C’è un accordo blindatissimo tra sindacati e proprietà. Prima di tutto, è comprensibile e giusto, devono essere informati i lavoratori.
Tra una manciata di ore tutto sarà raccontato. Sappiamo che da adesso ad allora, per tutti i dipendenti, per tutte le famiglie, ogni secondo peserà un secolo. E’ così.
Ma nulla deve trapelare fino alle assemblee di domattina. E ci mancherebbe, il tema è delicatissimo e non può essere lanciato a mezzo stampa. Sarebbe estremamente irresponsabile, da ogni parte, raccontarlo in modo diverso (per questo da dicembre a oggi, a costo di perdere qualcosa, siamo rimasti qualche volta scientemente un passo indietro).
Nuovo passaggio dunque, questo pomeriggio, alla Canepa di San Fermo.
Come da programmi, si è svolto il supervertice tra rappresentanti dei dipendenti e vertici aziendali (l’impresa da qualche mese è tornata nelle mani di Michele Canepa che ha garantito rilancio, riduzione degli esuberi e futuro).
Obiettivo dell’incontro: trattare sull’ultimo passaggio, il più importante.
Cioè, ridurre o mitigare ulteriormente i 63 licenziamenti previsti dal piano industriale.
L’accordo precedente, doveroso ricordarlo, ne annunciava 105. Quindi passi avanti ne sono stati fatti, non pochi.
Sul piatto, secondo le ultime informazioni disponibili, ma torniamo allo scorso 3 luglio, la proposta Cgil. Una sorta di “lavorare meno, lavorare tutti”.
La Camera Generale del Lavoro di Como, con Doriano Battistin, proponeva una formula già collaudata con successo in altre aziende del territorio, per periodi nemmeno lunghissimi.
“Immaginiamo – spiegava Battistin a ComoZero – degli ammortizzatori sociali artigianali, costruiti in casa. Premesso che è necessario il consenso dei lavoratori e anche quello dell’azienda, è possibile ridurre il numero di ore lavorate tra i dipendenti per preservare delle professionalità. Visto il piano di rilancio, è un modo intelligente per attraversare il momento di difficoltà e mantenere l’occupazione”.
Canepa ufficiali i 63 licenziamenti. Cgil: “Salvare i posti? Si può ma solo con l’aiuto dei lavoratori”
“Canepa aveva dichiarato una riduzione sensibile dei licenziamenti – aveva precisato il sindacalista – così è stato e ne diamo atto. Tutelare professionalità costruite negli anni significa tutelare l’azienda in vista del rilancio. L’anno scorso abbiamo avviato questo metodo in un’altra azienda, l’orario è stato ridotto e i posti sono stati salvati. Oggi tutti i dipendenti, dopo il part-time temporaneo, sono tornati al full time. Sono forme di solidarietà tra lavoratori utili a mantenere il lavoro, speriamo di trovare un’intesa”.
Gli esuberi di Canepa sono ripartiti 50% e 50% tra operai e impiegati (362 i dipendenti dell’azienda) e potrebbero scattare già dal prossimo 14 settembre, data che vedrà la fine della Cassa Integrazione.
Oggi dunque una nuova intesa. Quale proposta sia passata lo sapremo solo nelle prossime ore. Le assemblee sindacali sono in programma per la mattina. Ovviamente, vi aggiorneremo un istante dopo.