Un corpo trovato nelle acque della Manica. Un tubetto di vernice e un pennello come unici indizi per identificare la vittima. Brando Modesti, un cronista curioso e fuori dagli schemi, decide di seguire il caso insieme a un’amica fotografa e al suo inseparabile cocker Picabo.
Sono questi gli elementi de “La bambina che disegnava i draghi” secondo romanzo giallo di Paolo Moretti, giornalista comasco e scrittore.
L’ opera viene presentata da Moretti oggi alle 18 nella libreria Feltrinelli di Como, con un evento moderato da Edoardo Ceriani e ricco di incursioni musicali di Alessio Brunialti che proporrà alcuni brani citati all’interno del romanzo.
Com’ è nata l’idea del romanzo?
Un anno fa, in autunno, mentre ero in vacanza a Polperro, in Cornovaglia. Sono rimasto affascinato dal paesaggio, dai colori e dall’atmosfera del luogo: l’ispirazione per un romanzo giallo è arrivata subito.
Lei si occupa regolarmente di cronaca. Quanto ha inciso nelle sue scelte letterarie?
Devo dire molto. La storia di quest’ ultimo romanzo, infatti, è ispirata a un fatto di cronaca italiana. Non posso dire quale per non rivelare troppo della trama, ma sicuramente i lettori lo scopriranno.
Il protagonista, come lei, è un giornalista con un cane. Un caso?
Non è un romanzo autobiografico ma io e Brando abbiamo questi due elementi in comune, è vero! Siamo molto diversi e devo ammettere che invidio un pò Brando perché svolge la sua professione in diversi luoghi del mondo esplorando realtà diverse. Cosa non sempre possibile per un giornalista.
Romanzo o giornalismo?
Sono due stili completamente diversi. Raccontare la cronaca come giornalista implica un linguaggio molto tecnico. Il romanzo, invece, permette di esplorare l’animo umano in modo differente creando un legame tra lettore e protagonista. Proprio per questo ho deciso di creare una mail di Brando, cui potranno rivolgersi tutti i lettori per comunicare con lui.