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“Cattedrale di Luce è il libro più importante della mia vita”. Ecco l’ultimo straordinario lavoro del fotografo Pozzoni. Scatti caravaggeschi

“Questo non è una guida al Duomo di Como e non è neanche un semplice libro di fotografie, è il libro più importante della mia vita, la cosa più mia che ho fatto”. È quasi commosso il fotografo, ed editore, comasco Carlo Pozzoni nel raccontare la sua ultima fatica, “Cattedrale di Luce”, presentata martedì scorso 5 dicembre nell’Aula Magna del Collegio Gallio.

Un volume prezioso che raccoglie cento scatti inediti del Duomo di Como nei quali Pozzoni da voce a uno degli elementi più importanti dell’architettura gotica, la luce, immortalando chiaroscuri, ombre e riflessi cangianti delle vetrate raccontando la cattedrale attraverso uno sguardo quasi stupefatto, come se si posasse per la prima volta su dettagli che ci sono talmente familiari da darli per scontati.

“Questo libro nasce da un desiderio di monsignor Flavio Feroldi, responsabile del Duomo, che dopo aver visto alcuni miei scatti del Duomo, mi aveva proposto di realizzare un libro – racconta Pozzoni – in realtà questa cosa è rimasta ferma per un paio di anni perché, nonostante andassi in Duomo, non riuscivo a trovare l’ispirazione giusta per iniziare a lavorare. La scorsa primavera, invece, dopo due settimane di fotografie che non mi dicevano assolutamente nulla, è scattato qualcosa e ho iniziato a lavorare con un tale fervore da non vedere l’ora ogni giorno di andare in Duomo per proseguire, per andare lì e aspettare che arrivasse il raggio di sole perfetto per illuminare i dettagli che volevo”.

Il risultato è una straordinaria raccolta di scatti quasi caravaggeschi nei quali non solo la luce, ma paradossalmente ancor più l’ombra, svelano e raccontano la bellezza della Cattedrale in un volume che è lui stesso una piccola opera d’arte. Ad accompagnare il lavoro di Pozzoni, e a rendere ancora più profondo e stimolante questo volume, troviamo anche le riflessioni di don Andrea Stabellini, teologo e filosofo nonché docente di Teologia all’Università di Lugano che ha affiancati gli scatti con un ricco commentario che, prendendo spunto dai Vangeli, si sofferma sul significato simbolico che la luce della Cattedrale permette di svelare.

“Anche a lui è successo quello che è accaduto a me – spiega il fotografo comasco – quelle che all’inizio dovevano essere quasi delle semplici didascalie, guardando i miei scatti si sono trasformate in qualcosa di più profondo. A questo, poi, si sono aggiunti un testo critico scritto dall’architetto Clemente Tajana, uno dei massimi conoscitori del Duomo, che ha curato anche le didascalie, e una prefazione del Vescovo di Como Oscar Cantoni”.

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