Appare, scompare, riappare. Curioso destino quello del bando provinciale – tutt’altro che secondario – per l’individuazione del presidente dell’Ato, criptica sigla che sta per Ambito territoriale ottimale in relazione ai servizi di acquedotto, fognatura e depurazione in tutte le loro fasi, tariffe incluse (154 Comuni comaschi rappresentanti).
L’individuazione del presidente di questo organismo spetta alla Provincia di Como e la presidente Maria Rita Livio (Pd nonché candidata alla prossime regionali del 4 marzo) sembrava aver fatto tutto per tempo. Addirittura lo scorso 28 settembre, infatti, da via Borgovico era partito il bando per la selezione delle candidature. La ricerca si chiuse alle 12 del 18 ottobre successivo e i curriculum arrivati a Villa Saporiti erano 4. Di questi, però, sappiamo soltanto che uno risultò “improcedibile”, dunque escluso, mentre il secondo era ereditata da un bando precedente. A conti fatti, comunque, ne restavano tre. Ma è qui che – per così dire – la macchina si inceppa.
In maniera, diciamo così, molto inusuale, il bando e i tre candidati finiscono nel cassetto. E lì, senza spiegazioni pubbliche almeno fino a poche ore fa, restano per poco meno di 4 mesi. Ovvero fino allo scorso 6 febbraio, quando la presidente della Provincia rende pubblica la convinzione che no, quei nomi non bastano. Sono pochi, forse non convincono. E quindi, ecco che un nuovo bando – spedito a tutte le associazioni di categoria – rispunta quasi a mo’ di appello. E fissa la chiamata per i nuovi potenziali candidati alla presidenza dell’azienda speciale al prossimo 22 febbraio. Con i 3 candidati già selezionati tra settembre e ottobre che – immaginiamo, non proprio contenti e forse tanto perplessi da valutare anche la legittimità di una simile procedura – se la dovranno vedere con altri sfidanti, magari meglio giudicati e graditi – per curriculum, naturalmente – alla presidente.
Il vincitore e nuovo presidente Ato si saprà a ridosso delle elezioni, forse le stesse che potrebbero vedere Maria Rita Livio approdare in Regione. Con una nomina pesantissima “sbrigata” prima dell’eventuale addio allo scranno maximo di via Borgovico.