E’ decisamente un fiume in piena Anna Carenzio, titolare con il marito della storica Gelateria Cremeria Bolla, aperta in via Boldoni a Como dal 1893. Dalla commerciante, arriva un attacco a tutto tondo sul fronte turismo e commercio in città. Un’analisi sapore di eresia, comunque controcorrente e lontana dai crismi celebrativi, destinata a sollevare un polverone. “A Como ci sono troppi bar, ristoranti, piadinerie, birrerie. Qualsiasi genere”, accusa e aggiunge “nel centro città sono spariti i negozi per i turisti per acquistare abiti o scarpe. Ce ne è qualcuno però ci siamo livellati molto in basso. Inoltre ci sono tanti negozi cinesi”.
Difficile sostenere però che a Como manchino i negozi di abbigliamento, vien da dire. “Non mancano – è la replica – però ci vorrebbero griffe più alte perché il turismo che viene a Como si è livellato molto in basso. Non abbiamo più gli americani perché giustamente vanno a Milano o altrove”.
Un’analisi non allineata insomma alle osservazioni – pure supportate da studi e dati – che parlano di un turismo ricco con una città che sta rimodellando la propria offerta puntando sull’eccellenza. Giusto in questi giorni uno studio diffuso a livello nazionale da ConfCommercio, relativo anche a Como, evidenzia come il turismo sia linfa per il settore della ristorazione e abbia salvato i centri storici delle città turistiche.
“In questa zona (cioè via Boldoni, ndr) la città è deserta – è la tesi – abbiamo un susseguirsi di negozi di ristorazione, la gente non viene per vedere le vetrine”. Anna Carenzio, tempo fa, ha pure realizzato una piccola mappa. “Mi son presa la briga di partire da piazza Cavour per arrivare all’inizio di via Bernardino Luini ho segnato i punti di ristoro di ogni genere e ne ho contati cinquanta, al che mi sono interrotta. Vorrei sapere quanti ce ne sono da via Luini a Portatorre. Altrettanti, credo, anche di più”.
Insomma troppa ristorazione, poche griffes e un turismo che non piace. “Sul turismo posso dire che noi riceviamo mediamente gruppi dove mediamente, se va bene prendono un cappuccino magari in due, una pizza in tre. Noi offriamo il gelato in coppa al tavolo, non il cono e riceviamo contestazioni, perché tutti con un cono piccolo vogliono sedersi e noi paghiamo abbastanza caro il suolo pubblico (cioè la zona dei tavolini, ndr)”.
Soluzioni? Forse una selezione all’ingresso del turista? “No, questo no. Ma decoro migliore alla città: strade, fiori e negozi di alta qualità”.
Di commercio ci siamo occupati a lungo in questi giorni, tra crisi economica, strade da chiudere al traffico e mercato online
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2 Commenti
Da che pulpito..mi aggiungo al coro. Il suo bar io lo considero tra i più vecchi e mal tenuti della città non si può pretendere senza dare non si possono chiedere prezzi alti in un locale con arredi obsoleti e mai un sorriso alla cassa. I tempi sono cambiati X fortuna e oggi più che mai la fortuna va a chi si da da fare e sta al passo coi tempi cara signora si aggiorni invece di criticare
Da che pulpito arriva la predica. Proprio lei che ha due bar in centro, forse la concorrenza le dà fastidio. Per quanto riguarda le grandi firme non tutti hanno la sua disponibilità economiche ????