Sempre più animato il dibattito intorno all’invocato ritorno di Ats nelle piene competenze, e esclusive, del territorio. La scissione da Varese anima le parti.
In queste ore è arrivato l’altolà della Cgil: “Stiamo assistendo, in queste ultime giornate, a un dibattito politico in sede regionale sui destini di Ats Insubria. Alcuni esponenti del territorio comasco (Fermi e Turba su tutti) si schierano per una revisione delle cosiddette zonizzazioni, auspicando la creazione, o meglio, il ritorno ad Ats Como”.
Precisano dal sindacato: “La Camera del Lavoro di Como ha da sempre svolto un ruolo critico sul ridisegno dei distretti. Basti ricordare la “battaglia” per lo scorporo della zona del medio lago e Valle d’Intelvi da Ats della Montagna. Non ci sfuggiva allora che definire confini territoriali artificiosi avrebbe avuto pesanti ricadute sulla medicina territoriale e sull’accesso ai servizi dei comaschi. Così è stato! La pandemia ha amplificato gli effetti nefasti. Ben venga quindi una revisione dei confini, ma non ci si limiti a quello, sarebbe insufficiente e inutile. Esprimiamo una critica serrata alla legge di riforma regionale del 2015, e chiediamo l’apertura di una nuova stagione di riforma”.
ATS SOLO COMASCA: TUTTE LE CRONACHE
Di qui l’appello: “Si riparta dal territorio, dalla prevenzione, dal rafforzamento delle strutture di prossimità. Si riparta dai lavoratori, che per primi hanno subito scelte politiche dissennate ma nonostante ciò hanno dato il massimo contributo anche durante la pandemia”.
Perché, secondo gli esponenti di via Italia Libera: “L’inefficienza del modello è frutto di scelte politiche precise, per anni in modo certosino tutta la filiera della prevenzione e della promozione della salute è stata depotenziata (diminuzione delle risorse e del personale), quindi era difficile immaginare uno scenario diverso da quello attuale nel caso di un’emergenza sanitaria.
Cosa ne è rimasto dei progetti di presidi socio sanitari e della presa in carico? Poco o nulla. Oggi sotto gli occhi abbiamo il fallimento del modello socio sanitario lombardo. La ridefinizione dei soli confini di Ats sarebbe un’operazione di facciata, fine a sé stessa, priva di un quadro di riferimento d’insieme. Per questo non ci accodiamo ai plaudenti dell’ultima ora. Manteniamo una posizione fortemente critica ed annunciamo un percorso di mobilitazione nei confronti di Regione Lombardia per una revisione complessiva del sistema”.