Nell’era di Netflix e dell’on demand, con un 2022 che ha segnato un -50% di spettatori rispetto al pre Covid, immaginare che un cinema monosala senza mega parcheggio e hamburgeria – e senza neppure uno straccio di poltrona massaggiante deluxe – possa avere successo, è impensabile. Invece a Como non è una, ma sono ben due le storiche sale dell’Astra e del Gloria che, fila al botteghino alla mano, stanno dimostrando che c’è sempre più voglia non solo di uscire di casa, ma anche di qualità.
E così l’Astra a pochi mesi dalla riapertura, sembra aver vinto la sua sfida più importante, riempire la sala (ché a fare una donazione sull’onda della nostalgia sono capaci tutti, o quasi, ma poi bisogna andarci davvero, al cinema). “Abbiamo venduto quasi settecento tessere del Cineforum, più di quelle del periodo pre chiusura, e abbiamo deciso di aumentare a sette il numero degli appuntamenti settimanali per non lasciare nessuno fuori, anche chi compra il biglietto per la singola proiezione – spiega Michele Luppi, referente della cooperativa Astra 21 che si occupa della gestione del cinema – i prossimi passi, però, sono quelli di riuscire a coinvolgere sempre di più le diverse realtà cittadine e un pubblico sempre più eterogeneo”.
Un percorso già iniziato, nei giorni scorsi, con la proiezione del film “Le otto montagne” in collaborazione con Cai e Cao e che proseguirà il 9 febbraio con quella del docu-film “Trieste è bella di notte” organizzata dalla Caritas Diocesana: “Da febbraio, inoltre, inizia la nuova avventura dei Sabato Kids, una rassegna di film per bambini tutti i sabato pomeriggio con una festa di Carnevale con un clown e sorprese per tutti i bimbi in maschera dopo la proiezione del 18 – spiega – inoltre stiamo lavorando anche sulla la scelta delle pellicole in cartellone nei giorni di normale apertura del cinema puntando su titoli di qualità e a breve vorremmo coinvolgere anche le realtà locali in un progetto di sponsorizzazione del cinema attraverso spot da proiettare prima dell’inizio dei film”.
Ma dietro le quinte dell’Astra, si sta compiendo anche un secondo piccolo miracolo: “Con noi collaborano circa una quarantina di volontari, alcuni che addirittura non avevano mai messo piede prima all’Astra, che sono la dimostrazione di come uno spazio culturale possa davvero fare da catalizzatore di persone – spiega Nicola Curtoni, coordinatore della sala – oltre a dare una mano in sala come maschere o in biglietteria, ognuno porta punti di vista e idee diverse e ci piace pensare che l’idea di un cinema che non sia solo un luogo dove andare a vedere un film, ma anche uno spazio di socialità sia per gli spettatori che per chi collabora”.
E anche la coda sul marciapiede per assistere al primo “Lunedì del cinema Gloria” dell’anno in una gelida sera di gennaio qualcosa vorrà pur dire quando si parla di un cinema non abbastanza in città da essere raggiunto a piedi e non abbastanza fuori città da disporre di un mega parcheggio. Eppure la storica sala di via Varesina piace ai comaschi, tantissimo, nonostante le parole caute di Vincenzo D’Antuono, presidente del Circolo Arci Xanadù che la gestisce: “La fila fuori fa davvero piacere ma c’entra sempre con il titolo in programma – dice infatti – il successo dei Lunedì però è concreto e la mia impressione è che sia calato un po’ l’entusiasmo per le piattaforme streaming e che cominci a tornare la voglia di andare al cinema, anche se tanti che già prima ci andavano solo saltuariamente non hanno ancora ripreso a farlo, soprattutto i giovani che oggi si muovono prevalentemente per eventi”.
E da talentuoso camaleonte qual è, capace da anni di adattarsi, trasformarsi e resistere mentre intorno a lui (letteralmente) fioriscono i multisala, anche il Gloria pensa a nuovi progetti per il futuro: “Quello che vogliamo fare, dal punto di vista strettamente legato al cinema, è sviluppare ulteriormente la ricerca puntando anche sulle produzioni di giovani registi poco conosciuti, come abbiamo già sperimentato con il documentario ‘Se fate i bravi’ dedicato al G8 di Genova che ha avuto un grandissimo successo – spiega D’Antuono – ma vorremmo anche continuare ad aprire il Gloria anche ad altre forme di spettacolo, legandoci a progetti del territorio in modo continuativo e facendo di questa sala uno spazio sempre più sociale”.
E così largo a concerti come quello che vedrà sul paco, sabato 11 febbraio, Bobo Rondinelli, Musica da Ripostiglio, Eileen Rose e Rich Gilbert, alla rassegna di teatro per bambini in collaborazione con La Lucernetta o alla rassegna di Stand-Up Comedy in collaborazione con TeatroGruppo Popolare e Fridays for Future: “Con Andrea Parodi e Pomodori Music, inoltre, stiamo lavorando a una rassegna di gruppi musicali – svela – e, in vista della primavera, stiamo ideando un nuovo spazio esterno per ospitare, sul retro, il cinema all’aperto ma anche un palco per concerti e la novità assoluta di un’area bar in cui bere una birra intanto che si assiste agli spettacoli”.
Perché, se è vero che la proprietà dell’immobile ha recentemente concesso una proroga del contratto d’affitto, è altrettanto vero che il Gloria non è ancora salvo: “Sei anni sembrano tanti ma, in realtà, sono pochissimi e se vogliamo che questa esperienza continui non possiamo più pensare di basarci su una nuova raccolta fondi – spiega – dobbiamo essere economicamente solidi per offrire garanzie alle banche e poter fare il passo che serve. E nel frattempo, grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto con la raccolta fondi Manchi tu nell’aria (che si è chiusa con in cassa oltre 70mila euro sui 140mila ipotizzati, Ndr) possiamo proseguire con gli adeguamenti della struttura e la manutenzione straordinaria e progettare nuove attività. Se vogliamo che il Gloria continui ad esistere è arrivato il momento di alzare l’asticella”.