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2 giugno con Fdi e Lega in piazza. Ira delle opposizioni in Consiglio: “Sceneggiata, profanazione, spiegate”. Landriscina al vetriolo: “Informatevi”

Aria brutta, tesa, davvero rabbiosa in Consiglio comunale a Como questa sera.

Il 2 giugno (ieri), Festa della Repubblica, ha partorito (male) l’esatto opposto dell’idea unificante e originaria delle intenzioni isititutive, quantomeno a Como.

Opposizione e maggioranza (o, più precisamente: sindaco) spaccate con una durezza che raramente si è percepita, per modi e toni.

Dal Pd a Rapinese Sindaco fino a Civitas i consiglieri d’opposizone hanno chiesto lumi circa la manifestazione Fratelli d’Italia-Lega in piazza Cavour (e in molte piazze italiane con, da ricordare, le polemiche sulla sicurezza a Roma) e della contestuale celebrazione, a porte chiuse, dell’evento istituzionale comasco alla Caserma de Cristoforis.

La celebrazione del 2 giugno in caserma a porte chiuse.

Per completezza di cronaca, la prima zampata Pd contro Fdi e Lega è arrivata quasi in battuta ieri, dall’ex consigliere comunale (oggi consigliere Cpt e vicesegretario provinciale del partito) Andrée Cesareo:

Fdi e Lega in piazza per il 2 giugno. Affonda Cesareo (Pd): “Democrazia sospesa. Niente celebrazione per i cittadini ma loro manifestano” 

La manifestazione Fdi e Lega

Qui, invece, abbiamo documentato l’evento.

VIDEO Como, Lega e Fratelli d’Italia balzano sul predellino: Butti, Molteni e i cartelli di “sfratto” a Conte 

Come è andata in Consiglio:

FANETTI (Dem)

E’ partito in quarta il capogruppo Dem, Stefano Fanetti, che con una certa furbizia ha citato in primis l’ex assessore azzurro Sergio Gaddi. “Dico che la scelta di Salvini, Meloni e Tajani di fare la manifestazione proprio il 2 giugno è un’enorme idiozia (comunicativa). oggi è il giorno sbagliato, perché si ricordano i valori identitari di nazione che vengono prima dei partiti e sono patrimonio di tutti. A scriverlo non è certo un uomo di sinistra, ma Sergio Gaddi politico di centrodestra, noto a tutti in quest’aula”.

In effetti tanto ha scritto l’ex assessore e papà delle Grandi Mostre:

 

“Non posso – ha aggiunto – che essere d’accordo, anche e soprattutto alla luce di quello che e’ successo a como questo 2 giugno. Alla caserma De Cristoforis le autorità si sono ritrovate per una celebrazione quasi privata. Senza la stampa e senza i rappresentanti delle parti politiche”.

Quindi ha accusato ancora ancora parlando di “un evento connotato dall’ennesimo svarione comunicativo di questa amministrazione. Né per il presidente di questo Consiglio, né per i consiglieri comunali (inclusi ovviamente i rappresentanti della minoranza), infatti, c’è’ stata la cortesia istituzionale di comunicare lo svolgersi dell’evento pur nella sua modalità ‘ristretta’ e non aperta. Piazza Cavour invece, dove in un passato anche recente si sono svolte le cerimonie ufficiali per il 2 giugno, è stata concessa ai partiti di un solo colore politico: Lega e Fratelli d’italia, meno Forza Italia che nonostante una timida partecipazione a livello nazionale, a Como si è sottratta a questa sceneggiata”.

