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Economia

Como, lo tsunami Covid sul turismo: presenze in calo dell’85%. Cassani: “E manca l’aiuto dello Stato”

Senza esagerare, si può dire che l’effetto-Coronavirus sul turismo comasco sia stato davvero devastante. A confermarlo, con una nota ufficiale, il presidente degli albergatori di Confcommerio. Roberto Cassani, che sottolinea come il settore “stia ripartendo con molta lentezza e incertezza sul futuro”.

Il consuntivo del mercato turistico registra un calo delle presenze in provincia di Como dell’85% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Sono meno del 30% le strutture che sono riuscite ad aprire totalmente in giugno. I flussi dall’estero sono ancora paralizzati (meno 93,2%) ed anche il mercato domestico è ben oltre la soglia di allarme (meno 67,2%).

Per gli stranieri, l’apertura delle frontiere interne all’area Schengen, peraltro intervenuta a metà giugno, ha fatto sentire i propri effetti solo in minima parte, mentre permane il blocco di alcuni mercati strategici, tra i quali USA, Russia, Cina, Australia e Brasile.

Per gli italiani, il ritorno alla normalità prosegue al rallentatore: molti hanno consumato le ferie durante il periodo di lockdown, tanti hanno visto il proprio reddito ridotto a causa della cassa integrazione o della contrazione dei consumi e dal blocco delle attività, tanti altri – pur disponendo di reddito e tempo – rinunciano a partire per recuperare parte del tempo perduto. Incidono anche la riduzione della capacità dei mezzi di trasporto, la cancellazione degli eventi e i timori di varia natura che comprensibilmente animano le persone.

“I nostri mercati di riferimento sono fermi e certamente non riprenderanno prima del 2021 che peraltro, stante l’emergenza sanitaria ed economica globale, è un anno difficile da pronosticare – commenta Roberto Cassani – In USA si fa riferimento addirittura al 2022 come stagione della vera ripresa. Purtroppo tutto ciò avrà nei prossimi mesi gravi ripercussioni sulla sopravvivenza e capacità di investire di tante aziende del settore e sull’occupazione. Occorrerà tutta la capacità e la fiducia degli imprenditori ed un sostegno vero, che fino ad ora non c’è stato, da parte dello Stato”.

Le ripercussioni sul mercato del lavoro, infatti, sono dolorose: a giugno 2020, a livello nazionale, sono andati persi 110 mila posti di lavoro stagionali e temporanei di varia natura (-58,4%). Per i mesi estivi sono a rischio 140 mila posti di lavoro temporanei. E anche le previsioni per il mese di luglio non sono tranquillizzanti: l’83,4% delle strutture intervistate prevede che a luglio 2020 il fatturato sarà più che dimezzato rispetto al luglio 2019. Nel 62,7% dei casi, il crollo sarà devastante, superiore al 70%. La Lombardia, peraltro, concentra la maggior quota di addetti del comparto dell’ospitalità (alloggi e ristorazione).

“La penuria di prenotazioni per i prossimi mesi – evidenzia Cassani – fa vacillare la speranza che con l’autunno si possa realizzare una prima parvenza di ritorno alla normalità. Il decreto rilancio e gli altri provvedimenti adottati dal Governo contengono alcune misure utili, ma purtroppo non sono sufficienti ad evitare il tracollo di migliaia di imprese. Per salvare i posti di lavoro, chiediamo di prorogare la cassa integrazione sino a fine anno e ridurre il cuneo fiscale per le aziende che richiamano in servizio il personale. Indispensabile poi completare le misure sull’IMU e sugli affitti, da estendere nella durata ed applicare a tutte le imprese alberghiere”.

Confcommercio Como, ancor di più in questo periodo, è vicina ai suoi associati: “Ricordo che per le strutture ricettive sono moltissimi i servizi e i vantaggi messi in campo dall’Associazione a seguito dell’emergenza come per esempio le importanti riduzioni su SIAE e SCF o ancora la cartellonistica multilingue realizzata ad hoc – informa il direttore di Confcommercio Como Graziano Monetti che invita quindi le strutture a contattare gli uffici per tutti gli approfondimenti al numero 03124441 o scrivendo a info@confcommerciocomo.it.

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