Il teatro Cressoni insegna: sotto i nostri piedi e le nostre case c’è un tesoro sepolto pronto ad essere riscoperto al primo colpo di ruspa di un qualsiasi cantiere della “zona rossa”, quella su cui sorgeva la Como romana. E poi? Poi, i lavori proseguono, il condominio viene ultimato e i reperti (seppur doverosamente catalogati e studiati) vengono spesso inghiottiti nel limbo dei depositi.
Quei luoghi in cui non sono né vivi né morti, non possono raccontare niente ma non possono neppure godersi il meritato riposo sotto la terra che li aveva sepolti. Alcuni sono definitivamente condannati. Da lì non usciranno mai più, se non per essere nuovamente studiati.
Troppo comuni, insignificanti (mi si passi il termine. Perché nulla in archeologia è veramente insignificante), non c’è posto per loro sotto le luci della ribalta delle vetrine di un museo. Nessuno li guarderà ammirato, nessuno imparerà qualcosa da loro, nessun bambino appiccicherà le mani sul vetro e avvicinerà il naso per studiarseli meglio.
E poi ci sono reperti come quelli di via Benzi, venuti alla luce ormai quasi 19 anni fa (era il 1999) durante il cantiere del nuovo quartiere del palazzo della Regione, che hanno assaggiato la notorietà in una mostra ad hoc nel 2001 (per poi sparire nuovamente) e che sono finalmente tornati alla luce grazie al rinnovato allestimento della sezione romana del Museo Giovio, presentato oggi alla stampa, che verrà inaugurato domani.
GALLERY – FOTOSERVIZIO, CARLO POZZONI
E così la graticola e lo spiedo trovati nella cucina e il mazzo di chiavi dimenticato nella sala da pranzo possono finalmente raccontare di quando qui sorgeva una locanda, i marmi lavorati di quando, poi, fu costruito qui un grande edificio pubblico mentre lo splendido corredo della Tomba della Maga, tra misteri a base di arsenico, gioielli e vetri sottilissimi miracolosamente intatti, nasconde un amuleto d’oro che conteneva un’iscrizione magica.
GALLERY – IL TESORO DELLA MAGA
A fare gli onori di casa l’Assessore alla Cultura Simona Rossotti che, dopo aver pragmaticamente spiegato l’obiettivo di “creare un metodo che renda la cultura uno strumento di impresa stabile e durevole che possa essere adeguatamente promosso attraverso il marketing territoriale” ha lasciato a Franco Brenna, Presidente della Commissione Cultura, il compito di introdurre la presentazione con il sogno (forse più di un sogno)“che questa sia la prima di una serie di iniziative e proposte annuali dedicate alla storia di Como dall’antichità al contemporaneo in dialogo tra loro. Non più una città che fa una grande mostra ma una città in mostra”.
“Quello che ha Como deve essere riordinato e messo a rete per essere meglio goduto – sottolinea Maria Antonietta Marciano, dirigente del Settore Cultura, prima di passare la parola a Isabella Nobile, responsabile scientifica della sezione romana dei Musei Civici che, raccontando la storia dello scavo, sottolinea come questo riallestimento sia volto proprio a migliorarne il godimento da parte di tutti.
“Oltre ad aver acquisito dalla Soprintendenza i materiali di via Benzi – spiega- abbiamo aggiornato i pannelli e aggiunto alle didascalie la traduzione in inglese (sono disponibili anche schede in braille)”.
Rovesciando le abituali gerarchie, spetta infine al Sindaco Mario Landriscina chiudere la presentazione sottolineando l’obiettivo di “migliorare la fruibilità dei tanti tesori nascosti nei musei anche aumentando il numero dei visitatori. Competenze e entusiasmo li abbiamo già e, a fronte dei problemi che in questi giorni attanagliano la città e che cercheremo di risolvere in maniera assolutamente dignitosa, c’è una città che lavora e che ci mette testa e cuore in tanti settori. E – conclude con un neanche troppo sottile riferimento alle vicende politiche di questi giorni – voglio assicurare e tranquillizzare tutti che ci saremo e combatteremo perché questa città ha bisogno di gente che si impegna”.
Finito? Eh no. E le monete ritrovate sotto il Cressoni?
“Qualche settimana fa c’è stato un incontro con Regione e Soprintendenza ai massimi livelli – spiega Mario Landriscina – e abbiamo presentato alcune opzioni per la loro collocazione. Gli uffici sono al lavoro per trovare delle proposte per collocare adeguatamente questo tesoro, che in questo momento è ancora in fase di studio. Si parla comunque di diversi mesi”.
Fuori dalla sezione romana c’è, però, anche la città romana. Avete in programma di creare anche un itinerario tematico per collegare e valorizzare i diversi punti?
“Stiamo lavorando con gli uffici per creare queste connessioni – spiega l’Assessore Rossotti – e anche per coinvolgere tutte le realtà che già lavorano in questi ambiti. Non credo nell’idea di andare a caccia di qualcosa che non c’è, arriva per un periodo e va via. Facciamo leva su ciò che c’è, lo arricchiamo con una chicca e lo stabilizziamo”. Mi ha messo una pulce nell’orecchio, Assessore. La chiamo nei prossimi giorni. “Volentieri”.
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