“Invito Moratti e Fontana a rendersi disponibili a confronti pubblici diretti. Li sfido a tornare a Como, insieme, per parlare della Lombardia. Sarebbe un bel palcoscenico”. Così oggi il candidato alle prossime elezioni regionali per Pd e centrosinistra Pierfrancesco Majorino. L’europarlamentare, ex assessore ai Servizi Sociali di Milano, era in biblioteca per presentare la candidatura. Presente, ovviamente, tutto lo stato maggiore del Pd, così come di Sinistra Italiana, Europa Verde e Articolo 1. A fare gli onori di casa il consigliere regionale Dem, Angelo Orsenigo. “Siamo alternativi a Fontana e Moratti – ha detto – il centrodestra è spaccato e noi siamo la vera alternativa su tanti fronti. Come dice Majorino la Lombardia non è solo Milano ma una complessità di territori. Voglio anche ringraziare Giuseppe Guzzetti per la presenza”. L’ex numero uno di Fondazione Cariplo, iscritto al Pd di Como, era infatti al fianco del candidato presidente.
“E’ una corsa contro il tempo – ha esordito Majorino – una combinazione non voluta mi vede qui oggi e oggi sono state annunciate le date del voto (12 e 13 febbraio, qui i dettagli, Ndr). E’ necessaria una svolta politica di una Regione non all’altezza dei bisogni e delle attese dei cittadini. Una svolta che non riguarda solo Milano ma una pluralità di persone con storie e necessitùà diverse. Il nostro programma sarà incentrato su questo primo cambio di passo. Serve un’istituzuobne vicina alle comunità locali che non sia solo sede del centralismo burocratico”.
Il candidato è stato molto onesto: “E’ una sfida che fa tremare i polsi ma abbiamo molta ambizione, c’è bisogno di aria fresca in una regione che non ha sufficiente ambizione, che viaggia col fiato corto come dimostra la gestione della sanità. Ieri sera ero ospite da Formigli e mi sono trovato a discutere con l’ex assessore al Welfare Gallera che rivendicava risultati. Ma su cosa? E’ stato un fallimento. La regione ha straordinarie eccellenze sanitarie pubbliche e private ma non accompagnate da una politica armonica e positiva. 3 anni fa un lombardo su 20 rinunciava alle cure perché non poteva permettersi il privato, oggi uno su 9”. Per quanto riguarda Como, poi: “268 giorni di attesa per una visita oculistica al Sant’Anna dimostrano quanto si tratti di una sanità discriminatoria. Serve una terapia d’urto su smaltimento dei tempi e liste d’attesa”.
Poi i trasporti: “Ci sono territori tagliati fuori, in questi anni la politica ha abituato i cittadini a non essere esigenti. Noi rappresentiamo voci esigenti come dice il maestro Renzo Piano ci sono territori che vanno rammendati. Abbiamo l’ambizione di ritrovare efficacia per lavoratori e imprese nelle politiche attive del lavoro, bisogna sburocratizzare e lavorare sulla formazione permanente. Regione poi è lenta sul Pnnr, perché? Perché usa poco i fondi europei?”. Quindi la questione ben nota nel comasco dei dissesti idrogeologici: “Non è solo una grande questione legata all’emergenza ma investire in questo senso significa creare lavoro green e sostenibile, in questo senso ho in mente il più grande piano mai realizzato”.
7 Commenti
D’accordo con Luigi+Resti, le promesse vanno spiegate, motivate, come le realizzeranno?
Ci sono OBIETTIVI e STRATEGIE DI PERCORSO, BUDGET DI STANZIAMENTO e quant’altro….
Come faranno ad eliminare le lunghe liste d’attesa? Precisino, please!
In più ci sono i medici di base che centellinano o rimandano o negano gli esami perché forse non necessari, costosi per la sanità, e per farseli prescrivere bisogna andare già con l’ esito di una visita specialistica (privata!) dove si richiedono approfondimenti….a volte!
Di cosa stiamo a parlare? Mah.
Basterebbe parlare di Sanità in Lombardia per poter dire che è necessario voltare pagina. Non è solo un problema di liste di attesa che scompaiono miracolosamente quando si passa dal pubblico al privato convenzionato e neppure di medicina del territorio che ci vede sempre più carenti di medici di base, di guardie mediche e di ambulatori. Speriamo che non ci si dimentichi della pietosa inefficienza che la Regione Lombardia ha dimostrato durante la pandemia.
Le liste d’attesa svaniscono magicamente se si va dai privati convenzionati a pagamento.
Sono anni che è così e evidentemente la magistratura trova la cosa assolutamente normale.
A pensar male, sulle liste infinite che poi per magia scompaiono se si paga nelle strutture convenzionate, si fa peccato… ma spesso ci si azzecca.
È forse il caso di cercare di capire se è in atto da anni una sistematica operazione di depotenziamento del servizio pubblico per favorire il privato CONVENZIONATO con delle belle indagini approfondite?????
È forse il caso di controllare benissimo gli appalti di fornitura degli ospedali per capire se ci sono sprechi terribili o doppie o triple fatturazioni????
Sarebbe bello sapere che la sanità è una isola felice di efficienza e trasparenza.
la presenza di Guzzetti è una garanzia per sconfitta, come alle elezioni comunali di Como
Non solo…..anche tutti gli altri schierati al tavolone per farsi rimirare.
Bacchetta magica, ci spieghi come farà ad eliminare le lunghe liste d’attesa.
Con la po-li-ti-ca.