Per Fanetti, dunque: “In piazza Cavour la Festa della Repubblica è stata svuotata di senso di unità e vicinanza e il Tricolore e’ stato ridotto a un semplice oggetto di scena per una campagna elettorale permanente. Abbiamo visto un consigliere del comune di como, presente oggi, indossare una cameratesca uniforme Pivert. marchio caro alle formazioni di estrema destra. Meno folkloristico e’ il fatto che metà’ maggioranza fosse presente, a confermare che questa amministrazione non rappresenta tutti i comaschi. Per quale paradosso le istituzioni abbandonano la scena e lasciano il posto a partiti dalla retorica divisiva? Per quale cortocircuito si bandisce la stampa (in un primo momento invitata) da una manifestazione sicura (dati i numeri ridotti e l’ampio spazio in cui si è svolta), lasciando la città senza le immagini dei propri riferimenti istituzionali? Perché promuovere una manifestazione in piazza che ha mandato un messaggio molto pericoloso vista l’emergenza sanitaria? Era l’occasione di dare un messaggio importante a Como e ai comaschi, in un momento di gravissima incertezza. e invece si e’ preferito privilegiare le divisioni e le fratture politiche”.

ANZALDO (Rapinese Sindaco)

Di questioni legate  alla sicurezza organizzativa, generale e sanitaria (causa epidemia), ha chiesto conto Fulvio Anzaldo che ha evitato scientificamente la questione politica ma ha posto, sottilmente, quella delle scelte: “Al netto delle appartenenze politiche che non mi interessano, dal punto di vista della sicurezza vorrei sapere qual è stato il criterio distintivo di scelta adottato per decidere di celebrare la festa del 2 giugno in forma privata senza nemmeno la presenza degli insigniti dei vari titoli e, contemporaneamente, far celebrare una manifestazione pubblica in piazza di partiti contro altri. Non entro nel tema politico, voglio sapere come è andata da un punto di vista gestionale”.

MAGATTI (Civitas)

Bruno Magatti ne ha fatto questione sostanziale: “Alcuni, qua e là , si sono ritenuti autorizzati a trasformare la giornata del 2 giugno, festa della nostra Repubblica, in una manifestazione ideologica polemica e divisiva”.

Ha parlato apertamente di atto sacrilego, l’ex assessore e accusa alcuni assessori: “Ciò, non solo ai miei occhi, si configura come una vera profanazione di un momento collettivo al quale, da cittadino di questa nostra Repubblica, vorrei fosse semplicemente rispettato. Ho trovato triste che alla autoconvocata adunata di parte comasca fossero presenti alcuni assessori di questa amministrazione, vicesindaco compreso, dimentichi del fatto che il ruolo istituzionale conferisce loro un insuperabile dovere di servizio e di rappresentanza dell’intera cittadinanza”.

E ancora, durissimo: “Trovo davvero censurabile che costoro abbiano deciso senza imbarazzo di presenziare a una manifestazione di piazza convocata da una parte, forse anche applaudendo chi, dalle immagini pubblicate da alcuni media, parrebbe essersi sentito libero di issarsi su elementi di arredo urbano presenti in piazza Cavour, con violazione del divieto di cui al punto 1 dell’art 4 di quel Regolamento di polizia urbana così fortemente voluto da questa maggioranza (non tutta)”.

MOLTENI (Lega)

Dai banchi della maggioranza una rigorosissima difesa. Si è esposto per la Lega (assoluta protagonista della manifestazione), Alessandro Molteni: “I partecipanti hanno rigorosamente rispettato le norme di distanziamento, c’erano giovani, anziani e famiglie con bambini e non si sono verificati disordini. Abbiamo espresso in forma pacifica e ordinata il malcontento”.

Malcontento per: “Un governo che ha dimenticato di tutelare famiglie, imprese, lavoratori e persone fragili e ha concesso la grazia a mafiosi, assassini mandati in libertà oltre a concedere la sanatoria a 600mila clandestini. Inoltre vorrei chiedere come possa essere definita la giornata dello scorso 25 aprile quando in pieno lockdown si sono viste migliaia di persone assembrate che hanno creato disordini richiedendo l’intervento delle forze dell’ordine”.

IL SINDACO

In chiusura, tra irritazione e qualche punta di sarcarmo non priva di ferocia, ha preso la parola Mario Landriscina.

