Diminuisce l’offerta di lavoro a Como e Lecco. A certificarlo è uno studio della Uil basato sulle rilevazioni del sistema informativo Excelsior realizzato Unioncamere. Le proiezioni occupazionali da parte delle aziende nel territorio lariano a giugno 2024 evidenziano una diminuzione dell’offerta di lavoro delle imprese nelle due province rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, -360 unità per le aziende comasche, -210 unità per quelle lecchesi. Una decrescita già registrata nel mese di maggio con Lecco che aveva segnato un -120 rispetto al 2023 e Como che seppur in positivo nel mese precedente (+ 350 confronto a maggio 2023) riportava già un’inflessione nell’industria (- 110).
E questi dati confermano ancora una volta che si predilige il contratto a termine che benché fletta rispetto al 2023 è sempre decisamente alto e segna a Lecco il 75% dei rapporti rispetto al 76% di giugno 2023, mentre a Como il 73% rispetto al 76% dell’anno precedente.
Facendo un confronto col la regione in Lombardia, sono previste assunzioni al 24% con contratti a tempo indeterminato e al 5% di apprendistato, mentre a Como, solo il 20% rappresenta contratti a tempo indeterminato, con il 7% di apprendistato e a Lecco, il 20% dei contratti sono a tempo indeterminato e il 5% di apprendistato.
“Questo studio – sottolinea il coordinatore della UIL Lario Dario Esposito – dimostra, ancora una volta, che il concetto di buon lavoro è ancora qualcosa di astratto anche nel territorio del Lario. Un territorio che ha l’ambizione di far crescere la domanda pro-capite interna, di puntare sull’inclusione sociale, di raggiungere la piena produttività da parte del sistema economico non può che decidere di valorizzare chi nelle imprese, nelle strutture sanitarie, nei cantieri, nei supermercati, negli istituti scolastici investe parte della propria giornata: le lavoratrici e i lavoratori”.
Rilevante anche capire in quali settori si manifestano maggiori assunzioni a tempo indeterminato. A Como l’industria manifatturiera con il 53%, seguita dalle costruzioni (27%), mentre a Lecco il medesimo comparto ma con il 41%. Il settore con una minor previsione di utilizzo di forme di contratto stabili è in entrambe le province quello del turismo ( 9% a Como, 14% a Lecco).
“E’ utile ricordare – conclude Esposito – che la buona occupazione deve far rima con stabilità dei rapporti contrattuali, formazione continua in materia di sicurezza sul lavoro e di professionalizzazione della mansione ricoperta, flessibilità oraria lì dove sia necessaria per conciliare le esigenze lavorative con quelle familiari, welfare aziendale e territoriale che possa aiutare, come supporto ai rinnovi contrattuali, a far fronte all’incremento dei costi della vita. E’ qui che si gioca la sfida del presente e del futuro, la sfida che le buone imprese (e ce ne sono nel Lario) possono accettare in sinergia e dialogo col sindacato: aumentare la produttività tramite l’aumento della qualità dei modelli organizzativi aziendali, puntare sul brand aziendale tramite la valorizzazione e fidelizzazione del lavoratore, fare (infine) della sicurezza del lavoro un vanto e non un costo accessorio in bilancio”.