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Nel paesino incantato del Lago di Como il nuovo capolavoro di Carlo Pozzoni: “31 ritratti per scoprire il segreto della comunità”

“Non volevo ritratti in posa, ma persone nei luoghi che amano e conoscono meglio”. È con questa idea che il fotoreporter comasco Carlo Pozzoni ha realizzato “Moltrasio, volti e luoghi del cuore“, la mostra diffusa che dall’inaugurazione di sabato 20 settembre, alle 18, animerà il borgo lariano e resterà visitabile fino al 30 novembre.

L’ispirazione è nata da un dialogo con il sindaco di Moltrasio, suo amico da anni. “Un anno fa – racconta Pozzoni – mi disse: ‘Mi piacerebbe che tu pensassi a un progetto per il Comune, legato alla parola identità‘. Io ho subito pensato che non c’era modo migliore che raccontare le persone del paese e i luoghi in cui si riconoscono”.

Carlo Pozzoni

Così, tra giugno e agosto, Pozzoni ha realizzato 31 ritratti che coprono tutte le fasce d’età, “dalla bambina di sei anni fino a una signora di 95”. A ciascuno ha chiesto di scegliere il proprio luogo del cuore: “Volevo che fossero loro a indicarmi dove fotografarli, spazi che sentono propri, angoli che frequentano ogni giorno o a cui sono particolarmente legati”.

“I moltrasini hanno voglia di mettersi in gioco”

Le fotografie, stampate in grande formato 70 x 100, non sono raccolte in una sala espositiva ma esposte in 16 punti del paese, creando un itinerario che invita i visitatori a scoprire tanto le persone quanto Moltrasio stessa. “Ci tenevo che la mostra fosse all’aperto, sparsa per le vie – spiega Pozzoni – È bello che chi visita il paese possa imbattersi in un ritratto e, magari, scoprire un angolo che non conosceva”.

La risposta dei moltrasini, già nei primi giorni, è stata calorosa: “Ieri – ricorda il fotografo – abbiamo iniziato a montare le immagini e la gente che passava diceva: ‘Che bella foto!’ Qualcuno riconosce i protagonisti ritratti, altri invece si fermavano per fare delle foto come ricordo. È un meccanismo molto simpatico: le persone si riconoscono, e questo era proprio l’obiettivo”.

Pozzoni sottolinea anche la straordinaria disponibilità degli abitanti: “La cosa più bella è stata l’accoglienza. Tutti hanno accettato con entusiasmo, nessuno si è tirato indietro. Mi ha colpito la voglia di mettersi in gioco per un progetto che, alla fine, è della comunità”.

“Anch’io ho imparato a conoscere Moltrasio”

Il fotoreporter non nasconde i riferimenti illustri che hanno guidato il suo lavoro. “Ho pensato subito a Un paese di Paul Strand e Cesare Zavattini, e poi al lavoro che vent’anni dopo fece Gianni Berengo Gardin nello stesso luogo. Non c’è alcuna pretesa di paragone – precisa – ma quei libri mi hanno colpito molto e mi sono tornati subito alla mente quando il sindaco mi ha parlato del progetto”.

Una differenza sostanziale, però, c’è: Pozzoni ha scelto il colore. “Loro avevano lavorato in bianco e nero. Io ho deciso di usare i colori perché il mondo è a colori, e credo che la bellezza emerga meglio così. È anche un modo per dare al progetto un linguaggio attuale”.

Oltre alla mostra diffusa, il progetto avrà anche un seguito editoriale: “Stiamo lavorando a un catalogo che raccolga tutti i ritratti. L’idea è che i volti e i luoghi del cuore possano durare nel tempo, oltre i due mesi di esposizione”.

E mentre il paese inizia a vedersi riflesso nelle sue fotografie, Pozzoni confessa: “Anch’io ho imparato a conoscere Moltrasio attraverso questo lavoro. Mi sono messo in una posizione di profondo rispetto, sia verso le persone che verso i luoghi. È un paese che non conoscevo così bene e che ora apprezzo moltissimo”.

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