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Como, rubano una bici e poi dall’armadietto in palestra: due giovani arrestati

La Polizia di Stato, ieri pomeriggio, ha arrestato un 22enne moldavo, con precedenti di polizia, senza fissa dimora e un 23enne del Togo, con precedenti di polizia, residente a Rogeno (Lecco), entrambi cittadini italiani, ritenuti responsabili di furto aggravato in concorso.

Verso le 14 di ieri, una volante è stata inviata nei pressi della Chiesa del Santo Crocifisso in viale Varese, dove era segnalata dal proprietario una bicicletta MTB rubatagli al mattino e assicurata ad una ringhiera con un lucchetto che non era di sua proprietà. Il ritrovamento della bici era avvenuto tramite un localizzatore Gps installato sulla due ruote.

I poliziotti hanno quindi iniziato a perlustrare le attività commerciali nella zona, rintracciando, in una palestra vicina  i due soggetti. Sono bastate poche domande e il ritrovamento addosso a uno di loro della chiave del lucchetto per far ammettere ai due il furto della bicicletta davanti ad una scuola della città.

Portati in Questura, sono stati identificati e sono emersi i vari e numerosi precedenti di polizia (il 22enne moldavo si era distinto il mese scorso per aver danneggiato un’auto in centro con una spranga di ferro) nel frattemp è arrivata dalla palestra visitata poco prima, la denuncia di un cliente che lamentava il furto di alcuni oggetti personali dalla borsa custodita nell’armadietto: occhiali da sole, maglia griffata e portafogli contenente denaro.

La perquisizione effettuata dagli agenti in Questura ha quindi permesso di trovare tra gli effetti personali dei due, tutti gli oggetti che, dopo il riconoscimento, sono stati riconsegnati.

Avvertito il Pm di turno, lo stesso ha disposto il loro processo per direttissima, da celebrarsi oggi.

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3 Commenti

  1. I soliti delinquenti..stranieri “22enne moldavo, con precedenti di polizia, senza fissa dimora e un 23enne del Togo, con precede”. E x legge sta feccia viene riconosciuta italiana??? Ma riempiteli di calci in c..lo

    1. Forse lei pensa che i due ragazzi preferiscano questa vita misera e fatta di furti invece che una vita decorosa come può esser la sua?

      Chi afferma che la vita sia solo una questione di scelte (il mito del “Se vuoi, puoi.”) spesso parla dall’alto di una posizione privilegiata (perlomeno in relazione ai più disperati) senza rendersi conto che non nasciamo tutti nel medesimo ambiente, con le stesse possibilità di partenza e i medesimi percorsi.

      Tutto ciò non per negare la responsabilità individuale di ogni essere umano, ma per non abdicare a quella Ragione (con la “R” maiuscola) che dovrebbe spingerci a capire la realtà umana che ci circonda.

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