La più facile metafora della polvere sotto il tappeto evolve e matura nell’immagine (reale) di un’avida e insaziabile muffa celata dietro una porta. Cose sottratte all’occhio, e non da oggi.
Della situazione di Villa Olmo parliamo da tempo. E’ stata parzialmente rigenerata con un parco nuovo fiammante, tanto costoso quanto bello. Poi stop.
La facciata recentemente ristrutturata vede l’intonaco sfarinarsi, il ristorante rimesso a nuovo è abbandonato e accessibile a chiunque spinga con un colpetto l’ampia porta a vetri, i passaggi per disabili, mamme col passeggino e anziani del parterre erano fino a qualche giorno fa ben sepolti sotto tre centimetri di un ingeneroso tappeto ghiaioso.
Quindi sono arrivati i meravigliosi ragazzi della Coop Sociolario che, nel giorno di Halloween vestiti da streghe e fantasmi, li hanno ripuliti. Una settimana dopo (purtroppo e certo non per colpa di chi ha messo cuore e mani per un’iniziativa di altissimo valore simbolico e sociale) la situazione sta tornando al prima. Insomma, della povera dimora settecentesca abbiamo detto tutto.
Anzi no, quasi tutto.
Rimanendo agli esterni, la pessima, e ripetutamente denunciata, situazione delle mura affacciate sul parco retrostante si è decisamente aggravata tanto che le transenne che prima limitavano una piccola area sono state allargate fino a abbracciare tutto il corpo centrale del complesso. Con cartello non equivocabile: “Pericolo caduta materiale”.
Da un po’ di tempo i pezzi in discesa libera da cornicioni e parapetti sono drammaticamente aumentati. Piovono pietre, insomma, manco fossimo in una cava maltenuta.
Villa Olmo, le croste sotto il trucco: la facciata restaurata scolorisce. E il retro fa spavento
E la muffa dietro la porta di cui sopra? Nessuna allegoria: c’è e si trova nelle sale chiuse al pubblico del primo piano dove tra parquet che paiono composizioni dadaiste, grovigli di cavi e crepe monitorate da sistemi di sicurezza digitali.
Lentamente (ma voracemente) la muffa si sta pappando interi affreschi riducendoli a polvere finissima che come neve si deposita sul pavimento sconnesso. Colpa di infiltrazioni continue.
Purtroppo l’ultimo piano è irraggiungibile. Niente da fare, nemmeno il personale del Comune può entrare.
A nulla vale insistere: chissà quale segreto si cela dietro le ultime e invalicabili porte.
Villa Olmo umiliata. L’imbarazzante degrado della darsena tra terra, ghiaia e pattume
E’ incredibile che dai tempi delle Grandi Mostre (restano a memento dell’’âge d’or manifesti melanconici appiccicati a un armadiaccio di metallo) e dall’uscita del Centro Volta pezzo a pezzo, fessura per fessura ogni microdanno (plausibilmente riparabile con rapidi interventi) sia stato lasciato lì, in uno stato di solitudine divenuta progressiva cancrena.
Certo non si può imputare all’amministrazione in carica la responsabilità di una situazione tanto antica.
E viene da pensare, tutto sommato, se il mega finanziamento ottenuto anni fa (7 milioni di euro, di cui 5 da Fondazione Cariplo e gli altri da Comune, Camera di Commercio e Provincia) non potesse essere destinato, prima di tutto, a una mega operazione di salvataggio della Villa.
Ma è solo una domanda: le scelte son scelte. Tant’è. Resta che abbiamo per le mani un diamante (ammaccato ma pur sempre prezioso).
VILLA OLMO: TUTTE LE CRONACHE
D’estate sono mediamente 1.500 i visitatori che affollano le sale nei fine settimana, tra i 250 e i 500 in inverno. Tutti stupiti, e felici, del fatto che non vi sia biglietto di ingresso.
“Ma perché questi entrano e girano per sale vuote?”, chiedo con colpevole ingenuità a chi mi accompagna. “Sei comasco – è la risposta – conosci la villa, per te è roba di casa, ma mettiti nei panni di uno statunitense che la vede per la prima volta”. Già. Ora pare davvero vicina una svolta, ne parliamo qui, entro fine anno potrebbe arrivare la mega-gara: un maxi appalto che accorpa tutti i lavori necessari: dal tetto alle fondamenta.
Bene. Resta, come un acufene incurabile la domanda: esattamente, come siamo arrivati a tale scempio?