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Economia

Lago di Como sempre più lusso e vip, lavoro sempre più povero e precario. Contratti boom per pulizie e ristoranti

Sale l’occupazione a Como (grazie ai contratti precari per ristorazione e pulizie, principalmente), cala a Lecco nel periodo aprile-giugno 2024 rispetto allo stesso lasso di tempo del 2023. Ma se il dato comasco può apparire positivo visto in assoluto e ancor più se accostato a quello lecchese, va sottolineata la grandissima incidenza di contratti a tempo determinato sul totale, fenomeno chiaramente legato al settore dei servizi e con ogni probabilità associato in gran parte ai lavori stagionali del turismo. Delle buste paga corrispondenti a questi contratti e impieghi non sono diffusi i dati, ma non è difficile immaginare la povertà della gran parte di esse (“Sul Lago di Como affitti a mille euro e stipendi a 1.200. I giovani scappano in Svizzera, qui lavori per pagare”). Insomma, ecco ben fotografato l’altro volto del Lago di Como che occupa copertine e servizi tv tra lusso e vip [Ti riconosci in questo quadro e vuoi raccontarci la tua storia, anche riservatamente? Scrivici a redazionecomozero@gmail.com].

I numeri sono quelli delle rilevazioni del sistema informativo Excelsior realizzato Unioncamere in accordo con Anpal e sono relativi alle proiezioni occupazionali da parte delle aziende nelle province di Como e Lecco nell’aprile-giugno 2024. A diffonderli oggi la Uil del Lario.

Come si accennava, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso si registrano +530 unità per le aziende comasche e -230 unità per quelle lecchesi:

➢ Lombardia 276664 in valore assoluto (aprile-giugno), rispetto ai 251880 del 2022 (aprile-giugno): +24784, di cui +9960 nell’industria e + 14800 nei servizi

➢ Como 13660 in valore assoluto, rispetto al 2022 +530: di cui -190 Industria e +720 Servizi.

➢ Lecco 6650 in valore assoluto, rispetto al 2022 -230 : di cui -50 Industria e – 180 Servizi

Le prospettive occupazionali nell’aprile-giugno 2023 evidenziano quindi un trend in negativo per la provincia di Lecco, in controtendenza sia con la provincia comasca che con i dati regionali. Prendendo a riferimento il solo mese di aprile nel lecchese sono state previste 2140 assunzioni con un +180 nell’Industria rispetto ad Aprile 2023 e – 110 nei servizi. Ancora una volta i dati confermano che il contratto a termine (determinato o altri contratti con durata predefinita) è quello maggiormente prediletto dalle aziende: prendendo a riferimento il mese di aprile a Como si verifica un contratto a termine nel 73% dei casi, a Lecco nel 70%. I contratti stabili tuttavia sono in aumento del 2% a Como e del 3% a Lecco rispetto allo stesso periodo del 2023.

Nonostante quest’ultimo indicatore, pur riscontrandosi quindi un miglioramento nel Lario è da sottolineare come il dato complessivo di nuovi contratti stabili attivati sia comunque inferiore alla media lombarda (32%)

➢ In Lombardia, sono previste assunzioni al 27% con contratti a tempo indeterminato, al 5% di apprendistato;

➢ A Como, sono previste assunzioni al 21% con contratti a tempo indeterminato, al 5% di apprendistato;

➢ A Lecco, sono previste assunzioni al 25% con contratti a tempo indeterminato, al 5% di apprendistato.

I settori dove si manifestano maggiori assunzioni a tempo indeterminato sono: a Como l’industria manifatturiera con il 51 assunzioni stabili ogni 100 nuove attivazioni, a Lecco il medesimo comparto ma con il 46%, viceversa i due settori con una minor previsione di utilizzo di forme di contratto stabili sono sia a Como che Lecco quelli del turismo e dei servizi alle persone.

Le figure professionali più ricercate in valore assoluto nel mese di aprile in Provincia di Como sono gli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione ( 750 unità) seguiti dal personale addetto ai servizi di pulizia (620 unità); mentre per la Provincia di Lecco emerge un macrodato che comprende gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (800 unità) fra cui spiccano, per numero di richieste da parte delle imprese, i fonditori, gli operai per produzioni metalliche e minerali e quelli addetti all’assemblaggio di prodotti industriali. Questo macrodato è subito seguito dagli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (360 unità).

