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Astra, così è nato miracolo che ha salvato il cinema. “Ora film, cultura e streaming”

Pensando alla salvezza del cinema Astra, la storica sala cittadina chiusa dal 2018 in attesa di adeguamenti degli impianti, si poteva ipotizzare la vittoria di un cospicuo bando pubblico o, magari, un benefattore illuminato.

Mai ci saremmo immaginati, invece, di raccontare che i supereroi che un giorno lo avrebbero salvato dal trasformarsi in un condominio sarebbero stati 850 comaschi (e più, perché i contributi continuano ad arrivare).

“Grazie Como! Coming soon”. Il cinema Astra e il cartellone che ringrazia per il miracolo

75mila euro, 60 giorni per raccoglierli, il Covid, i cinema chiusi e tutti a casa a guardare film su Netflix: tutto faceva presagire una catastrofe e invece l’Astra ce l’ha fatta ed è salvo. Ma, a parte l’amore incondizionato per quelle poltrone di velluto rosso che sono nel cuore di tutti i comaschi che da solo non avrebbe fatto il miracolo, qual è stato il segreto del suo successo?

“Il segreto è stato non aver avuto segreti – è la risposta del project manager Marco Fumagalli – abbiamo messo subito in chiaro che si trattava dell’ultima possibilità per l’Astra e la città ha capito e risposto immediatamente. La cosa più bella, però, è stata vedere che non sono arrivate grandi donazioni, ma sono stati i piccoli contributi di tanti a fare la differenza. È stato davvero un movimento di popolo”.

Sicuramente vincente è stata anche l’idea di rivolgersi a due tipologie di pubblico diverse: gli storici affezionati del cineforum e i giovani, che dovranno essere il futuro del nuovo Astra. “Abbiamo pensato di riaprire la sala per permettere, a chi era abituato a viverla in presenza, di tornare a respirarne l’atmosfera venendo a scegliere una delle locandine dei film proiettati qui – spiega – e parallelamente abbiamo coinvolto i giovani con iniziative online grazie alle associazioni giovanili che faranno parte della nascente cooperativa Astra 2000”.

E ora, chiusa la raccolta fondi, è il momento di mettersi al lavoro e vedere se il nuovo modello di gestione ibrido (commerciale e culturale) sarà in grado di fronteggiare la concorrenza dei multisala e di una disaffezione generalizzata verso il grande schermo.

Ma su questo Fumagalli è ottimista: “Il modello di gestione che abbiamo presentato era già stato ritenuto valido da chi ha selezionato la nostra proposta in occasione dei bandi che abbiamo vinto – dice – l’Astra verrà gestito nei weekend dalla casa di distribuzione PGA con una programmazione più commerciale mentre durante la settimana la nuova cooperativa organizzerà cineforum, rassegne speciali e attività culturali coinvolgendo le diverse realtà cittadine e potendo contare, oltre che su 450 posti, su un nuovissimo impianto per le dirette streaming”.

I tempi? “Vorremmo riaccendere lo schermo il prossimo autunno”, promette Fumagalli.

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Un commento

  1. saranno pieni di africani, l’hanno conservato per loro, giusto? … siamo circondati da ONG papiste filocomuniste pro sociali mancine

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