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Economia

Parrucchieri, estetiste, tatuatori: a Como e Lecco è rivolta. “Senza clienti, senza ristori, pieni di costi e regole. Siamo allo stremo”

Un appello a gran voce dei rappresenanti degli artigiani per salvare un settore Benessero ormai allo stremo. Arriva – rivolto ai parlamentari di Como e Lecco, ai prefetti delle due province e al presidente di Regione Lombardia Attillio Fontana, da Cna Lario Brianza e Napi e riguarda in particolare “acconciatori, estetiste, tatuatori e tutte le professioni che fanno riferimento al settore Benessere” finiti nelle zone rosse prima e arancioni ora.

Il punto principale è sempre che quelle attività si ritengono “pesantemente penalizzate dall’impossibilità di poter somministrare il proprio servizio alla abituale clientela”.

“In particolare vogliamo soffermarci sulla condizione dei parrucchieri che, rimasti operativi anche dopo l’istituzione della zona rossa in Lombardia secondo il Dpcm 3 novembre 2020, non hanno potuto lavorare con la clientela fidelizzata, obbligata a servirsi degli esercizi commerciali presenti solo entro i confini del proprio comune di residenza, senza potersi recare dal parrucchiere di fiducia – si legge nella nota – Non solo, la condizione di esercizi in attività ha impedito anche la fruizione di ristori e agevolazioni che il Governo e le Regioni hanno varato per le imprese chiuse per Decreto”.

E nulla è cambiato “con il passaggio della Lombardia in zona “arancione” secondo l’ordinanza del Ministero della Salute del 27 novembre 2020, il problema si reitera anche per le categorie di estetiste e tatuatori che la chiusura forzata della scorsa primavera aveva già pesantemente segnato. Tutto ciò nonostante il comparto Benessere da sempre sia obbligato al rispetto di norme igieniche molto rigide e, a maggior ragione quest’anno con la diffusione del contagio da Covid-19, si sia ulteriormente speso per adottare tutte le precauzioni dettate dai protocolli di sicurezza”.

“Inoltre l’accesso ai saloni di acconciatura e ai centri di bellezza è contingentato da regole precise: appuntamento obbligatorio, capienza massima rapportata alla superficie e alla disposizione dei locali, misurazione della temperatura, sanificazione, utilizzo dei Dpi. Regole che in altre tipologie di esercizi commerciali sono più difficili da far rispettare e nonostante ciò lo shopping è consentito”.

“La situazione di estrema difficoltà e di forte riduzione dei fatturati delle imprese del settore benessere è ulteriormente peggiorata a causa di un acuirsi del fenomeno dell’abusivismo che nemmeno le restrizioni da Covid-19 sono riuscite a contenere, come dimostrano tanti messaggi promozionali diffusi sui social di sedicenti estetiste e parrucchiere che offrono servizi a domicilio – continua la nota – Ormai le imprese del settore Benessere sono allo stremo delle forze; il fatturato è calato di oltre il 50% e le imprese in attività, ma con la possibilità di servire un numero esiguo di clienti, difficilmente riusciranno a riprendersi dovendo sobbarcarsi i costi di gestione: affitti, stipendi, utenze, ecc”.

“Pertanto chiediamo al più presto possibile di aprire alla libera circolazione delle persone le attività in oggetto, consci del fatto che lo spostamento per recarsi dalla propria estetista/parrucchiere/tatuatore di fiducia non comporti alcun pericolo di diffusione del virus essendo gli esercizi succitati contingentati, sottoposti a regole ferrre e assolutamente sicuri – sostengono Cna Lario Brianza e Napi – Lo spostamento avverrebbe comunque con un giustificativo attestante l’appuntamento e la possibilità di verifiche concrete sulla destinazione delle clienti. Inoltre ci accodiamo alle richieste già espresse dalle nostre sedi nazionali perché si possano estendere gli aiuti economici anche alle imprese che, pur essendo rimaste in attività, hanno subito un calo del fatturato e che le stesse possano beneficiare delle agevolazioni fiscali e della sospensione dei tributi”,

“Certi che non vorrete ignorare l’appello lanciato da un settore che da sempre paga regolarmente le tasse, rispetta alla lettera le regole e che eroga un servizio importante per la cittadinanza, soprattutto in questo momento di smarrimento collettivo, attendiamo con fiducia un vostro pronunciamento affinché si possa modificare una decisione che non comporterebbe ulteriori problematiche per la salute pubblica ma che potrebbe salvare una fetta fondamentale del tessuto economico italiano”, è la conclusione.

Il Presidente Acconciatori Cna Lario Brianza
Marco Rossi

La Presidente Unione Benessere Cna Lario Brianza
Nadia Galli

La Referente dei Tatuatori Cna Lario Brianza
Alessia Peri

La Presidente Area Cna Lecco
Giovanna Picariello

La Vice Presidente Napi
Patrizia Sanità

Il Presidente Napi Lecco
Fabio Castagna

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Prima, si lamentano perchè vogliono stare aperti, li fanno lavorare, e si lamentano perchè non hanno i ristori…un po’ di coerenza!

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