Sulla trasparenza della posizione non può esservi dubbio: tra gli amministratori e dirigenti del Pd più vicini al sindaco di Solbiate con Cagno e segretario provinciale del partito, Federico Broggi, c’è sicuramente il senatore dem Alessandro Alfieri, già segretario regionale. E infatti, il suo lungo intervento è più intriso di amarezza figlia di un’ingiustizia, più che non di arie da rimprovero tout court.
Il dato centrale, però, non cambia: secondo Alfieri, la decisione di Broggi di restituire il bonus di 600 euro chiesto con pieno diritto nelle scorse settimane, è un errore. Grave.
L’assurda, insensata, sbagliatissima resa di Broggi all’antipolitica becera: “Restituisco i 600 euro”
“I titoli apparsi in questi giorni sui “2mila furbetti” mi fa pena tanto quanto me ne suscitano i parlamentari e i consiglieri regionali che hanno richiesto il bonus – esordisce Alfieri – Trovo profondamente sbagliato mettere in uno stesso calderone indistinto il parlamentare che prende un compenso decisamente importante e l’amministratore locale, il sindaco di un Comune, il consigliere comunale. Queste ultime figure ormai esercitano una sorta di volontariato politico, destreggiandosi spesso con sacrificio tra lavoro e impegno civico. Non può essere tutto uguale”.
“E’ sbagliato – prosegue Alfieri – criminalizzare tutti: la distinzione tra parlamentari e consiglieri regionali da un lato, amministratori locali dall’altro, è assolutamente necessaria. I primi hanno commesso un gravissimo errore, devono chiedere scusa e restituire i 600 euro. Ma questo stesso metro, e qui parlo anche a Federico il cui caso è simbolico di molti altri, non può valere anche per chi sta nei municipi, nei piccoli comuni, sul territorio. Sono realtà imparagonabili, a partire proprio dal peso delle indennità”.
“Broggi è uno dei migliori sindaci e segretari provinciali del Pd che io conosca – afferma Alfieri – Quando ho saputo che voleva restituire il bonus, mi sono permesso di chiamarlo ed esprimergli innanzitutto la solidarietà per gli attacchi assurdi e insensati che ha ricevuto inizialmente. Non ha nulla di cui vergognarsi o da nascondere: vive del suo lavoro, cura bene l’amministrazione di cui è sindaco, ha un ruolo politico importante. Tutto questo non può passare in secondo piano: ha sbagliato a restituire il bonus, ne aveva pieno diritto e invece così si abdica davanti al populismo e alla demagogia. Chi fa politica nel modo di Federico, a volte quasi rimettendoci sia in tempo che in termini economici, aveva e ha il diritto sacrosanto di ottenere i 600 euro, dopo aver visto il proprio reddito principale pressoché azzerato”.
Il sindaco Broggi: “Sì ho preso i 600 euro. Come partita Iva ho guadagnato zero, verso 3mila euro di tasse, vivo del mio lavoro”
La conclusione è amara: “Io dico che non si devono cedere diritti legittimi di fronte a una campagna che omologa tutto e tutti, che esalta il populismo più becero. E’ facile cavalcare l’onda demagogica, oggigiorno, ma non si può essere remissivi a prescindere perché questo alla lunga indebolisce la democrazia stessa. Dunque, parlamentari e consiglieri regionali paghino per la grave scorrettezza e restituiscano. Ma gli amministratori locali non si pieghino davanti a chi per qualche like in più passa sopra a tutto e tutti, legittimi diritti per primi”.
Un commento
Avendo ricoperto una carica amministrativa, in passato, capisco molto bene il tuo pensiero è sono completamente d’accordo con te e contento che tu lo abbia rimarcato così fortemente. Un saluto Pasquale.