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Il sindaco Broggi: “Sì ho preso i 600 euro. Come partita Iva ho guadagnato zero, verso 3mila euro di tasse, vivo del mio lavoro”

Una presa di posizione serviva, dovrebbe fare il giro d’Italia. E questo, ovviamente ma meglio rimarcarlo in tempi di furia demagogica e antipolitica d’accatto, ben al di là della provenienza del messaggio: che in questo caso è Pd, ma identici concetti varrebbero a ogni latitudine dell’arco politico.

Perché un conto è la giustissima, sacrosanta indignazione per i 5 parlamentari che – dall’alto dei 17-18mila euro che, tra tutto, possono arrivare a guadagnare in un mese – hanno chiesto senza vergogna né ritegno pure il bonus statale da 600 euro per l’emergenza Covid. Qui non c’è motivazione ragionevole che tenga: è avidità bulimica, null’altro.

Ma tutt’altro discorso deve valere per gli amministratori comunali, e in particolare per quelli delle migliaia di municipi italiani piccoli e medio piccoli che nemmeno si sognano certe cifre per un ruolo pubblico che spessissimo – al netto delle mele marce che esistono in qualsiasi settore della vita umana – sono in trincea per il bene sincero delle comunità di riferimento, con spirito civico e grandissime rogne (anche legali) pendenti in eterno sul capo. Il tutto per indennità che si risolvono in un pugno di euro e che certamente non sono in grado di arricchire nessuno. Persone, questi amministratori, che nel Comasco abbondando e che del loro lavoro principale vivono e continuano a vivere, al di là dei compensi pubblici dovuti e spesso poco più che simbolici.

Dunque, ben venga la presa di posizione di Federico Broggi, sindaco di Solbiate con Cagno e segretario provinciale del Pd, che rivendica il proprio gesto e ne motiva origini e spirito. Per andare, giustamente, oltre l’assurda tentazione di fare di ogni erba un fascio.

Di seguito, l’intervento integrale pubblicato da Broggi.

Apprendo da internet che sindaci e consiglieri comunali che hanno richiesto i 600 euro all’INPS debbano essere considerati dei “furbetti”.

Bene, per grande trasparenza non aspetto che qualcuno trafughi notizie, né che l’INPS renda noti i nomi, ma preferisco dire subito che, pur essendo Sindaco di un piccolo comune, ho chiesto il bonus da 600 euro come libero professionista. E non l’ho fatto per rubare qualcosa, ma per un semplice e chiaro motivo: dopo l’ultima fattura del 26 febbraio, a marzo, aprile e maggio ho fatturato ZERO con la mia partita iva.

Ho letto sui giornali che ai presunti furbi bastava inserire nel sito dell’INPS il numero di partita iva, tanto, senza guardare il fatturato, uno si intascava i soldi: bene, prima di chiedere ho guardato il mio fatturato e poi ho fatto richiesta.

L’ho fatto perché:

– il mio lavoro non è quello del Sindaco (tra meno di 4 anni io ho finito), ma quello di fare selezione del personale;
– anche oggi sto dedicando più tempo al comune che al mio vero lavoro (pensate com’è felice la mia azienda!), perché ogni giorno Regione e Governo emanano norme su norme che poi ci smazziamo noi;
– nonostante il non fatturato di 3 mesi, tra luglio e ottobre ho giustamente versato e verserò quasi 3.000 euro di contributi e tasse (perché a differenza di altri non evado);
– nonostante tutto ciò, ho continuato a saldare gli impegni presi negli anni precedenti, che, evidentemente, sono stati assunti sulla base delle entrate attese.

Sembra poi che se hai richiesto 600 euro è perché sei un nababbo che vuole truffare lo Stato (leggo sul Fatto “I furbastri del Covid: politici, star tv e ricchi”). Bene. Nel 2019 con la mia partita iva ho fatturato, con 9 fatture, € 17.100 lordi, cioè meno di quanto guadagna un deputato in un mese. Fate voi le considerazioni sul senso di fare questi accostamenti.

Mi si spieghi però perché se un amministratore comunale ha preso la cassa integrazione va bene, mentre se prendi i 600 euro no. Onestamente la differenza fatico a vederla (ma questa domanda vedo che non se la pone nessuno).

Leggo che in questa polemica stanno tirando dentro anche consiglieri comunali e assessori (tutti equiparati a deputati, consiglieri regionali, ecc…): bene, i primi percepiscono soli gettoni di presenza (qui da noi se arrivano a 100 euro l’anno è tanto: non è nemmeno sufficiente a ripagare la benzina necessaria per raggiungere le sedi delle riunioni istituzionali), mentre i secondi, quando va bene, hanno 500 euro lordi al mese.

Chi vuole vedere la mia situazione finanziaria, ha la mia massima disponibilità. Ho ben poco da nascondere.

