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Vivere e morire a Civiglio: i segreti del quartiere perduto dove vince la solidarietà

Per arrivare a Civiglio, bisogna percorrere un lungo tratto di strada serpeggiante, talvolta stretto, che parte dal centro città. Piazza della Concordia, fulcro del quartiere, è spesso deserta. Un luogo dalla bellezza antica, che ricorda l’Italia di tanti anni fa. Poco distante, l’unica attività commerciale della zona.

“Il mio locale funge da bar, ristorante e luogo di ritrovo – racconta Angelo Ciprandi, 66 anni, gestore de Il Crotto Civiglio – non ci sono altri locali o negozi”.
Ogni acquisto viene fatto in centro città.

Elisa Bernasconi e Angelo Ciprandi

“Le attività commerciali non potrebbero sopravvivere in una realtà di pochi abitanti come questa – continua – faccio del mio meglio, ho sempre una piccola scorta di generi alimentari per le emergenze”.

Per gli acquisti è necessario usare l’auto o prendere l’autobus. Ma gli anziani spesso faticano a spostarsi.
“Siamo una comunità molto solidale – sottolinea Elisa Bernasconi, 27enne co-titolare del locale – se una persona non può muoversi la aiutiamo. Alcuni supermercati, poi, consegnano a domicilio”.
E la farmacia? “La più vicina è quella di Brunate – dice Elisa – che regolarmente porta i medicinali a casa di chi non può spostarsi. Quando non ci riescono ci pensiamo noi”.

Mario Noseda

Un vociare allegro risuona nel locale. “Civiglio si sente un po’ abbandonata – spiega Mario Noseda, pensionato 65enne – il medico è presente solo una volta a settimana, poco per un quartiere ricco di anziani”.

Sono tante le difficoltà. “Fino a qualche anno fa avevamo un impiegato del Comune che saliva nel quartiere – prosegue – aiutando nelle pratiche amministrative quanti avevano difficoltà a spostarsi. Ora non succede più”. Non solo gli anziani hanno problemi.
“Ambulanze e pompieri faticano a raggiungerci – racconta Alessandro Bernasconi, pensionato 70enne – e le strade necessiterebbero di maggiore manutenzione”.
Civiglio resta, però, un quartiere amato.

Giampietro Bernasconi

“Non lo cambierei – conferma Giampietro Bernasconi, 74enne veterano del luogo – amiamo la pace che regna qui. Certo in passato era più vivo ma ci sono le iniziative organizzate dagli abitanti”.
Non mancano, infatti: la sagra Agricola in autunno, le attività parrocchiali con il cineforum, le feste organizzate dal gruppo Civiglio in piazza e il contributo del Circolo degli Alpini.

Giuseppe Noseda

Una cosa, in particolare, sta a cuore alle penne nere. “Vorremmo riqualificare il vecchio lavatoio – spiega Giuseppe Noseda, 81enne – noi Alpini siamo disposti a mettere gratis la manodopera, abbiamo chiesto al Comune di fornirci solo i materiali ma al momento non abbiamo avuto risposte”.

E i giovani?
“I ragazzi trascorrono il loro tempo in centro città – dice Tilde Tognocchi, maestra della scuola primaria D’Immè – ma sono tanti i bambini del centro che raggiungono il nostro Istituto. Perché? Un ambiente sano e una didattica che esalta il contatto con la natura e l’artigianato. È un quartiere che può dare tanto”.

 

Tilde Tognocchi

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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6 Commenti

  1. Cara Theodora il tuo è un commento totalmente gratuito basato su stereotopi e non sulla realtà della piccola ma orgogliosa comunità civigliese. Te lo potevi risparmiare.

  2. Buon Giorno Pietro:

    Io sono Claudio Noseda di Buenos Aires, Argentina, sono un discendente di Domenico Noseda, Nato a Civiglio nel 1865, arrivato in Argentina alla fine del 1800. Vorrei contattare la Famiglia di Civiglio.

