La Polizia di Stato, nel pomeriggio di ieri, ha arrestato per spaccio di stupefacenti e resistenza a Pubblico Ufficiale, un 46enne marocchino, irregolare sul territorio, pluripregiudicato per reati della stessa fattispecie e senza una dimora fissa.
La Squadra Mobile di Como, su specifiche indicazioni del Questore di Como Marco Calì, ha predisposto controlli a tappeto nelle zone boschive tra i comuni di Alzate Brianza e Albavilla, dove le segnalazioni riguardanti lo spaccio sono più consistenti. Così, nel pomeriggio di ieri, gli agenti della Squadra Mobile hanno accerchiato la zona chiudendo la rete poi in un bosco di Albese con Cassano, dove era presente il 46enne marocchino intento a confezionare le dosi di stupefacente per poterle vendere al dettaglio.
L’intervento dei poliziotti è stato fulmineo e preciso ma ha generato la repentina fuga dell’uomo tra la fitta vegetazione, inseguito dagli uomini della mobile che, dopo qualche metro e dopo aver recuperato un borsello nero del quale il marocchino si era liberato, hanno bloccato l’uomo. Al momento del fermo si è generata una colluttazione nella quale il 46enne ha aggredito uno degli agenti, spruzzandogli in viso uno spray urticante che aveva con sé. All’interno del borsello nero gli agenti hanno rinvenuto, 55 grammi di cocaina, 37 grammi di eroina, 46 grammi di hashish, 1100 euro e un bilancino di precisione, oltre a materiale per il confezionamento delle dosi.
Portato in Questura l’uomo è stato identificato con precisione e, anche sulla base dei molteplici precedenti penali specifici, arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a Pubblico Ufficiale. Avvertito dell’avvenuto arresto, il P.M. di turno ha disposto che venisse associato alla Casa Circondariale di Como.
Un commento
Le droghe vanno legalizzate, così come sono legali nicotina (tabacco) e alcool.
La domanda di consumo è incomprimibile.
E’ dal 1923 che si fa la guerra alla droga. Dopo più di cento anni è ora di prendere atto che essa è una guerra persa.
Il consumo di droga aumenta ogni anno. Tra i motivi, uno è proprio il fascino del proibito, un altro è che i guadagni sono talmente ingenti che i lavoratori del settore sono fortemente incentivati a cercare costantemente nuovi guadagni.
La legalizzazione – si possono valutare le esperienze del Portogallo e dei nostri vicini/cugini svizzeri – è un’opzione non più rinviabile.