Era stato materialmente espulso nel 2020 dall’Italia ma spacciava droga a Como, la Polizia di Stato ha arresta un tunisino di 53 anni. Nel pomeriggio di ieri, venerdì 12 maggio, la Questura di Como ha predisposto un servizio straordinario di controllo del territorio in ambito cittadino, finalizzato, spiegano “al contrasto del fenomeno della criminalità diffusa e dei reati predatori, con particolare attenzione all’area di via Milano, piazza San Rocco e piazza della Tessitrice”.
Impiegati 3 equipaggi della Polizia di Stato, di cui due del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia, e un equipaggio della Polizia Locale di Como. Evidenziano ancora dalla questura: “I poliziotti sono stati impiegati nelle aree più sensibili e problematiche della città, hanno controllato amministrativamente alcuni locali pubblici ed effettuato 5 posti di blocco identificando in totale 80 persone. Nel corso dei controlli un equipaggio della Squadra Volante ha notato in via Zezio un uomo a bordo di una bicicletta che alla vista dell’auto della Polizia ha improvvisamente accelerato la pedalata cercando di nascondersi tra le vie traverse della zona”.
L’uomo, subito fermato, è stato identificat: un cittadino tunisino di 53 anni, senza fissa dimora e clandestino, con numerosi precedenti penali a suo carico e colpito nell’agosto del 2020 da un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Ragusa, con la prescrizione di non fare ritorno in Italia per 5 anni.
Prosegue il racconto: “Vista la sua presenza sul territorio e accertata la violazione alle disposizioni, l’uomo è stato accompagnato in Questura dove gli è stato trovato addosso un quantitativo di cocaina di circa 2 grammi suddiviso in dosi confezionate singolarmente e pronte per essere cedute, oltre a 160 euro divisi in vari tagli. L’uomo è stato arrestato per la violazione della legge sull’immigrazione e sugli stupefacenti e, previo avviso al P.M. di turno, trattenuto nelle camere di sicurezza della Questura per essere giudicato con rito direttissimo nella mattina di oggi”.
Un commento
“lo spacciatore: era stato espulso nel 2020”. Questo dimostra, se ce ne fosse bisogno, che lo Stato non è in grado di garantire il controllo del territorio in modo efficiente e costante.