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Como, a Rebbio la Pastasciutta Antifascista: “Solidarietà a don Giusto sotto attacco da Rapinese”

A Como, nel quartiere di Rebbio, il 25 luglio scorso si è mangiata la “Pastasciutta Antifascista”, in onore del giorno del 1943 in cui Mussolini venne sfiduciato dal Gran Consiglio per poi venire arrestato dal Re. Di fatto, la fine del Regime come lo si era conosciuto dal 1922. Il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Fabrizio Baggi, ha diffuso una nota per sottolineare la giornata in cui si cita anche il recente attacco del sindaco Alessandro Rapinese al parrocco di Rebbio e alla sua accoglienza di migranti e senza dimora. Pubblichiamo di seguito l’intervento di Baggi.

Quella della pastasciutta antifascista è una “ritualità” che porta con sé la storia di una famiglia simbolo della Lotta di Resistenza – i Cervi – la storia di due genitori sopravvissuti a sette figli trucidati dalla follia criminale nazifascista e repubblichina al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943 per via della loro attività partigiana.

Ogni anno in tutta Italia nei giorni che vanno dal 25 al 31 di luglio le sezioni ANPI, le organizzazioni politiche della Sinistra, le organizzazioni sindacali, la società civile e l’associazionismo organizzano l’emulazione di quella prima festa dell’antifascismo che, la famiglia Cervi, tenne a Campegine (RE) il 25 luglio del 1943 per festeggiare la fine della dittatura fascista e la deposizione di Benito Mussolini, avvenuta in quella stessa data nel 1943. Come risaputo la storia purtroppo ci consegna un epilogo triste di quella vicenda che, come tutte le storie con i fascisti, ha un risvolto tragico. Mussolini fu presto liberato dai nazisti, che lo misero a capo della finta repubblica di Salò, consentendogli di riorganizzare le sue squadracce con quelli che ancora gli erano fedeli, tra le loro fila anche il giornalista Indro Montanelli e Giorgio Almirante.

Ieri ho avuto il piacere di partecipare alla Pastasciutta Antifascista di Como, la mia città, ed è stata davvero una splendida serata.

A Como, da qualche anno, abbiamo deciso di tenere quest’importante iniziativa nel cortile dell’Oratorio San Martino di Rebbio, quello del nostro amico don Giusto, un luogo dove si praticano la solidarietà, l’accoglienza, la rivendicazione dei diritti per tutte e tutti, la giustizia sociale, l’antimafia e via discorrendo, un luogo finito più volte sotto attacco sia da parte della destra eversiva sia da parte della cosiddetta destra istituzionale – non ultimo il sindaco Rapinese proprio nei giorni scorsi.

Ieri sera siamo state/i li, e reputo che scelta migliore non potesse essere fatta, perché l’antifascismo – lo diciamo sempre – non può e non deve essere solo un fatto commemorativo, l’antifascismo lo si deve praticare nei gesti quotidiani, ognuno secondo le proprie attitudini e possibilità e, il prezioso operato di don Giusto e della sua comunità, che da più di un decennio si sostituisce all’inefficienza colpevole sul piano sociale delle almeno 3 ultime amministrazioni (Lucini, Landriscina, Rapinese) va esattamente in quella direzione.

All’oratorio di Rebbio si contrastano e si sono sempre contrastate le politiche migratorie fascistoidi che, a partire dalla Turco-Napolitano e la Bossi-Fini passando poi per i decreti Minniti, i decreti sicurezza a firma Salvini, il decreto Cutro di Piantedosi e i regolamenti anti ONG ideati ancora una volta da Minniti e resi legge da questo Governo rendono ancora più insopportabile il viaggio e la permanenza in Italia,

All’oratorio di Rebbio si rivendica il diritto all’abitare e si gestiscono beni confiscati alle organizzazioni criminali,

All’oratorio di Rebbio si fa il Pranzo della Liberazione l’ultimo fine settimana precedente al 25 Aprile,

All’oratorio di Rebbio si contrastano tutte le discriminazioni

All’oratorio di Rebbio si fa antifascismo reale.

Per tutte queste ragioni la nostra Pastasciutta Antifascista viene fatta li e, l’incasso al netto delle spese, viene devoluto alla Parrocchia che ne fa poi un prezioso utilizzo sociale. Ieri sera è andata veramente molto bene anche sul piano economico.

Ieri sera abbiamo fatto la nostra parte per sostenere uno degli ultimi presidi sociali di questa città. Abbiamo ricordato la famiglia Cervi, abbiamo attualizzato i temi dell’antifascismo, ci siamo divertite e divertiti e abbiamo raccolto molte firme necessarie alla presentazione del referendum conto ogni autonomia differenziata, battaglia di fondamentale importanza per la difesa della Democrazia e della Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza.

Grazie a tutte e tutti e soprattutto grazie a don Giusto.

Viva la Libertà, viva L’antifascismo.

28 luglio 2024

Fabrizio Baggi, Segretario regionale Partito della Rifondazione Comunista Lombardia

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

31 Commenti

  1. Ho lavorato 4 anni in un ufficio non lontano dalla zona della chiesa di quel prete, chiesa trasformata in una specie di tendopoli/baraccopoli, dove giravano ragazze/i vestiti con abiti firmati, ultimo modello di cellulari, che si potevano incontravare a tutte le ore (io uscivo spesso dall’ufficio per motivi di lavoro), che MANTENIAMO NOI! altroché pastasciutta antifascista!! A quando un bel pranzo con pietanze anticomunista? e pure anti-ANPI, perché di quei partigiani credo, non ce ne siano più in vita, ma solo profittatori che si nascondono dietro quella sigla solo per intascare i fondi che lo Stato mette a disposizione delle associazioni (quelle VERE)!

