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Archiviò Landriscina, venne eletta al Senato a Como: ora Berlusconi e Fascina affossano Licia Ronzulli

Ha molte tinte comasche la rivoluzione imposta all’improvviso da Silvio Berlusconi a Forza Italia. L’antefatto è emerso ieri, con il cambio radicale imposto ai vertici del partito che hanno riguardato da vicinissimo anche la provincia di Como. In sintesi, il Cavaliere ha azzerato il vertice lombardo di Forza Italia e a farne le spese è stata la (ormai ex) plenipotenziaria coordinatrice regionale, Licia Ronzulli. Ovvero, non soltanto colei che fino a 48 ore fa guidava Forza Italia con pugno di ferro ma anche la senatrice eletta lo scorso 25 settembre proprio nel collegio di Como. E che, tra l’altro, ebbe grande parte nell’archiviare – su spinta dei vertici locali di Forza Italia – l’esperienza di Mario Landriscina da sindaco di Como, mettendo il veto su una possibile candidatura bis per Palazzo Cernezzi e poi giocando il ruolo principale su tutte le candidature anche per le Politiche e le Regionali.

Ebbene, ora con una rivoluzione rapidissima ma non indolore, Berlusconi – pare con il parere determinate della compagna e parlamentare Marta Fascina – ha archiviato Ronzulli e nominato al suo posto come coordinatore regionale l’ex assessore ai Trasporti della Giunta Maroni, Alessandro Sorte, bergamasco.

Nello stesso momento, a livello romano, cambiato anche il capogruppo dei forzisti alla Camera: via l’ex sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, fedelissimo di Licia Ronzulli, rimpiazzato da Paolo Barelli, già capogruppo a Montecitorio nella passata legislatura, uomo del ministro degli esteri Antonio Tajani. Ronzulli, invece, resta capogruppo al Senato degli azzurri.

Ma come si è arrivati a questo clamoroso depotenziamento della senatrice eletta a Como? Pare che – con un pregresso già abbondante di tensioni e lotte sotterranee – elemento decisivo sia stata la battaglia tra Ronzulli e Fascina sui nomi per le ultime regionali lombarde e per la formazione successiva della giunta bis di Attilio Fontana, per cui la spuntò la prima. E poi c’era la linea politica, con una Forza Italia spinta molto verso la Lega ma in rapporti tempestosi con FdI (tanto che Giorgia Meloni si oppose alla concessione di un ministero a Ronzulli). Ora, però, il conto salatissimo arrivato per Ronzulli da Arcore, dove fino a pochi giorni fa era sostanzialmente la regina indiscussa come braccio destro del Cavaliere e referente diretta delle scelte politiche più importanti per partito e governo.

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4 Commenti

  1. L’organizzazione di Forza Italia è da sempre assimilabile a quella di una corte rinascimentale. Un monarca assoluto che coltiva il suo carisma circondandosi di una corte, che fa combattere dai suoi capitani di ventura nemici e ribelli, che progetta alleanze e tradimenti, che dà da mangiare i suoi avanzi agli osannanti servi della gleba promettendogli sempre più briciole, che confonde i doveri del ruolo con i piaceri ludici, che dichiara senza mai argomentare che il proprio vantaggio è anche il vantaggio del popolo. Questo periodo coincide con lo splendore del Signore rinascimentale, poi quando il Signore invecchia e non è più in grado di comandare, c’è chi prende la sua rivincita conquistando il controllo della corte e, come naturale conseguenza, prendendosi l’onore delle scelte più importanti che non sono altro che quelle di corte. Non è cambiato molto da allora. Né l’arroganza appassita dei signori rinascimentali, né gli osannanti servi della gleba e neppure le astuzie dei cortigiani e delle cortigiane.

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