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Baggi (Rifondazione): “Noi accusati via social dalle Sardine. Ma la piazza muta non ha senso”

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

La presa di posizione comunista dopo l’evento organizzato in piazza Vittoria, lo scorso 8 dicembre,  in realtà è stata vagamente enigmatica.

Vi si leggevano passaggi acuminati, pungentissimi e lampanti come questo:

“Abbiamo sbagliato. Chiediamo scusa a tutti. In effetti, pensandoci bene, abbiamo sbagliato. Domenica sera in piazza Vittoria a Como, avremmo dovuto partecipare al raduno delle Sardine ascoltando e basta. Che parole avremmo sentito? Tre minuti di eroismo risorgimentale con l’inno di Mameli. Due minuti di coro da curva con chi non salta un leghista è, per rimarcare la saltellante differenza con l’odiatore tipo. Avremmo dichiarato scandendolo per 30 secondi che siamo tutti antifascisti! E ci mancherebbe altro, ma visti i tempi, meglio precisare”.

Sarcasmo, politica e un tangibile alone di dubbio sulla piazza comasca “Sardina style” dell’8 dicembre scorso.

Il post integrale (qui sopra) è apparso sulla pagina Facebook di Rifondazione Comunista. E’ molto lungo e articolato, con un’ulteriore rivendicazione esplicita: “Noi abbiamo imparato che le Sardine critiche hanno dato fastidio per il semplice fatto di esserci e di essere rosse, pensate un po’”.

E allora, seguendo l’insidioso sentiero rosso, era assolutamente necessario chiedere un’interpretazione autentica a uno dei dirigenti e volti simbolo di Rifondazione a Como, Fabrizio Baggi.

“La premessa è d’obbligo – afferma Baggi – Noi rispettiamo e abbiamo rispettato la piazza delle Sardine. Ogni movimento popolare e spontaneo che scende in strada contro l’odio e contro le destre pericolose di oggi per fare resistenza civile è un dono del cielo e va appoggiato. Però abbiamo colto delle accuse nei nostri confronti, delle critiche. Ed è giusto puntualizzare”.

E quindi, via con i puntini sui pesciolini.

“Senza ricorrere ad alcuno slogan di partito, quel giorno abbiamo volutamente portato in piazza dei pesciolini rossi con contenuti politici – spiega Baggi – dalla richiesta di una patrimoniale subito, al fatto che l’ecologismo senza politica diventa giardinaggio. Insomma, abbiamo portato contenuti. Perché va bene la piazza apartitica, ma apolitica non ha senso”.

“Stiamo stati criticati, gli organizzatori hanno sostenuto che volessimo strumentalizzare ma non è affatto vero – aggiunge il dirigente di Rifondazione Comunista – Crediamo che trovarsi in piazza e basta non basti, serve una consapevolezza che forse a quel movimento manca, lo spontaneismo non è sufficiente. Bisogna individuare cause e ragioni dell’odio, di un sistema liberista e capitalista che affama la gente. Portando contenuti, noi volevamo dare un contributo su quei versanti. L’antifascismo è un cardine delle Sardine, e da sempre il nostro. Ma è necessario andare oltre. Trovarsi in mille e stare muti, guardandosi senza prendere parte non serve granché”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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