Chiudo molto rapidamente: se qualcuno mi dimostrerà che ho realmente sbagliato (come molti, a quanto pare), ben disponibile a restituire, ma fino a quel momento evitiamo di fare come sempre di tutta un’erba un fascio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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8 Commenti

  1. Spiace prendere atto che un commento non venga moderato o, se non gradito, non venga almeno giustificata la non pubblicazione

  2. Non credo percepisca così tanto, quindi a naso dico che non deve vergognarsi di niente.
    Si dovrebbero vergognare i fantastici 5 che hanno chiesto i soldi pur avendo l’entrata come parlamentare..speriamo si riesca a dimezzarli col referendum!
    Per una volta il ribrezzo è bipartisan

  3. L’esercizio di un diritto non può mai essere motivo di biasimo.
    Paragonare poi un parlamentare ad un consigliere comunale è semplicemente ridicolo.
    Poi, mi chiedo io, con quale diritto l’INPS ha incrociato i dati dei richiedenti per verificare se rivestivano una qualunque carica politica?
    E, in ultimo, divertente prendersela con i parlamentari, ma ci sono numerosi italiani con conti correnti che scoppiano che ne hanno legittimamente fatto richiesta.
    Perchè su questo non si dice nulla?
    Il problema è che la norma è stata scritta con i piedi.

  4. Veda, egregio sindaco, che il problema non può essere ricondotto esclusivamente a un serie di dati pecuniari che uno sbrigativo conto della serva risolverebbero. Qui c’è di mezzo lo stile e il dovere della testimonianza che un amministratore pubblico dovrebbe avere. Non mi pare che il suo mandato sia il risultato di qualche coazione di cui lei è soltanto vittima: ha scelto di spendersi per il suo paese, conscio anche della possibilità (dato che ci si può rinunciare) di accedere alla retribuzione che, stando agli abitanti del suo comune, dovrebbe corrispondere a 2170 euro mensili.
    Ma, ritornando al nocciolo, le parlavo di stile, solo per non scomodare la questione morale che fu preoccupazione di veri politici i quali, con le dovute distinzioni, fanno parte dell’albero genealogico del PD.
    Credo che nessuno verrà mai a farle i conti in tasca, dato che il suo non si configura certamente come un furto, ma di certo lo si percepisce e di fatto è un atto di disonestà morale nei confronti dei cittadini tutti, anche di quelli che, in buona fede, la giustificano.
    Possibile che, prima di inoltrare la richiesta di quel bonus, non abbia sentito il richiamo contenitivo di quella fascia tricolore che dovrebbe avvolgere ogni sindaco non solo nelle occasioni ufficiali?

  5. Credo che sia opportuno fare un doveroso distinguo. Le indennità di carica di Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali è nulla rispetto a quelle degli Deputati, dei Senatori e Consiglieri Regionali.
    Non sono certo loro da biasimare. Tra l’altro gli Amministratori dei piccoli centri sono quelli che, pressoché soli, hanno dovuto affrontare tutto quello che la Coovid e il lockdown hanno comportato. Per intendersi, ogni volta che mi è capitato di parlare con qualcuno di loro, mi chiedo chi glielo ha fatto fare il Sindaco……sono stati, Broggi compreso, superlativi.
    Semmai sarebbero da biasimare quelli che, dopo aver votato una Legge scritta così male da prestare il fianco a simili speculazioni, ne hanno approfittato in evidente conflitto di interessi.
    Tuttavia, anche su loro avrei dei distinguo. Se la legge ti consente di approfittare di sfumature per ottenere diritti che altrimenti non sarebbe possibile avere, è colpa dell’approfittatore o del legislatore? Questo è il quesito. Se fosse colpa dell’approfittatore, la pratica dell’”elusione fiscale” o dello “scudo fiscale” sui fondi detenuti illegalmente all’estero, frequentissima nel nostro Paese, dovrebbe essere considerata reato ma non lo è. È prevista dalla Legge. È la linea difensiva del buon Fontana. Io ho scudato i miei capitali, a che titolo mi chiedete spiegazioni?
    Se, invece, le responsabilità sono del Legislatore, c’è da chiedersi se i nostri Onorevoli, pochi e tanti che siano, si guadagnano le principesche indennità che ricevono o no.
    Alla fine, si arriva sempre alla conclusione che sarebbe meglio che la “casalinga” di Voghera se ne stesse definitivamente a casa e lasciasse spazio a chi non confonde la demagogia con la politica.

  6. Complimenti alla nuova generazione di politici! Dopo aver demonizzato sbeffeggiato insultato chi è venuto prima di Voi eleggendovi a castigatori della “casta” ora vi accorgete che il re è nudo, allora incominciate a fare i distinguo, bravi! Così dimostrate solo una cosa, di essere peggio, dei peggiori che Vi hanno preceduto.

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