Altro elemento da non sottovalutare è il forte mismatch fra domanda e offerta di lavoro relativamente ad alcuni profili
professionali:

• In Provincia di Como le aziende dichiarano di prevedere una difficoltà di reperimento di operatori qualificati nei servizi sanitari e sociali nel 65,5% dei casi (di cui il 63,8% per mancanza di candidati); si prevede inoltre un gap nel 65,4% dei casi relativamente agli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (e qui gli stipendi miseri italiani e l’attrattività fortissima delle buste paga in Svizzera giocano un ruolo combinato essenziale, ndr).

• In Provincia di Lecco le aziende dichiarano di prevedere difficoltà di reperimento di esercenti e addetti nelle attività di ristorazione nel 69,9% dei casi (di cui il 47,2% per mancanza di candidati). Prendendo a riferimento le classi dimensionali d’impresa si delinea il seguente quadro:

• In Provincia di Como il 59,19% dei nuovi ingressi nel trimestre aprile-giugno sarà nelle imprese sotto i 50 dipendenti, il 18,74% delle nuove attivazioni nelle imprese da 50 a 249 dipendenti, il 22% dei nuovi ingressi nelle imprese sopra i 250 dipendenti

• In Provincia di Lecco il 63,44% dei nuovi ingressi avverrà nelle imprese sotto i 50 dipendenti, il 22,75% nelle imprese fra 50 e 249 dipendenti, il 13,82% in quelle sopra i 250 dipendenti.

“I dati complessivamente dimostrano come la tipologia di assunzione maggiormente utilizzata sul territorio sia quella di natura precaria, infatti entrambe le province, Como e Lecco, hanno una percentuale di nuove attivazioni stabili inferiore a quella lombarda – sottolinea Dario Esposito, coordinatore della Uil del Lario – Nel leggere il quadro complessivo da cui risulta un elevato mismatch fra domanda ed offerta di lavoro in figure chiave per l’impatto sociale (operatori dei servizi sanitari e sociali) e per la vocazione economico/turistica del territorio (esercenti attività di ristorazione) risulta chiaro come le rivendicazioni che la Uil sta portando avanti da tempo tendano a tutelare l’intera collettività: creare un buon lavoro che veda nel rinnovo puntuale dei contratti, nella valorizzazione del lavoratore con profili di carriera dinamici, nella sicurezza e nella tutela della salute, è ormai l’unica salvaguardia non solo di una visione sociale del lavoro che deve tendere a includere il lavoratore e non estraniarlo dal contesto cittadino, ma anche l’unico modo per evitare che l’economia del territorio non raggiunga appieno le potenzialità che il Lario può offrire”.

“La Uil, a riguardo, ha recentemente lanciato anche una campagna nazionale contro il lavoro sommerso – conclude Esposito – è indispensabile evitare che si verifichino casi di lavoratori fantasma, esclusi quindi dalle tutele previdenziali ed assistenziali, mal pagati e costretti a vivere di circostanze in un circuito di lavoro nero privo di tutele”.

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10 Commenti

  1. Qui a COMO SONO DEI CRIMINI, VOGLIONO SPENDERE POCO , È GUADAGNARE TANTO SU LA PELLE DEI GIOVANI….QUESTI COMASCHI NON SI MERITANO NIENTE…..!!!!!!

  2. Se paghi bene il dipendente il dipendente stesso lavora meglio e fa guadagnare di più il titolare: ma è un ragionamento così difficile da capire ??????

  3. Bene alberghi e case vacanze a perdita d occhio per compiacere i turisti. In alternativa ai poveri residenti strade e servizi in generale da fat schifo. Complimenti la solita storia italiana della bella facciata e dalle fondamenta disastrate

  4. Tranquilli vedrete che fra qualche giorno avremo il rappresentate di qualche categoria imprenditoriale che (col porta foglio gonfio) ci spiegherà come va il mondo

  5. E’ vero il lavore precario e sommerso sono un problema ed è bene che chi deve occuparsene se ne occupi a tempo pieno ma stendiamo un velo pietoso sui sindacati che da anni, a mio avviso, hanno causato solo danni al mondo del lavoro.

  6. Cose risapute, che si fingono di non sapere per giustificare la svendita totale della città e del territorio.

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