  2. Ma i compagni non erano quelli che Dio è morto, la religione è l’oppio dei popoli, viva peppone abbasso don Camillo? A quando che so, una peperonata anti comunista? O una carbonara per quelli che hanno avuto parenti (civili) derubati e ammazzati dai partigiani? Oppure una aglio e olio per quelli che hanno subito reati da parte degli ospiti dei compagni?

  3. Beh, diciamo che a saperlo prima, un piatto di pastasciutta immagino a prezzo calmierato e insieme a brava gente, mi avrebbe fatto piacere. Poi come al solito se tocchi certi argomenti, a qualcuno va immediatamente il boccone di traverso. Problema loro

  4. All’ORATORIO di Rebbio si dovrebbe essere e agire “ come e da ORATORIO”.
    Poi don Giusto ha stabilito di fare altro . E va bene (quasi bene). Poi ha deciso (da anni ) di fare la sponda politica di quelli che pensano di essere SEMPRE E COMUNQUE dalla parte della ragione e titolari unici delle verità storiche. Va bene ? Diocesi sempre muta. E più don Giusto insisterà ad essere “partigiano” ( non dell’ANPI) più le divisioni aumenteranno. Con felicità delle “Salis” e soci per le quali picchiare chi è di destra (obbligatoriamente fascista ) non è reato. E faccio anche una gita in Ungheria per coltivare questa simpatica passione. Così ho il
    PASS per l’Europa . VERGOGNA .

  5. Cosa c’entra l’antifascismo in questa vicenda?. Semmai è preoccupante che gli oratori aprano all’ideologia comunista al mancato rispetto delle leggi e della democrazia solo per avere visibilità ma che sul piano sostanziale incentiva l’illegalità.

    1. Invece di straparlare di comunismo e illegalità si vada a rileggere Matteo 25, 35-44: visto che tutti i destrorsi nostrani hanno sulla bocca le nostre origini cristiane… Don Giusto è un prete, applica il Vangelo; l’oratorio è un luogo dove si dovrebbe sempre applicare il Vangelo.

  6. Caspita questa è bella. Gli alpini in Russia mandati da Togliatti. Mio nonno che c’è stato raccontava un’altra storia. Diceva infatti che fu mandato da tale Mussolini Benito. Forse era lo pseudonimo di Togliatti, ma non penso.

    1. tutto fa brodo quando serve ad additare qualcuno come fascista.
      Non a caso hanno scritto di Almirante, ovvio riferimento a coloro che additano come fascista. Se nelle adunanze ANPI c’è chi scandisce “uccidere un fascista non è reato”, non dovrebbe esserlo neppure per quelli che loro definiscono neofascisti (Casapound) o nipoti di Almirante (FDI). O no ?
      Del resto quanto scritto nella loro lettera è esemplare:
      – se non sei favorevole ai clandestini, se fascista
      – se non sei favorevole alla occupazione delle case vuote, sei fascista
      – se non sei contro le dittature, tranne quelle comuniste, sei fascista
      – l’antimafia è solo di sinistra, diversamente dei fascista (poi si dimenticano dell’accordi con la mafia degli americani)
      – sei vuoi l’autonomia prescritta dalla Costituzione e votata con la modifica del titolo V dalla sinistra, sei fascista.
      … come creare ad arte fascisti da appendere a testa in giù alla prima occasione di impunità

  7. RSI, sembra che i comunisti nostrani abbiano difficoltà a ricordare che anche Albertazzi, Dario Fo, Walter Chiari, Cesare Pavese e molti altri ne facessero parte o ebbero parole di particolare simpatia verso il fascismo.
    Non c’è niente da fare, la storia la vogliono scrivere e riscrivere loro.
    Impressiona invece che ci siano ancora vie intitolate a Palmiro Togliatti, il sanguinario responsabile della morte di miglia di alpini in Russia, ma di questo nessuno ne parla.

      1. Ecco la dimostrazione dimostrata di una visione storica del tutto parziale.
        Questo scrisse Togliatti a proposito degli Alpini prigionieri in Russia:
        “La nostra posizione di principio rispetto agli eserciti che hanno invaso la Unione Sovietica, è stata definita da Stalin, e non vi è più niente da dire. Nella pratica, però, se un buon numero dei prigionieri morirà, in conseguenza delle dure condizioni di fatto, non ci trovo assolutamente niente da
        dire (…).
        Il fatto che per migliaia e migliaia di famiglie la guerra di Mussolini, e soprattutto la spedizione contro la Russia, si concludano con una tragedia, con un lutto personale, è il migliore, è il più efficace degli antidoti. Quanto più largamente penetrerà nel popolo la convinzione che aggressione contro altri paesi significa rovina e morte per il proprio, significa rovina e morte per ogni cittadino individualmente preso, tanto meglio sarà per l’avvenire d’Italia…».

        1. E quindi? Chi li ha mandati a morire lì? C’è un prima e c’è un dopo, c’è una causa e c’è un effetto. Meno confusione sarebbe gradita. E tutto ciò pur senza approvare le parole di Togliatti.

  8. Legge Turco-Napolitano del 1998 a firma di Livia Turco e Giorgio Napolitano all’epoca ministri rispettivamente della Solidarietà Sociale (Livia Turco) e dell’Interno (Giorgio Napolitano), Presidente del Consiglio Romano Prodi (o Massimo D’Alema, non ricordo quando avvenne il ribaltone).
    Decreto Minniti (o Minniti – Orlando) dal nome di uno dei relatori, Marco Minniti all’epoca se non sbaglio Ministro dell’Interno del governo Gentiloni.
    Non proprio governi e maggioranze di destra caro Signor Baggi.

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