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Dopo l’addio al Sociale, Fedora Sorrentino ai vertici del Teatro Massimo di Palermo: “A Como non potevo fare di più”

Quando ha perso Fedora Sorrentino, il Teatro Sociale di Como ha perso molto.

Ha perso un acume raro, una profondissima e geniale conoscenza della materia, artistica e tecnica. Ha perso pure grazia e eleganza. Tant’è, è andata così.

Della lettera di Fedora, il giorno in cui ha lasciato il ruolo di presidente Aslico, abbiamo dato conto:

Fulmine sul Teatro Sociale, Fedora Sorrentino se ne va: “Motivi strettamente personali”. La lettera

Viene in mente, facile eh, il buon vecchio Stanisław Jerzy Lec: “A volte è solo uscendo di scena che si può capire quale ruolo si è svolto”.

Fedora lo ha capito in tempi ottimi, perché il 10 dicembre è stata nominata, e accidenti se lo merita, ai vertici del Teatro Massimo di Palermo. Segretario artistico con ampie deleghe alla gestione, mica male. Parliamo dell’Olimpo.

Così ci sentiamo. E’ arrivata a Palermo giusto oggi. E’ appena entrata in casa: “Una casa per iniziare, provvisoria”.

Com’è andata?
Ho partecipato al concorso e semplicemente l’ho vinto.

Hai capito…
Pensavo di restare a casa molto a lungo dopo Como, poi è arrivato questo bando.

Insomma, non c’è connessione con le dimissioni dal Sociale.
Per niente, le date sono chiare.

Ecco, però, perché quelle dimissioni, oggi ne possiamo parlare meglio?
Perché il mio compito era esaurito, quello che era nelle mie possibilità l’ho fatto ed è stato giusto lasciare spazio a altri.

Mh.
Non potevo fare più di quanto fatto fino a quel momento.

A buon intenditor…
Il Sociale è un teatro cui sono legata da sempre e che amerò sempre, davvero.

Beh, comunque brava, strameritato. Adesso?
Adesso un Amarone del 2009 con arancine. Inizio così a Palermo.

QUI LA NOMINA

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2 Commenti

  1. Dispiace molto. Non tanto per la perdita di una bravissima professionista. Dispiace perché Como, che ha organizzato per tanti anni manifestazioni di calibro internazionale come l’“Autunno Musicale”, non riesce più a inventarsi nulla. Ma proprio nulla. E dire che la Cultura (con la C maiuscola) potrebbe essere uno straordinario volano turistico. Il turismo di élite internazionale, che si vorrebbe raggiungere, ha voglia di cultura. Perché non pensare che il desiderio di conoscere e di sapere possa diventare uno stimolo al turismo? O pensiamo che ogni anno per i prossimi 20anni, i ricchi turisti si presentino in città solo nella speranza di poter incontrare gli attori americani che abitano sul lago, per vedere le bellezze naturali che hanno visto l’anno prima o per comprare nei negozi che non sono molto diversi da quelli di Rovigo o di Cuneo? La vera sfida non è solo attrarre la gente ma vederla ritornare.

  2. La città dalle enormi potenzialità perde un altro pezzo… a quanto pare si arriva tutti alla stessa conclusione: a Como più di tanto non si può fare.

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