“Registro con sincero stupore la reprimenda che mi è stata portata in merito alle celebrazioni del 2 giugno. Perché dico con sincero stupore? Perché penso che sia una deduzione anche solo ragionativa per persone non addette ai lavori cogliere il fatto che la festa nazionale si declina secondo le indicazioni che pervengono dallo Stato centrale alle autorità provinciali. Questo parlando segnatamente della nostra prefettura e del nostro prefetto, il quale da sempre sottoscrive insieme al sindaco come padrone di casa, mettiamola così dandomi delle arie evidentemente, un invito che viene sempre mediamente esteso a quanti sapete”.

Appunto, si diceva, sarcasmo e ferocia: “Allora ritengo magari con un esercizio mentale non difficilissimo ci si possa fare domande sulle dinamiche che hanno condotto a questa esecrabilissima (chiaramente ironico, Ndr) situazione annunciando che, evidentemente, avendo personalmente condiviso con il prefetto il profilo adottato, che ha peraltro ha portato a quel misunderstanding che riguarda l’informazione alla stampa, qualcuno si sia sentito offeso, mi dispiace”.

E ancora: “Rifletterò se soccorrere le esternazioni dei consiglieri comunali offesi nelle sedi opportune a livello nazionale. Ma, signori, pensate che ci sia del dolo in tutto questo? Il profilo che è stato individuato per questa celebrazione, è stato individuato di comune accordo su un input inevitabile, assolutamente legittimo e confacente al profilo della manifestazione con l’autorità rappresentativa dello Stato”.

Insomma, è la tesi del primo cittadino, tutto in regola: “Non vedo niente di cui scandalizzarsi. Per il resto questo tipo di atteggiamenti è stato di comune accordo sempre declinato in questi mesi in modo che ci sia un messaggio in linea con profili che sono noti. Sgombriamo il tavolo dalle volontà. Ieri a questa celebrazione nazionale c’ero io in rappresentanza di tutti i sindaci, il presidente provinciale tramite un delegato, e esclusivamente dei Corpi dello stato. Fine. Non c’erano consiglieri provinciali o comunale, non certo per una studiata volontà lesiva nei confronti dell’onorabilità di quanti qui dentro si sono sentiti in maniera pruriginosa offesi, assolutamente no”.

E aggiunge, affilando le parole: “Io non mi sottraggo per regola alle celebrazioni nazionali. Il 25 aprile non è stato possibile e ho registrato un messaggio. Non sono avvezzo a nascondermi dietro le pagliuzze ma non prendo reprimende quando non è il caso. E’ bene, non foste informati, capire da quale catena di comando e controllo discendono le opportune strategie di ieri. Sono stupito e amareggiato. Come pensare, con retropensiero ci sia lo zampino del sindaco che coglie l’occasione per non invitare i consiglieri? Allora che dire degli altri sindaci, dei consiglieri provinciali?”.

Infine Piazza Cavour: “Riguardo il tema della manifestazione di ieri mattina. Vanno chiarite alcune idee sul soggetto che autorizza le manifestazioni. Tutte le manifestazioni sono autorizzate dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, non dal Comune. Si concedono spazi come a chiunque. Vorrei rasserenarvi, le questioni sono matematiche nella presa in carico e soluzione”.

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2 Commenti

  1. più che bambini, pensionati;

    con il calo demografico irreversibile, c’è poco da fare;

    dopo le vicende dell’agosto scorso, le destre non ne stanno azzeccando una.

    Cosa poteva dire di diverso il Sindaco di una giunta sovranista, oggi vince chi ha liquidità da spendere o investire.

    e.g. : gli indonesiani sullo stadio, gli arabi sul turismo

  2. Domanda per tutta la giunta: impiegare il tempo per qualcosa di utile alla città invece di giocare a fare i politici? Non ne avessimo bisogno direi ok, ma mi sembra che le cose a cui pensare siano tante, troppe e che ogni minuto di riunione sia sacro. Di questi dissidi se ne può benissimo “discutere” via social comodamente seduti sul proprio divano la sera o sul wc.

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