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VIDEODOC “Oltre il lago”, tre anni di riprese per la biodiversità comasca. Capolavoro di Emotional View

Ogni singolo frame nasconde un lavoro minuzioso, certosino. Non a caso ci sono voluti quasi quattro anni – tra set, postproduzione e montaggio – per realizzare sei minuti e venticinque secondi. E’ un capolavoro di immagini “Oltre il lago”, videodoc realizzato dai nostri amici di Emotional View (già produttori di Ten giò i man da la verdüra). “Un piccolo viaggio – spiegano – nella biodiversità del Lario”. Una riflessione attenta, profonda, mai banale sul valore dell’ambiente, sui rischi cui sono quotidianamente esposti i patrimoni naturali che fanno della nostra terra un tesoro di biodiversità.

GALLERY

“Siamo felici di condividere con tutti voi il nostro primo documentario. Ci siamo dedicati – dicono dal gruppo di autori – a questo progetto a partire dall’ottobre 2015, parallelamente alla nostra attività istituzionale. In questo lavoro abbiamo riversato tutta la nostra passione, il nostro entusiasmo, il nostro sudore. C’è ancora molto da dire e noi di Emotional View non ce ne staremo con le mani in mano. Il nostro sogno è realizzare una “Piattaforma della biodiversità” dove approfondire ed espandere i contenuti che troverete nel video! Fateci sapere cosa ne pensate”.

 

L’INTRODUZIONE

Sento spesso parlare della mia terra. Ne leggo tra le righe delle riviste patinate, ne sento parlare nei servizi dei rotocalchi televisivi, eppure credo che pochi abbiano colto la sua vera identità. Per me è sempre stata prima di tutto un rifugio dal grigio della metropoli. Ad ogni mio ritorno il cuore tornava a scaldarsi. Sento che l’uomo ha sacrificato troppo in favore dell’urbanizzazione e lungo la strada abbiamo perso qualcosa di noi stessi. Lontani dall’imparare la lezione, perpetuiamo giorno dopo giorno la violenza contro madre natura. Con uno sguardo attento scopriremmo che un solo fazzoletto di terra può ospitare un ambiente unico al mondo. Ogni angolo non salvaguardato è un patrimonio perso, ogni angolo vivo è un bene da tutelare.

Il mio viaggio alla scoperta della BIODIVERSITA comincia qui, dal luogo più buio e inaspettato. Spesso percepiamo l’oscurità come ASSENZA ma se illuminata può essere lo scenario di grandi scoperte. Questo è il luogo di incontro fra Madre Terra e l’acqua, che qui si rivela come portatrice di vita. Vita che assume forme più discrete e a volte bizzarre. Dipingendo con un fascio di luce possiamo ammirare le forme scolpite dall’incedere dell’acqua. Non ci sono stelle nella notte eterna dell’ambiente ipogeo. Fuori invece la volte celeste lascia il passo ogni giorno ad una nuova alba.

Parafrasando Marcel Proust “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”. Risalendo verso Nord anche un lago tra i più noti al mondo rivela una nuova identità. I suoi rami si snodano fra anse che ricordano le forme sinuose di un fiume, retaggio dell’antica origine, mentre le sue montagne ci raccontano dell’incontro fra territorio e uomo. Storie di confini, di conflitti e tradizione.

Dove l’acqua rallenta forma specchi in cui la vita si adatta. Un unico ecosistema, una moltitudine di ambienti, organismi e processi vitali. Indipendentemente dalle dimensioni la vita si manifesta in tutta la sua pienezza. Addentrandoci fra le valli a nord l’acqua definisce un mondo impetuoso, fatto di vertiginosi salti e pozze cristalline. Anche qui la vita prolifera e trova il suo spazio anche là dove l’acqua disegna solo un sottile velo trasparente. Là dove la roccia sembra incontrare il cielo, le condizioni si fanno più dure e la sfida per la sopravvivenza più aspra. L’uomo si è sempre confrontato con rispetto a queste terra, trovando il suo equilibrio, mentre la natura ha prodotto stupefacenti adattamenti. Ed è nella libertà di questi sterminati spazi che la fauna selvatica può raggiungere le sue forme più grandi e costruire storie più avvincenti. Storie che ci avvicinano al vero cuore del nostro territorio, un cuore pulsante, vitale, da conoscere e conservare per raggiungere meglio anche il nostro“.

 

 

 

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