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Como, candidato sindaco: difficilmente sarà di Forza Italia. Ma Anna Veronelli spicca nel “trio rosa”

Premessa: che Forza Italia possa esprimere il candidato sindaco di Como è cosa molto difficile. Per due motivi.

Salvo ribaltoni, quelli sì clamorosi, i forzisti – o almeno l’area di riferimento – la prossima primavera esprimeranno già il primo cittadino di Erba, terza città per importanza in provincia, ossia Veronica Airoldi. E il rapporto percentuale fra le tre “gambe” del centrodestra, con Forza Italia almeno nei sondaggi nazionali fanalino di coda, sembra precludere un ulteriore espansionismo sul capoluogo.

Secondo: con Cantù saldamente in mano leghista (e non chiamata alle urne nel 2022), Fratelli d’Italia – che ha già posto la questione sul tavolo regionale – sembra decisamente in pole position per poter esprimere l’aspirante fascia tricolore di Palazzo Cernezzi (e qui il coordinatore provinciale Stefano Molinari, a oggi, è l’indiziato numero uno).

Fatti questi noiosissimi preamboli, torniamo all’inizio. Cioè al fatto che pur avendo poche chances di spuntarla (poche non significa comunque nessuna chance), Forza Italia porterà un proprio nome al tavolo. E qui le indiscrezioni che circolano sono varie.

Sembra destinata a tramontare l’ipotesi suggestiva delle scorse settimane, ossia un ritorno in grande stile dell’ex assessore nonché primaria di Dermatologia, Amelia Locatelli. Inoltre, appena rieletta sindaco a Veleso, forse oggi è più una suggestione che altro l’indicazione dell’attuale assessore alla Cultura e al Turismo, Livia Cioffi.

A questo punto, tenendo conto che ormai tutto il centrodestra sembra pervaso dalla tentazione di ricorrere a una figura di provata esperienza politico-amministrativa e non più a un/una neofita civico/a, pare destinata a guadagnare parecchi punti una storica conoscenza di Forza Italia e della scena di Palazzo Cernezzi: l’attuale presidente dell’assemblea cittadina, nonché già consigliera ed ex assessore, Anna Veronelli. La quale certamente avrebbe tutte le caratteristiche corrispondenti all’identikit appena tracciato.

Possibilità reali di Veronelli di spuntarla (sempre a patto che accettasse, ovviamente)? Poche, se stiamo al Manuale Cencelli delineato in avvio. Di più, se dovesse accadere che tutto il centrodestra trovasse in lei la perfetta alter ego esperta, moderata e popolare contro la potenziale candidata del centrosinistra, Barbara Minghetti.

Certo, nel recente passato i rapporti con la leghista Alessandra Locatelli e forse almeno in parte anche con la Zarina Elena Negretti non sono sempre stati idilliaci. Ma si sa, in politica le cose cambiano. Soprattutto se “serve” che cambino.

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4 Commenti

  1. In 28 anni di amministrazione di Como (1994  –  2022), nei quali il centrodestra ha governato per 5 mandati quinquennali, regalandone soltanto 1 al centrosinistra, non si può dire che la Città sia stata indirizzata verso un percorso evidente di sviluppo e progresso.
    L’ azione amministrativa delle giunte a stento ha superato la mediocrità: inerzia, irresponsabilità, errori, derive speculative, capitomboli giudiziari e soprattutto la cronica mancanza di visione e di progetto, hanno portato Como agli esiti che quotidianamente constatiamo: la città affonda nelle sabbie mobili del non governo e del sottogoverno locale. “Tirare a campare” è forse l’etichetta più indulgente con cui riassumere questo lunga e brutta fase politica, che, anche se temporalmente successiva alla Prima Repubblica, nei fatti si è dimostrata incapace di sostituirne formule e risultati.

