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Ticino, Gobbi: “Con le frontiere chiuse criminalità azzerata, meno padroncini e concorrenza sleale”

Mentre continuano dibattito e incertezze sulla riapertura delle frontiere svizzere, a fronte del via libera italiano che scatterà dal 3 giugno, oggi è il presidente del Consiglio di Stato – il governo ticinese – Norman Gobbi ad affrontare nuovamente la questione, anche sotto angolature diverse dal solito. Ovvero, quelle della criminalità nel Cantone e quella della concorrenza di artigiani e imprenditori italiani oltreconfine.

Le parole di Gobbi sono riportate oggi da questa intervista per il Mattinonline, il giornale della Lega dei Ticinesi.

“La parziale chiusura della frontiera ha praticamente azzerato la criminalità (e questo è un dato di fatto) – si legge in un passaggio nel contesto dei rapporti Italia/Svizzera – I controlli alle dogane hanno inoltre impedito ai “padroncini” italiani e a eventuali lavoratori in nero di venire in Ticino a fare concorrenza sleale ai nostri artigiani nel ramo dell’edilizia e non solo. Una boccata d’ossigeno per questo settore dell’economia ticinese che ha potuto riprendere l’attività dopo il blocco imposto per questioni sanitarie in modo un po’ più sostenuto. Anche su queste considerazioni invito i ticinesi a riflettere”.

Sul fronte della riapertura delle frontiere svizzere per gli italiani (ma anche per gli stessi svizzeri, che possono già venire in Italia ma con “divieto di spesa e turismo”), poche le novità. Anzi, confermata la situazione di attesa.

“Prima di riaprire con l’Italia – dice il presidente del Consiglio di Stato nell’intervista – la Svizzera (non il leghista Gobbi…) vuole capire bene la situazione della curva dei contagi e di quanto accade in Lombardia e Piemonte e nelle altre Regioni. Infatti, i dati di nuovi contagi in Lombardia, in proporzione, sono ancora di 8 volte superiori rispetto ai nostri”.

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3 Commenti

  1. Grazie signor Gobbi idéale fare dei controlli alle frontiere Svizzera da poter tenere sotto controllo chi viene a casa e mandare indietro parassiti e criminali. La Svizzera era un’oasi di tranquillità pace e sicurezza con questa libera circolazione non bene.

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