  3. Interessante articolo. Se posso commentare con una scintilla di pragmatismo (senza offendere le sensibilita di quelli fissati su la loro narrativa) dico. Sai, ci sono tante comunita’ che hanno strade dificili in Europa, ci sono tante comunita che vivono persino senza aqua. Tanti che davvero vivono nella paura di incendi costanti, ho visto e vissuto con i miei occhi, quindi, ho diritto di dire la mia. C’e una certa vittimismo nell articulo in cui certe mentalita’ “sguazza nel auto dispiacere costante”. Sempre la faccia di vittima, anche’ quando hanno la pancia piena (sempre soprapeso, sempre fumano, sempre bevono, certo che non fanno niente di sano, e si vede). Si sguazzano nell dispiacere. Che cavolo vogliono dal Comune? Guarda la foto del lavatoio, per esempio. Circondato di spazzatura dentro. No farmi ridere. Nessuno di questi “parlatori del bar” possono passare una ora per pulire via la spazzatura che circonda el lavatoio? Ma dai. Con 2 persone si pulisce questo subito, e’ il comune porta via quando avete colocato la spazzatura. Ci vuole volonta’, invece di bla bla blah vittimismo. Poi, il graffiti, potete facilmente spruzzare pittura sopra. Se fate questo, il comune capisce che avete orgoglio, avete un po’ di vita intelligente e voglia di comunita’ sociale, e quindi rispondera’ con tale. Invece fate niente. Invece de dare un esempio, voi rimanate brontolando di cose che frankamente non e’ nulla di strano, viviamo problemi in tutto Europa. Siete brontolosi con la faccia sempre triste, per nascondere il fatto che non volete fare niente, se non prendi ringraziamenti e massagi de ego. Una forma di narcissismo. Tutti devono baciare vostro
    sedere per fare quello che fa qualsiasi persona normale. Cosa ci vuole pulire la zona che circonda la lavandaia per preparala per una seria richiesta di aiuto dal Comune? E’ fuori di cervello organizzare un weekend per farlo con tutti, 2 ore con 6 persone? Ma dai. Se voi presentano almeno una scintilla di voglia, e pride, il Comune risponde. Invece no. Voi vi siedete con culo immovibile se nessuno vi salva. Non siete capace di far niente se non c’e immediato pannelone e talco. Ma vai.

    Siete no solo falsi nella maniera che cercate di dipingere, siete lazzaroni che parlano tanto per parlare, mentre mantiene il culo coperto. Vi fa comodo. Una classica esempio e’ la ridicula falsita’, “I ragazzi trascorrono il loro tempo in centro città – dice Tilde Tognocchi, maestra della scuola primaria D’Immè – ma sono tanti i bambini del centro che raggiungono il nostro Istituto. Perché? Un ambiente sano e una didattica che esalta il contatto con la natura e l’artigianato. È un quartiere che può dare tanto”.
    Tilde, non farmi ridere. Come “raggiuingono”? Hanno camanito Everest? Sono portate per macchina (Mercedes) da la loro Mamma porta a porta. Diciamo la verita Tilde. O hanno camminato 5 minuti. E’ poi, i “ragazzi stanno in centro citta”? Quale centro citta? Hai appena detto che no c’e citta e’ che devono “raggiungere” tua scuola”. Angelo dice che e talmente dificile, nessuno puo vivere senza su benevolenza. Siete un branco di mentirosos.

  4. Civiglio è un paesino rilassante, silenzioso, uno spaccato dell’Italia che fu, un ancora fortunatamente incontamimato angolo di purezza antica. Come nei film di Don Camillo. La Brescello lariana…

  5. Tutti quelli che come me sono nati e hanno vissuto gli anni della giovinezza in questo che continuiamo a chiamare paese lo hanno sempre nel cuore. Mi è capitato di tornarci insieme a mia moglie qualche anno fa e mi è sembrato che il tempo si fosse fermato. E ho trovato molti dei mei antichi amici che rivedo qui rappresentati e che saluto.

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