    Chiunque vinca le elezioni del 2022, non dovrà così solo adoperarsi per far dimenticare le carenze della gestione degli ultimi cinque anni, ma sulle spalle, che voglia o no, che ne sia consapevole o meno, avrà anche il peso di rispondere a manchevolezze che le forze politiche locali si trascinano da più di un quarto di secolo.
    Certo, se non serve a molto rimpiangere le prove amministrative di Gelpi e Spallino (quando la politica aveva l’iniziale maiuscola ed i sindaci la schiena dritta), serve però a ricordarci che un altro modo di governare un Comune è possibile, e che la politica, quando vuole e si attrezza, può anche volare alto.
    Non resta, come elettori e cittadini, che augurarcelo!

  2. Buongiorno,
    Da analista una donna candidata anche al Centrodestra rafforzerebbe la novità e l’adeguamento anche di Como al XXI SECOLO. Anna Veronelli è una PASSIONARIA del Centrodestra, fa politica da quando era ragazza ha sempre dimostrato capacità, equilibrio, rispetto degli avversari, e una competizione tra Signore sarebbe una grande novità. Si parla anche di uns donna al Quirinale dopo Sergio Mattarella? Resta il fatto che il candidato favorito resta sempre Mario Draghi, staccatissimo dagli altri, ma una sua salita al Colle per prendere il posto dell’attuale Capo dello Stato porterebbe secondo molti osservatori alla cadua del governo. E’ un’ipotesi che prende corpo quella della prima donna alla Presidenza della Repubblica. I nomi ci sono e se ne possono mettere in fila tanti. Lo ha fatto ieri anche il quotidiano la Stampa, ipotizzando quali possono essere le candidate più forti.
    Totoquirinale: è la volta di una Presidente donna? Quindi non vedo nulla di male. Certo che le candidate o candidati a Sindaco dovevano scelti entro novembre, dicevano i Segretari dei Partiti più rappresentati in Psrlamento e ormai siamo alla Prima della Scala e sono ancora a veti, controventi, dibattiti, parole…
    Unico Candidato certo Alessandro Rapinese, su un punto è certo per coerenza ha già vinto. Perché a lungo andare la lista che ci state proponendo diventa stucchevole.
    Cordiali saluti con Stima.
    Davide Fent
    @ davidefent

  3. Anche aver fabbricato una lista finto-civica, come quella di Landriscina, il cui compito è stato quello di far concorrenza all’altra lista civica collocata a destra (Rapinese), colpevole di non portare i “voti a casa”, fa capire come i meccanismi di potere che poi si finisce per mettere in campo, da parte delle forze politiche, chi più chi meno, siano spesso puramente acchiappavoti.
    Ci si affatica quindi, in concreto, più per i meccanismi di potere (vincere le elezioni), che per i contenuti di fattibili programmi (le responsabilità della susseguente gestione amministrativa).
    Sono però i programmi che, dato che tra breve siamo chiamati alla scelta, interesserebbero molto di più noi elettori.
    Ci sarà un ravvedimento?

  4. Se la discussione sui potenziali candidati del centrosinistra sembra più motivata da fattori ideologici, la scelta del candidato Sindaco della potenziale coalizione di centrodestra è chiaramente orientata sugli equilibri di potere tra gli alleati. Cosa significa che se a Cantù il Sindaco è della Lega e a Erba è di Forza Italia, Fratelli d’Italia pretende di poter scegliere tra i suoi il candidato Sindaco di Como? Quale è il vantaggio per i cittadini comaschi di una “equa” ripartizione di potere tra i partiti della coalizione? E questa coalizione rimane in piedi su questo equilibrio? Sul rischio che se Lega e Forza Italia non accettassero l’aut-aut, i Sindaci di Erba e Cantù sarebbero messi in difficoltà? Se fosse così, si partirebbe proprio male. E se fosse stato così negli ultimi cinque anni, si comprenderebbero le vere responsabilità della peggior Amministrazione di sempre.

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