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Economia

Guerra e crisi energetica: tessile comasco più in crisi ora che nel 2021. I dati. Uil: “Cassa di emergenza”

Il settore tessile non riparte. Le ore di cassa integrazione richieste nel comparto e il numero dei lavoratori che sono dunque sottoposti agli ammortizzatori, in provincia di Como, sono infatti sempre allarmanti. E l’ultima crisi energetica, unita ai contraccolpi della guerra in Ucraina, mantengono sempre il segno meno davanti al mondo serico lariano.

Nel periodo compreso tra i mesi di gennaio e febbraio del 2021 – con la pandemia ancora nel pieno – erano 1.983 i lavoratori ai quali si applicava l’ammortizzatore sociale, saliti a 2.792 nello stesso periodo del 2022. Un balzo di oltre 800 persone. Ma ciò che più allarma è vedere come il settore tessile, in base al 2° rapporto Uil del Lario, febbraio 2022, sulla cassa integrazione, incida per il 58,3 % sul totale delle ore autorizzate complessivamente in tutti i comparti nel periodo gennaio-febbraio 2022.

“Torna quindi la preoccupazione per una situazione di difficoltà del comparto serico, fatto che motiva l’istanza che il sindacato sta portando sui tavoli del Ministero del Lavoro di una cassa integrazione di emergenza – spiega il segretario generale Cst Uil Lario Uil Salvatore Monteduro – Negative poi le ripercussioni derivanti dall’incremento dei prezzi per il costo dell’energia e la difficoltà di reperire le materie prime da parte delle aziende. Infine, riteniamo che sarebbe opportuno, prevedere una fase transitoria tra il vecchio ed il nuovo sistema di ammortizzatori sociali, prevedendo una cassa integrazione di emergenza per coprire la fase di crisi economica derivante dal conflitto in atto tra Russia e Ucraina”

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Un commento

  1. Il governo e chi doveva vigilare ha impiegato settimane o meglio mesi ad accorgersi che la speculazione eo la truffa del folle aumento del costo delle materie prime ha mandato in gravissima crisi interi settori produttivi.
    Ora ci sono decine di migliaia se non centinaia di migliaia di lavoratori che rischiano la macelleria sociale.
    Chi paga per i ritardi folli di chi si è accorto qualche giorno fa della situazione catastrofica che si è creata???
    Pagano i politici che dormivano???
    Come sempre paga pantalone e i futuri disoccupati sempre più…….

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