RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità, Cronaca, Cultura e Spettacolo

Como, l’associazione e il tentativo di sgombero: “Rapinese passeggiava avanti e indietro aspettando che io andassi via” (Video)

Giornata convulsa in viale Cavallotti a Como. Come raccontavamo nel pomeriggio il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, si è presentato davanti alla sede dell’Associazione Carducci con il comandante della polizia locale, il dirigente comunale alla partita accompagnato da altri ufficiali e il fabbro per eseguire lo sgombero dei locali storicamente in capo al sodalizio. Qui la primissima cronaca: Atto di forza di Rapinese contro l’Associazione Carducci, tenta lo sgombero ma Forgione si oppone: “Non avevano documenti per giustificare l’intervento”.

Immediata l’opposizione al provvedimento della presidente dell’associazione, Maria Cristina Forgione (avvocato), che in assenza di documenti ufficiali presentati dagli agenti, ha impedito l’accesso ai locali e per questo avrebbe ricevuto una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e per occupazione. Fatto sta che secondo il racconto di Forgione la doppia denuncia non sarebbe stata notificata.

Ma tutto da cosa origina? Il quotidiano La Provincia questa sera spiega come: “Il tribunale di Como ha respinto il ricorso urgente presentato a giugno dall’associazione Carducci contro l’ordinanza di sgombero con cui, ad aprile, il Comune invocava la restituzione dei locali dello stabile di viale Cavallotti” (qui l’articolo completo).

E ci sono i precedenti che abbiamo documentato nei mesi scorsi:

Sconfitto in Tribunale, Rapinese prova di nuovo a cacciare l’Associazione Carducci: “Gravi inadempimenti e comportamenti” 

L’associazione Carducci vince in tribunale: la richiesta di soldi del Comune di Como è “infondata” (e paga le spese processuali) 

Carducci vince in Tribunale. Forgione: “Dal sindaco inutile sfida per sgomberare la cultura. Ce n’era bisogno?” 

La questione è rovente e non finisce certo qui, tra opposte ragioni e atti di forza è impossibile stabilire cosa accadrà già tra poche ore. In attesa di una posizione ufficiale del sindaco, che questo giornale pubblicherà volentieri, ecco la trascrizione dell’intervista a Forgione, rilasciata subito dopo l’azione del primo cittadino e della Polizia Locale:

Avvocato Forgione siamo fuori dal Carducci, lei è Presidente dell’Associazione: ricostruiamo brevemente cosa è successo oggi.
Verso le 15:30/16 ho ricevuto una chiamata da parte di un associato del Carducci, che è anche mio figlio, che mi dice che si sono presentati la polizia locale ,sindaco e dirigente con il fabbro dicendo che avrebbero dovuto murare gli accessi Al Carducci e mettere le inferriate tipo al Politeama. A questo punto mio figlio dice di aspettare il mio arrivo. Io arrivo dico che lorono non devono entrare all’interno del Carducci perché non hanno alcun titolo, mi dicono che loro lo fanno in virtù di una sentenza, di un provvedimento che non mi mostrano e fanno riferimento a un’ordinanza dell’aprile 2014 di sgombero. Ovviamente io chiedo l’ordinanza, chiedo il contenuto dell’ordinanza e soprattutto di sapere quali devono essere i locali da sgombrare. La cosa che mi ha dato molto fastidio è che nel frattempo, mentre succedeva tutto questo, il sindaco era presente e continuava a passeggiare avanti e indietro attendendo evidentemente un segnale di dismissione del possesso per vedere che io andassi via dal Carducci. Perché questa è la cosa che mi ha dato più fastidio.

In ogni caso, par di capire, non le hanno consegnato questa sentenza.
Non mi hanno consegnato niente. Alla fine non avendo nulla da consegnare dopo aver parlato per circa una ventina di minuti, hanno deciso per non uscire a vuoto di fabbricarsi al momento un atto che sarebbe stato di resistenza pubblico ufficiale, non so per quale motivo perché io avevo tutti gli estremi per non farli entrare, più occupazione abusiva del bene immobile nel quale sono dentro da 130 anni.

Le sono state poi notificate le denunce?
Non mi sono state consegnate, non mi è stato consegnato niente. Ero qua con l’avvocato Venco che ugualmente ha detto che questa era un una cosa che non doveva essere fatta; ho chiamato anche i carabinieri che ovviamente mi hanno detto che ero protetta dalla polizia locale che mi stavo buttando fuori… E niente erano presenti più testimoni.

Ok, questo è quanto è accaduto fino a questo momento. Da adesso in poi come vi muoverete?
Noi andiamo avanti. Noi andiamo avanti perché comunque le sentenze devono passare in giudicato. E’ veramente il modo in cui oggi c’è stato questo atto di forza… E soprattutto il primo cittadino, il primo cittadino, che non si è neanche avvicinato ma ha continuato a passeggiare per vedere sconfitto il Carducci è una cosa che veramente fa male alla città.

Anche per chi la sta guardando, riassumiamo in breve perché il Comune vi dice “uscite” e perché voi sostenete invece di avere pieno titolo a rimanere all’interno della struttura.
Perché sono 130 anni che noi siamo all’interno e noi abbiamo impugnato questa ordinanza di sgombero che tra l’altro non identifica neanche quali siano i locali effettivamente del Comune, quali siano i nostri. E comunque sono tutti nostri, perché noi abbiamo il possesso e noi andiamo avanti perché sono 130 anni che noi lo curiamo.

Poi voi sostenete che i documenti dicano che ne avete diritto. Corretto?
I nostri documenti dicono che abbiamo diritti, i nostri documenti continuano ad assegnarci finché noi non ci saremo, alcuni locali identificati più tutti i locali dei quali abbiamo necessità. In più sono 130 anni che il Comune non ci ha mai chiesto i locali e l’usucapione si fa in 20 anni, non si fa in 130 anni.

L’INTERVISTA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. il comune rappresenta la popolazione e deve fare i suoi interessi. L’associazione rappresenta solo se stessa e i propri interessi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo