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Zambrotta rivela: “Le gambe arcuate? Devo operarmi, me le raddrizzano. Il Como, progetto straordinario”

Una bellissima intervista al podcast Bsmt di Gianluca Gazzoli, quella del comasco doc e campione del mondo Gianluca Zambrotta. L’ex stella di Como, Juventus, Milan, Barcellona e ovviamente della Nazionale ha parlato per oltre 2 ore di vita, carriera e – per l’appunto – moltissimo di Como e del Como. Il tutto, con una rivelazione anche su una delle sue caratteristiche fisiche oggettivamente inconfondibili: le gambe arcuate, che ora saranno sottoposte a un’operazione per raddrizzarle.

“Non è una cosa ti porta il calcio, io tra l’altro non ho avuto grandi infortuni in carriera – ha raccontato Zambrotta – Mi sono solo operato 3 volte ai menischi interni, ma sono operazioni semplici. Non ho i menischi interni a destra e a sinistra, e le gambe si sono arcuate sempre più. Sono un modello di laboratorio: se mi guardano le gambe, mi chiedono ‘come fa a camminare questo essere umano?‘. Ora nel giro di breve mi opererò a entrambe le ginocchia. Attività fisica? Posso fare soltanto padel. Sono andato a farmi vedere da 3-4 chirurghi importanti a livello nazionale e si chiedono come possa avere queste ginocchia. Ma quest’anno è arrivano il momento di operarmi, me le raddrizzano con un’osteotomia, prima una e poi l’altra. Taglieranno piccole parti di ossa sopra e sotto, poi inseriscono delle placche per raddrizzarle un po’ per cercare di tenermi il mio ginocchio e non mettere una protesi totale che dovrò fare tra un po’ di anni”.

Foto da Fb Gianluca Zambrotta

Nel corso dell’intervista, molto spazio anche a Como e al Como: “Credo che il Como in questo momento stia facendo un lavoro straordinario – ha detto Zambrotta – Questa proprietà indonesiana che è la più ricca d’Italia e in 5 anni ha portato la squadra dalla serie D alla seria A, con un centro nuovo a Mozzate, un progetto per uno stadio nuovo, un grande entusiasmo. Lo stadio oggi è sempre pieno, la gente va con la voglia di vedere la propria squadra, persino in trasferta a San Siro c’erano 5mila tifosi”.

Io sono comasco, ho giocato nel Como, da 10 anni vivo in centro storico e vivo la città – ha aggiunto il campione del mondo – La città negli ultimi 5-6 anni ha avuto un’esplosione turistica e la società ha avuto questa meravigliosa idea di legare lo sport alla città turistica. Hanno puntato molto sull’intrattenimento e hanno visto lungo su qualcosa che prima facevano in pochi e così allo stadio trovi il cantante famoso, Hugh Grant o Spider Man in tribuna e questo porta grande visibilità“.

“Se i comaschi apprezzano? Io ho sempre detto che questa comunicazione deve poi combaciare con i risultati perché se quelli non arrivano…Ma la società è comunque molto attenta alla parte tecnica: ci sono un’idea e una mentalità di gioco grazie a Fabregas e un direttore generale, Carlalberto Ludi, che ha seguito la storia del Como negli anni ed è una persona ultracompetente che sa di calcio. La proprietà ha messo figure che sanno di calcio e questa è la cosa basilare per il progetto“.

Inevitabile anche un ricordo degli esordi da calciatore a Como, con la famiglia che però ha sempre voluto che portasse a termine gli studi prima di intraprendere del tutto la carriera professionistica: “Io facevo il Setificio, mi sono diplomato alla scuola statale pubblica e appena finito il liceo avevo già un lavoro in una fabbrica da tessitore, ma poi sono andato a giocare a Bari. Potevo anche farlo prima, ma non mi hanno lasciato andare perché volevano il diploma“.

“A tirare i primi calci al pallone iniziai nell’Alebbio, in un quartiere di Como – ha ricordato Zambrotta – Poi, dopo la vittoria ai Mondiali del 2006 la Federazione ci diede la possibilità di donare un campetto in sintetico a una società, e io ovviamente l’ho donato all’oratorio”.

Piccolo spazio, nell’ambito dell’esplosione turistica di Como e del lago, anche per i brevi incontri con George Clooney: “L’ho beccato soprattutto nei primi anni. Lui andava a mangiare in un ristorante sul lago e l’ho trovato lì. Po ogni tanto mi è capitato di trovarlo con la sua Harley Davidson in giro sul lago e mi è sempre sembrato una bellissima persona, disponibile, alla mano, pur essendo uno degli attori più importanti del mondo”.

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