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Economia

Tessile, metalmeccanico, commercio, artigianato: i numeri shock dello tsunami Covid su Como

Il 4° rapporto UIL del Lario sulla cassa integrazione nelle Province di Como e Lecco, primo quadrimestre 2020, rileva lo tsunami economico e sociale in atto, derivante dall’emergenza sanitaria da COVID 19.

I dati forniti dall’INPS sulla richiesta da parte delle aziende degli ammortizzatori sociali nel primo quadrimestre di quest’anno, anche se carente del dato riguardante il FIS (Fondo integrazione salariale), segnalano la difficile situazione economica nelle Province di Como e Lecco, soprattutto, se si confrontano i dati con lo stesso periodo del 2019, ed in particolare l’esplosione della richiesta di ore si rileva nel mese di aprile con il lockdown completo delle attività produttive.

Cassa Integrazione Totale – Aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019:
Como +1700%;
Lecco +6147%;
Lombardia +6829%;
Italia +2953%.

Situazione drammatica che è evidente anche se si confronta il primo quadrimestre 2020 (gennaio-aprile) con lo stesso periodo del 2019:

Cassa integrazione Totale primo quadrimestre 2020 rispetto allo stesso periodo anno 2019:
Como +617%;
Lecco +2192%;
Lombardia +1520%;
Italia +815 %.

Nel solo mese di aprile 2020 i lavoratori in cassa integrazione totale, anche se i dati sono carenti dei lavoratori in FIS e fondo bilaterale dell’artigianato, sono stati:

Como lavoratori in cassa integrazione totale aprile 2020 69.767;
Lecco lavoratori in cassa integrazione totale aprile 2020 50.101;
Lombardia lavoratori in cassa integrazione totale aprile 2020 1.068.815;
Italia lavoratori in cassa integrazione totale aprile 2020 4.118.840;

Tutti i settori hanno subito le conseguenze dello tsunami del Lockdown nel primo quadrimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019:

Industria: Como +643%; Lecco +2.175%.
Edilizia: Como +1.881%; Lecco +2.076%.
Artigianato: Como 0%; Lecco 0%.
Commercio: Como -5,9%; Lecco +95.070.900%.

Il dato relativo al Commercio e Artigianato è influenzato dalle carenze delle ore del FIS (fondo integrazione salariale) e del FSBA (fondo solidarietà bilaterale per l’artigianato), quest’ultimo ha interessato più di 10.717 lavoratori per la Provincia di Como e 6.338 per la Provincia di Lecco nel periodo COVID 19, che si aggiungono ai dati di cui sopra e che fanno rilevare che complessivamente nel mese di aprile nei due territori si è abbondantemente superato il numero di:
• Como 80.484 lavoratori in cassa integrazione, mancano quelli relativi al FIS, su un totale di occupati in provincia di 265.883 dati ISTAT anno 2019;
• Lecco 56.439 lavoratori in cassa integrazione, mancano quelli relativi al FIS su un totale di occupati in provincia di 150.543 dati ISTAT anno 2019;

I due settore produttivi principali del Territorio sono in forte stress.

Tessile:
Como, cassa integrazione totale Tessile gennaio-aprile 2020 contro gennaio-aprile 2019, +328%
Lecco, cassa integrazione totale Tessile gennaio-aprile 2020 contro gennaio-aprile 2019, +1.045%

Metalmeccanico:
Como, cassa integrazione totale settore meccanica-metallurgia gennaio-aprile 2020 rispetto al 2019, +943%
Lecco, cassa integrazione totale settore meccanica-metallurgia gennaio-marzo 2020 rispetto al 2019, +2.328%

“La situazione che si evidenzia dal 4° rapporto UIL del Lario è allarmante dal punto di vista economico e sociale, ci sono a rischio numerosi posti di lavoro, che oggi possono godere degli ammortizzatori sociali – sottolinea Salvatore Monteduro,segretario Generale CST UIL del Lario – A tal proposito devono essere più celeri e meno burocratiche le procedure per la liquidazione dell’indennità ai lavoratori in cassa, bene l’intervento nel decreto legge Rilancio di semplificare l’iter per il riconoscimento dell’indennità di cassa in deroga ma non ancora sufficiente per una risposta risolutiva del problema complessivo, va rafforzato il personale INPS al quale compete la liquidazione degli ammortizzatori. Bene anche la proroga, prevista dal Governo nel decreto Legge Rilancio, al divieto ai licenziamenti per giustificato motivo oggettivo da parte delle aziende”.

“Tutto questo non è sufficiente a dare una risposta allo Tsunami che ci ha colpito – conclude Monteduro – abbiamo bisogno di un piano ai vari livelli Nazionale, Regionale e Territoriale di investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, in servizi pubblici per rilanciare la domanda interna. Tutti le forze Istituzionali, sociali devono contribuire responsabilmente a mettere in campo idee e progetti per dare una risposta immediata alla drammatica situazione che stiamo vivendo”.

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