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Sul lago di Como e nel cuore del bosco un ristorante a cielo aperto con i tesori locali: funghi, tartufi, castagne e mirtilli

Funghi, tartufi, castagne, mirtilli e lamponi. I tesori del bosco saranno i protagonisti assoluti di un evento esclusivo, in programma domenica 20 ottobre. La frazione di Costa Prada, a Bellagio, si trasforma in un ristorante a cielo aperto a stretto contatto con la natura. Nel cuore del bosco, circondati da alberi maestosi, immersi nel silenzio di uno scenario naturale da favola, i commensali potranno sedersi a tavola e gustare un pranzo a base di prodotti tipici di stagione, curato per l’occasione dallo chef Luigi Gandola del ristorante Salice Blu di Bellagio, in collaborazione con l’azienda agricola Giarabù. Il tutto in abbinamento ai vini lariani delle Cantine Angelinetta.

Spiega Luigi Gandola: “Il nostro obiettivo è quello di valorizzare i prodotti tipici del bosco e le biodiversità uniche dell’entroterra lariano, invitando i nostri ospiti a scoprire sapori insoliti e diversi da quelli che solitamente incontriamo a tavola. Vogliamo offrire un’esperienza immersiva che non si limiti al piatto, ma che parta dalla natura stessa. Nel menù sarà possibile trovare castagne, marroni, funghi, tartufi, frutti di bosco e i formaggi dell’Antica Latteria Bellagio. Vogliamo dimostrare che la cucina lariana non si ferma alle specialità del Lago, ma offre una gamma di opportunità molto più ampia ed eterogenea, che si riallaccia alle radici della nostra tradizione. I commensali avranno l’opportunità di partecipare a un’escursione guidata nel bosco, accompagnati dalla guida professionista di media montagna Emanuele Valli, per comprendere da vicino la ricchezza del nostro territorio. Dopo il pranzo, sarà possibile assistere a una dimostrazione di caccia al tartufo, un momento di condivisione che speriamo possa arricchire il legame con la tradizione e il rispetto per la natura che ci circonda”.

Aggiunge Gandola: “La stagione di raccolta dei funghi attorno al Lago di Como nel 2024 ha avuto un inizio tutt’altro che incoraggiante. A causa delle temperature eccezionalmente elevate del mese di agosto, il terreno si è disidratato in modo significativo, rallentando la nascita dei funghi e lasciando i cercatori di porcini, chiodini e finferli a mani vuote. L’assenza di piogge, unita al caldo prolungato, ha impedito la formazione delle condizioni ideali per la crescita dei funghi, specialmente nelle zone a bassa quota. Tuttavia, settembre ha portato finalmente piogge sufficienti, rinnovando le speranze di una ripresa. Le previsioni indicano che nei prossimi giorni la ‘caccia’ ai funghi potrebbe finalmente prendere il via, grazie all’umidità che favorisce la nascita dei miceti. È atteso un aumento delle quantità di porcini e altre varietà nei boschi della zona, con appassionati pronti a riempire i cestini. Nonostante il ritardo, il fascino della raccolta rimane intatto, con molti che approfittano delle prime giornate autunnali per esplorare i sentieri boschivi. Al contrario, la ricerca del tartufo – che predilige quote medie, laddove le temperature sono state più stabili – è presente in maniera abbondante nel nostro territorio e sta regalando ottime soddisfazioni ai cercatori”.

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