Il genio degli OLO’s (ovvero Max de Ponti, Mattia Amadori e Andrea Corti, anime della comasca OLO Creative Farm) conquista l’America con un colpo di fulmine da vero latin lover.
Solo a febbraio, infatti, nella soffitta-studio di via Tommaso Grossi era nato un progetto che aveva attraversato l’oceano per arrivare fino al North Carolina Museum of Art: una stanza immersiva realizzata per una mostra dedicata a John James Audubon, ornitologo e artista americano.
Un’idea che ha conquistato visitatori e responsabili del museo che, immediatamente, hanno coinvolto gli Olo’s in un nuovo lavoro: realizzare un’idea totale, capace di incantare e trasportare i visitatori nel mondo imperfetto e perfetto di Frida Khalo e del suo compagno, l’artista Diego Rivera, per la mostra “Frida Khalo, Diego Rivera and Mexican Modernism from the Jacques and Natasha Gelman Collection”.
“Anche per questa mostra abbiamo realizzato una stanza immersiva – spiega Max de Ponti – basandoci sulla Casa Azul, la dimora di Frida Khalo e Diego Rivera a città del Messico, per ricreare ambienti e suggestioni che parlassero di loro”.
E così ecco le pareti della stanza animarsi con la tecnica del project mapping, che proietta immagini in movimento su oggetti reali rendendoli vivi: “Su una parete abbiamo ricreato una finestra affacciata sul giardino di Casa Azul dove si alternano fotografie e video della vita dei due artisti in questo luogo – spiega Max – su un’altra parete prenderà invece vita la collezione di ex-voto di Frida Khalo attraverso le pagine del suo diario e poi ancora, su una terza parete, un gioco di luci e ombre animeranno alcuni oggetti di casa posizionati su una mensola”.
E, infine, l’ultima parete, quella che forse più delle altre trasporterà completamente i visitatori nel mondo dell’artista messicana: “All’ingresso abbiamo posizionato uno specchio inclinato in cui i visitatori si vedranno riflessi sullo sfondo del pavimento, che sarà illuminato da colori ripresi dai quadri di Frida.
Un ‘gioco’ che vuole ricordare lo specchio che l’artista fece posizionare sopra al letto in cui fu costretta a rimanere per mesi (dopo l’incidente, parte integrante della biografia e delle opere, avvenuto quando era appena diciottenne, Ndr) grazie a cui fu in grado di dipingere”.
Ad accompagnare le magie di Olo Creative Farm, la colonna sonora realizzata dai Notclub (i comaschi Massimo Colombo e Emanuele Bardin) grazie a suoni e rumori che ricordano l’atmosfera messicana.
Ma l’avventura americana degli Olo’s potrebbe avere in serbo un colpo di scena: da tempo, infatti, i giovani creativi comaschi stanno lavorando alla sceneggiatura di una serie tv ambientata sul lago di Como.
Un gioco tra amici, un diversivo agli impegni di lavoro che però, nelle loro mani magiche, si è trasformato in qualcosa di più: “Un produttore americano sembrerebbe interessato al nostro lavoro – si lascia scappare Max de Ponti – è presto per parlarne ma sarebbe bello che la cosa andasse in porto”.
Non resta che aspettare e tenere d’occhio la soffitta magica di via Tommaso Grossi.
L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.