “Chi sono quelle donne? Perché sono così sole, vulnerabili e tristi?”.

Questo è l’inizio della storia di Adele Bonolis, insegnante di religione milanese al liceo classico Berchet resa Venerabile per volontà di Papa Francesco lo scorso 21 gennaio, che dedicò la sua vita agli ultimi.

Ex prostitute ma anche ex carcerati e malati psichici che accolse nelle quattro case che riuscì a fondare grazie al sostegno di amici e benefattori che la aiutarono a realizzare un sogno a quei tempi era oltre ogni immaginazione: non luoghi di detenzione, penitenza o isolamento ma vere e proprie famiglie in cui, prima della legge Merlin e della legge Basaglia, si offriva una concreta opportunità di recupero e reinserimento a persone altrimenti destinate a restare ai margini della società.

A raccontarla è stato il regista comasco Paolo Lipari che ha presentato il suo docufilm “La centesima strada” nel corso di un appuntamento streaming trasmesso sul sito della Fondazione Adele Bonolis a cui hanno partecipato l’Arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini, il presidente del comitato per la beatificazione Alessandro Pirola e il presentatore televisivo Paolo Bonolis, pronipote di Adele.

“L’incontro con Adele Bonolis mi ha ribaltato le prospettive – ha raccontato Lipari – pensavo di dover ricostruire una figura storica e invece ho trovato una realtà viva, una santità non gravata da reliquie o sfondi dorati ma con tutta la dolcezza di un abbraccio inatteso”.

E attraverso la voce di Adele Bonolis, registrata nel corso di una gita in pullman organizzata con un gruppo di amici per far conoscere i suoi progetti, Lipari ha ripercorso luoghi e ricordi incontrando chi, tra ex alunni e collaboratori, ha avuto la fortuna di conoscerla e di condividere con lei il suo progetto visionario, quella centesima strada che, secondo Adele, Dio manda in aiuto di chiunque per completare l’opera che ciascuno, con le proprie mani, ha costruito percorrendo le altre novantanove.

Un sogno che ha toccato anche Como perché due di queste case si trovano nel nostro territorio, Villa Salus a Lenno (dedicata all’ospitalità di disabili) e Casa Maria Assunta a Montano Lucino (che oggi accoglie donne che, con i loro bambini, scappano dalla violenza o si trovano in difficoltà economiche).

“Mia zia aveva una naturale autorevolezza ma era uno spirito goliardico, come tutti noi Bonolis – ha raccontato il pronipote Paolo ricordando le vacanze estive trascorse con lei nella casa di Montano Lucino, dedicata allora all’accoglienza di ex prostitute e dei loro bambini – in questo periodo, in vista della sua canonizzazione, mi è stato chiesto più volte se io ricordassi un miracolo da lei fatto in vita. Ma il miracolo l’abbiamo tutti sotto gli occhi e sono queste case, un miracolo che non si è esaurito nel momento in cui si è realizzato ma continua ancora oggi. E credo che mia zia Adele, più che di essere santa o beata, sarebbe contenta di vedere le sue opere continuare a vivere”.

La centesima strada

Viaggio alla scopetta della vita e delle opere di Adele Bonolis

di Paolo Lipari (25 min)

fondazioneadelebonolis.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Chissà se il buon Paolo B. può dare un bell’aiuto alla fondazione, sua zia sarebbe orgogliosa. Che scoperta, non conoscevo la storia di Adele, grazie a Lipari e a Como zero

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